L'amministratore delegato del gruppo torna a parlare di privatizzazioni, dopo che il premier si è detto pronto a presentare in autunno un piano a riguardo. E assicura di avere una situazione patrimoniale buona, nonostante l'allarme della Corte dei Conti.
Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, è pronto alla privatizzazione del gruppo non appena arriverà il via libera dal governo di Enrico Letta.
”Per quanto ci riguarda non è ancora stata data alcuna indicazione dal
governo: nel caso in cui venga data un’indicazione in tal senso, noi
siamo pronti per potere affrontare il problema”, ha spiegato il manager
replicando a chi gli chiedeva un commento sull’ipotesi di cessioni di
quote da parte dell’esecutivo in aziende partecipate.
“In questi
anni abbiamo preparato tutto ciò che era necessario per potere anche
arrivare a questa questione”, ha aggiunto parlando nello stand del
gruppo al Meeting di Rimini. “Visto che abbiamo adattato i nostri bilanci a standard internazionali, abbiamo avuto il rating, abbiamo una situazione patrimoniale
e finanziaria buona e quindi siamo in grado di poter dare soddisfazione
anche da questo punto di vista”. Ad ogni modo, ha concluso, “credo che
il governo faccia bene a perseguire anche delle privatizzazioni. Negli
anni passati si è parlato molto di liberalizzazioni: senza anche la
parte privatizzazione liberalizzazione suona male”.
Proprio sulla situazione patrimoniale del gruppo, però, la Corte dei Conti ha lanciato un’allarme nei giorni scorsi, segnalando che le Ferrovie devono “far fronte alla sua strutturale debolezza patrimoniale“ e sottolineando che “a fronte di un indebitamento complessivo di circa sei miliardi di euro, si ribadisce la necessità di intraprendere iniziative per non mettere a rischio la continuità aziendale”.
E anche sul rating, altro parametro citato da Moretti, c’è poco da festeggiare. L’agenzia Fitch
ha infatti assegnato al gruppo il “giudizio” BBB+ con prospettive
negative, chiarendo che è pronta ad abbassare il giudizio in caso di “un
calo del sostegno finanziario pubblico”. Anche se Moretti aveva
annunciato alcuni giorni prima che “siamo passati da azienda di Stato ad azienda punto e basta“.
Tuttavia
il manager, nonostante le difficoltà della società, annuncia di essere
pronto alla privatizzazione. E porta così avanti un argomento sempre più
attuale. Letta ha infatti dichiarato alla fine di luglio che “in
autunno presenteremo probabilmente un importante piano di privatizzazioni“. Mentre alcune settimane prima il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni aveva avvertito che “non è escluso che il Tesoro decida di cedere quote di società pubbliche – incluse Eni, Enel e Finmeccanica – per ridurre il debito”.
Fonte
Al posti di fare lo splendido in terra ciellina, Moretti dovrebbe essere obbligato a rendere conto della strage di Viareggio, della desertificazione del servizio rivolto ai pendolari e del suo rinnovo contrattuale che, guarda caso, è uscito indenne dai taglie alle remunerazione dei dipendenti pubblici, da domani fissate a un massimo di 300 mila euro annui (Moretti ne incassa più di 700 mila...).
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