Sulla “soggezione” verso la Bonino del Movimento 5 Stelle,
(dove, forse, c’è ancora qualcuno che rimpiange di non vederla Presidente
della Repubblica), avevo già scritto
ai tempi della prima “uscita pubblica” dei Parlamentari della
Commissione Esteri. Credevo che, da allora, le cose fossero migliorate.
Non è così.
E riparliamo, quindi, della Bonino
e, sopratutto, di un avverbio da lei usato: “attivamente”. Ecco un
estratto del testo da lei letto, il 26 agosto 2013, al “Forum sulla
politica estera”: .”… comunque, l’Italia non prenderebbe attivamente
parte ad azioni militari contro la Siria deliberate al di fuori del
Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. Testo da lei riletto, il 27 agosto
2013, nella riunione
su Egitto e Siria della “Commissioni affari esteri congiunte Senato e
Camera” alla presenza, – ahinoi! – di deputati e senatori Cinque Stelle
(che, ci auguriamo, avevano già avuto modo di documentarsi sulle
posizioni espresse dalla Bonino il giorno prima).
Per tante “anime belle” che oggi discettano su Facebook, (e anche per
qualche gnoccolone in Parlamento) questo comunicato evita il
coinvolgimento dell’Italia nella guerra, vincolandoci all’OK del
Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nel quale siedono Russia e Cina, come è
noto, contrari all’intervento.
Non è così.
La guerra alla Libia, ad esempio, è cominciata con un coinvolgimento
“passivo” dell’Italia. Mica mandavamo, già dall’inizio, i nostri
bombardieri e le nostre truppe. No. Ci limitavamo – “passivamente” – a
mettere a disposizione della NATO, il nostro spazio aereo e le basi
militari dislocate sul nostro territorio. Solo dopo un paio di giorni,
quando si è visto che inglesi e francesi si stavano avventando sui pozzi
di petrolio controllati dall’AGIP, il nostro intervento
– ovviamente senza che nessun voto parlamentare lo decidesse – è
diventato “attivo”. Stessa cosa per la (dimenticata) guerra al Mali.
Scaltrezze della diplomazia che sfuggono al candore dei parlamentari
Cinque Stelle? Può essere. Ma almeno questi, davanti alle lacrime di
coccodrillo della Bonino avrebbero pure potuto chiederle conto delle
responsabilità del suo governo (al pari di quello che lo ha preceduto)
nel fomentare la catastrofe siriana. Ad esempio: le sanzioni economiche
(imposte anche dall’Italia nella illusione di scatenare per fame il
popolo siriano); i tagliagole della Coalizione Nazionale Siriana riconosciuti dall’Italia “unici rappresentanti del popolo siriano”; l’appoggio italiano alla Turchia, testa di ponte dell’aggressione, alla Siria; lo scandaloso accoglimento alla Farnesina di Burhan Ghalioun,
(il 22 luglio 2012, e cioè il giorno dopo che una autobomba a Damasco,
rivendicata da una delle sue bande, aveva fatto 400 morti); l’invio in
Siria di istruttori militari; il rifiuto del visto di ingresso a parlamentari siriani invitati da loro colleghi italiani….
E invece?
Invece, guardate un
po’ cosa hanno detto i Parlamentari Cinque Stelle alla Bonino che
sibilava velenosamente sulla “guerra di Assad contro il suo popolo
(inclusi i gas)”. Tranne il breve ultimo intervento (il video non
specifica di chi, ma voglio sperare che si tratti di una parlamentare
Cinque Stelle) che si pone ovvie domande sui mandanti della strage
chimica di questi giorni, tutto il resto è una sequela di inconcludenti
banalità. Come l’auspicio della Conferenza “Ginevra 2” (che, nella
dichiarata intenzione dei promotori, dovrebbe servire, prioritariamente,
a cacciare Assad); o una sbalorditiva denuncia sulle “decisioni
pilatesche dell’Europa”); o una surreale segnalazione su “trafficanti di
esseri umani”.
Vedere per credere.
Ma, del resto, che dice sulla guerra alla Siria Beppe Grillo? Nulla. È
vero, in “spalla”, sulla prima pagina di oggi del suo blog, a fianco
all’ennesimo editoriale sulle malefatte del regime, c’è un bel contributo
sulla Siria scritto da un giornalista, Mario Albanesi (il quale,
comunque, incautamente scrive “non rimane che sperare sui deputati e
senatori del Movimento 5 Stelle che in Terza e in Quarta Commissione di
Camera e Senato possono far sentire la loro voce, anche se ben
difficilmente poi sarà portata all’esterno.). Ma si tratta, appunto, di
uno di tanti contributi che, al pari degli innumerevoli siti e pagine
Facebook targati Cinquestelle non definiscono certo una linea politica,
un impegno.
Perchè di questo ci sarebbe bisogno oggi. Di un impegno del Movimento
Cinque Stelle contro la guerra alla Siria. Manifestazioni, cortei,
flash mob, sit-in davanti le sedi RAI, le prefetture, il Parlamento...
qualunque cosa per arrestare questa nuova carneficina che si prospetta.
È disposto Grillo, in prima persona, il “suo” Movimento Cinque Stelle
a questo impegno? O preferisce continuare a galleggiare sulla melma del
disfacimento dei partiti sperando che questo lo premi alle prossime
elezioni?
Che arriveranno troppo tardi. Quando la Siria – come l’Iraq, come la Libia – sarà stata distrutta.
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