di Roberto Errico, da Il Manifesto del 22-03-2014.
Da
dove prenderà il governo Renzi i dieci miliardi di euro che serviranno
per elargire i famosi 80 euro al mese in più in busta paga per i
redditi medio-bassi? Guardando alla presentazione della spending review portata
a termine dal team di Carlo Cottarelli, abbiamo provato a dare una
risposta non esaustiva tecnicamente ma politicamente molto
significativa, concentrandoci su tre voci di spesa, trasporto pubblico
locale e servizi locali, servizi ferroviari, sanità.
Per ciò che riguarda TPL e servizi pubblici locali, Cottarelli prevede al 2016 un risparmio annuo di due miliardi di euro.
Il piano si poggia su tre pilastri essenziali: fusioni tra società
partecipate - e conseguenti privatizzazioni -, piani di ristrutturazione,
con tagli al personale e ai salari, ed aumento delle tariffe. Anche
per i servizi ferroviari Cottarelli prevede 1.5 miliardi di risparmi,
quasi tutti reperibili attraverso un taglio netto delle sovvenzioni al
trasporto ferroviario locale da parte delle regioni, con conseguente
aumento delle tariffe per i pendolari e diminuzione delle corse
giornaliere sulle tratte meno remunerative.
Stesso meccanismo anche per i tagli alla sanità, settore in
cui sono previsti altri due miliardi di risparmi al 2016 ad esclusione
dei beni strumentali. Di certo, in una maggioranza che
rappresenta al meglio la lobby della sanità privata, il piano non si
baserà su tagli alle lucrative convenzioni con il privato. Più
probabile, come candidamente ammesso anche dal Ministro della Salute
Lorenzin, che si vada verso una riduzione netta dei trasferimenti alle
regioni per i servizi sanitari, con conseguente aumento dei ticket e
diminuzione degli esoneri, tagli a posti letto, strutture ospedaliere
“periferiche” e livelli di assistenza “non essenziale”.
Concretamente, si può affermare che con una mano il governo
elargisce 80 euro al mese in busta paga ai redditi bassi mentre con
l’altra punta ad aumentare i costi dei servizi, pianifica ulteriori
privatizzazioni, abbassa il livello dei servizi offerti, prevedendo tra
le altre cose anche 85mila esuberi nella pubblica amministrazione. Una
partita di giro, insomma, dove il saldo non sembra essere a somma
positiva.
E le false partite IVA, i precari, il sottobosco di sfruttamento di CO.CO.PRO. e lavoro a chiamata, i disoccupati? Per loro non c’è neanche il contentino degli 80 euro.
Per i più sfruttati tra gli sfruttati ci sarà solo da metter mano al
portafoglio. Anzi, se ancora avanzerà qualche soldo meglio esser
prudenti: per ottemperare al Fiscal Compact ci sarà bisogno ogni anno di
una bella manovra finanziaria da 58 miliardi circa per riportare il
debito in vent’anni al 60% del PIL, come confermato dallo stesso Matteo
Renzi dopo la gita scolastica a Berlino.
Davvero un bel quadro, dove non è neanche prevista la magra
soddisfazione di veder piangere la o il Fornero di turno: anche le
lacrime, oltre a tanto altro, saranno gentilmente offerte da lavoratori,
pensionati e ceti medio-bassi.
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