Ashton ha poi aggiunto che l’accordo ad interim,
firmato lo scorso novembre, è molto importante, ma non come quello
finale “che è al momento oggetto degli incontri”. Nella conferenza
stampa congiunta con il Ministro degli Esteri iraniano Zarif, Ashton non
ha nascosto le difficoltà che le parti stanno incontrando per
raggiungere un accordo definitivo. Tuttavia ha lodato Zarif e ha chiesto
al popolo iraniano di sostenere il lavoro suo e quello del suo
entourage perché “insieme al sostegno della comunità internazionale per
il mio lavoro, dobbiamo arrivare ad un accordo”.
Zarif, dal canto suo, ha
ribadito la determinazione del suo Paese a stipulare una intesa con
l’Occidente. Un accordo, secondo lui, possibile anche nel giro di
quattro o cinque mesi.
La visita della Rappresentante degli Affari
Esteri dell’UE giunge a poche settimane dall’incontro di Vienna che ha
segnato l’inizio delle trattative per raggiungere un accordo finale sul
programma nucleare iraniano tra Teheran e le sei potenze mondiali (Gran Bretagna, Francia, Germania, Cina, Russia e Usa – il gruppo conosciuto come “5+1”).
I tre giorni di round negoziale nella capitale
austriaca furono definiti “fruttuosi e dettagliati” dal Ministro degli
Esteri iraniano Zarif che ne sottolineò l’atmosfera “seria e più
positiva di quanto ci si potesse aspettare”. A Vienna le parti hanno concordato sul limite del 5% per l’arricchimento dell’uranio per la produzione di energia a scopo civile (come previsto dagli accordi di Ginevra siglati il 24 novembre). In cambio la Repubblica Islamica potrà mantenere al 20% l’arricchimento di uranio nel reattore di Teheran,
usato principalmente a scopi di ricerca. Materia di discussione tra gli
iraniani e le potenze occidentali è anche la sorte del reattore ad
acqua pesante di Arak e delle 19.000 centrifughe di ultima generazione
presenti in Iran.
Ma la visita di Ashton in Iran non ha reso
tutti contenti. A lamentarsi è stato innanzitutto Israele che vive con
terrore un possibile avvicinamento e intesa tra gli occidentali e i
“nemici” iraniani. “Mi piacerebbe sapere se [Ashton, ndr] ha
chiesto ai suoi ospiti iraniani della loro consegna di armi a gruppi
terroristici. E se non lo ha fatto, perché?” ha detto ironicamente il
Primo Ministro israeliano, Benyamin Netanyahu. Il riferimento è al
carico di missili “iraniani destinati a Gaza” sequestrato la scorsa
settimana dalla Marina di Tel Aviv nelle acque del Mar Rosso.
Ma Ahston ha fatto infuriare anche il governo iraniano quando ha deciso di incontrare un gruppo di attiviste dei diritti umani. Il Ministero degli Esteri iraniano ha protestato parlando di “incontro non approvato”. Il suo portavoce, Marzieh Afkam, ha accusato l’UE di doppi standard di diritti umani. “Tali azioni – ha detto Afkam citato dalla stampa locale – aumenteranno i sospetti dei nostri cittadini nei confronti dell’occidente e non aiuteranno le relazioni con l’Europa”. Alle critiche di Teheran ha risposto il portavoce di Ashton, Michael Mann, che, al quotidiano inglese “The Guardian”, ha affermato che i diritti umani sono “una parte cruciale e fondamentale” della politica estera dell’Unione Europea con l’Iran.
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