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22/03/2014

E' morto il sindaco di Bilbao, governò col pugno di ferro


A Bilbao muore a 71 anni Iñaki Azkuna Urreta, medico, esponente della destra interna del PNV (Partido Nacionalista Vasco) e sindaco di Bilbao dal lontano 1999. Nonostante sia stato insignito del premio come miglior sindaco al mondo, Azkuna rispecchia il profilo del classico personaggio politico reazionario noto per il suo carattere carismatico che non lascia indifferente soprattutto gran parte dell’elettorato bilbaino che lo ha voluto sindaco della città per ben 15 anni. Legato alla sua terra e ai suoi cittadini ha voluto ricoprire la carica di primo cittadino fino all’ultimo respiro salutando la sua gente con un ultimo (e di cattivo gusto) messaggio d’affetto: “siete stati stupendi”.

Il sindaco è considerato il principale protagonista della trasformazione urbanistica di Bilbao che iniziò già negli anni ‘80 con la chiusura dello storico cantiere navale di Euskalduna. La fine dell’attività dei cantieri era stata imposta dal piano di riconversione del settore navale che si dovette realizzare in base agli accordi di annessione della Spagna all’Unione Europea. La riva destra del fiume Nervion che attraversa Bilbao divenne sede di una lunga e forte resistenza popolare portata avanti da migliaia di lavoratori dell’Euskalduna che lottavano contro la chiusura dei cantieri. Proprio nello stesso punto, una decina di anni dopo, nel 1997, venne inaugurato il museo del Guggenheim ed accanto, nel 1999, il palazzo Euskalduna con i suoi 57 metri di altezza. Bilbao è stata quindi trasformata da città industriale a città turistica esempio di un’architettura moderna sotto lo slancio del cosiddetto “effetto Guggenheim”.

Noto è anche l’eterno scontro del sindaco con la sinistra indipendentista basca. L’ultimo alterco è stato il netto rifiuto alla petizione promossa da EH Bildu (coalizione politica della sinistra indipendentista). Bildu chiedeva di ritirare, dal palazzo comunale, i ritratti dei sindaci appartenenti all’epoca del franchismo (nella foto in alto) ed il sindaco negò la richiesta giustificando la decisione come un segno di rispetto nei confronti della storia. I suoi 15 anni di mandato, rinnovato ben 4 volte, sono stati caratterizzati anche da una politica autoritaria e restrittiva che si è rivelata palesemente nell’emanazione dell’ordinanza sull’uso e sull’occupazione dello spazio pubblico bilbaino. L’ordinanza era basata su un duro sistema sanzionatorio che voleva regolare tutte quelle attività che si svolgevano per strada, attività sia di tipo culturale che ricreative. I movimenti sociali avevano chiesto un confronto con il comune che invece ha chiuso ogni possibilità di dialogo e ha imposto alla città un’ordinanza fatta rispettare sistematicamente attraverso l’uso della forza. Ad esempio quando la polizia fu mandata a realizzare il violento sgombero del centro sociale Kukutza III nel Settembre del 2011 poi raso al suolo dalle ruspe e dalle gru.



Nel frattempo, in un quartiere di Bilbao, oggi viene inaugurata la piazza in onore di  Iñigo Cabacas Liceranzu, un giovane cittadino di Bilbao ucciso due anni fa da una pallottola di gomma sparata dalla Ertzaintza (polizia autonoma della Comunità Autonoma Basca) ad altezza d’uomo contro la gente che, reduce da un incontro di calcio dell’Athletic, affollava i bar in un quartiere popolare della città. Famigliari e amici della vittima, e la sinistra indipendentista, chiedono che venga rotto il silenzio e che venga fatta luce sulla morte di Cabacas e che i responsabili vengano puniti. All’epoca dei fatti la solidarietà del sindaco nei confronti della famiglia del giovane arrivò con molti mesi di ritardo, sotto la pressione sociale e politica, e comunque non giunse mai a sconfessare l’operato della polizia.
I movimenti sociali della città criticano questo personaggio politico portavoce e rappresentante di una politica di sistema, alleata delle classe dirigenti di Madrid, e che si inserisce alla perfezione nel quadro istituzionale continuando a marcare una chiara linea di demarcazione tra due mondi, uno privilegiato e l’altro sottoposto alla repressione.
Sono molti i bilbaini che ieri non hanno pianto la scomparsa di Azkuna e non pochi quelli che hanno festeggiato la notizia a lungo attesa.

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