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12/03/2014

Ashton: “Sul nucleare iraniano, negoziazioni difficili”

Le negoziazioni sul nucleare iraniano tra Teheran e il gruppo dei “5+1” - i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania - sono “difficili” e “non c’è alcuna garanzia di raggiungere un accordo finale”. A dirlo è stata domenica Catherine Ashton, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell’Unione Europea, in visita a Teheran.

Ashton ha poi aggiunto che l’accordo ad interim, firmato lo scorso novembre, è molto importante, ma non come quello finale “che è al momento oggetto degli incontri”. Nella conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Esteri iraniano Zarif, Ashton non ha nascosto le difficoltà che le parti stanno incontrando per raggiungere un accordo definitivo. Tuttavia ha lodato Zarif e ha chiesto al popolo iraniano di sostenere il lavoro suo e quello del suo entourage perché “insieme al sostegno della comunità internazionale per il mio lavoro, dobbiamo arrivare ad un accordo”.

Zarif, dal canto suo, ha ribadito la determinazione del suo Paese a stipulare una intesa con l’Occidente. Un accordo, secondo lui, possibile anche nel giro di quattro o cinque mesi.

La visita della Rappresentante degli Affari Esteri dell’UE giunge a poche settimane dall’incontro di Vienna che ha segnato l’inizio delle trattative per raggiungere un accordo finale sul programma nucleare iraniano tra Teheran e le sei potenze mondiali (Gran Bretagna, Francia, Germania, Cina, Russia e Usa – il gruppo conosciuto come “5+1”).

I tre giorni di round negoziale nella capitale austriaca furono definiti “fruttuosi e dettagliati” dal Ministro degli Esteri iraniano Zarif che ne sottolineò l’atmosfera “seria e più positiva di quanto ci si potesse aspettare”. A Vienna le parti hanno concordato sul limite del 5% per l’arricchimento dell’uranio per la produzione di energia a scopo civile (come previsto dagli accordi di Ginevra siglati il 24 novembre). In cambio la Repubblica Islamica potrà mantenere al 20% l’arricchimento di uranio nel reattore di Teheran, usato principalmente a scopi di ricerca. Materia di discussione tra gli iraniani e le potenze occidentali è anche la sorte del reattore ad acqua pesante di Arak e delle 19.000 centrifughe di ultima generazione presenti in Iran.

Ma la visita di Ashton in Iran non ha reso tutti contenti. A lamentarsi è stato innanzitutto Israele che vive con terrore un possibile avvicinamento e intesa tra gli occidentali e i “nemici” iraniani. “Mi piacerebbe sapere se [Ashton, ndr] ha chiesto ai suoi ospiti iraniani della loro consegna di armi a gruppi terroristici. E se non lo ha fatto, perché?” ha detto ironicamente il Primo Ministro israeliano, Benyamin Netanyahu. Il riferimento è al carico di missili “iraniani destinati a Gaza” sequestrato la scorsa settimana dalla Marina di Tel Aviv nelle acque del Mar Rosso.
 
Ma Ahston ha fatto infuriare anche il governo iraniano quando ha deciso di incontrare un gruppo di attiviste dei diritti umani. Il Ministero degli Esteri iraniano ha protestato parlando di “incontro non approvato”. Il suo portavoce, Marzieh Afkam, ha accusato l’UE di doppi standard di diritti umani. “Tali azioni – ha detto Afkam citato dalla stampa locale – aumenteranno i sospetti dei nostri cittadini nei confronti dell’occidente e non aiuteranno le relazioni con l’Europa”. Alle critiche di Teheran ha risposto il portavoce di Ashton, Michael Mann, che, al quotidiano inglese “The Guardian”, ha affermato che i diritti umani sono “una parte cruciale e fondamentale” della politica estera dell’Unione Europea con l’Iran.

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