Il Libano è in fibrillazione sotto la pressione del vicino conflitto
siriano, che ha ormai contagiato il Paese dei cedri già alle prese con
crisi economica e instabilità politica. Le aree al confine con
la Siria e la città portuale di Tripoli sono diventate terreno di
scontro tra i sostenitori del presidente siriano Bashar al Assad,
aiutato militarmente dai miliziani del movimento sciita libanese
Hezbollah, e i suoi oppositori. Il Libano è una retrovia per i
gruppi armati e un bacino di reclutamento, oltre che una via di transito
per il rifornimento di armi, mentre la guerra in Siria ha assunto la
connotazione di uno scontro settario tra i sunniti e gli sciiti che
parteggiano per gli alawiti (anche Assad è un alawita).
Ieri, alla vigilia dell’odierno voto di fiducia al nuovo governo
libanese, il Paese è stato teatro di un’ondata di proteste dei sunniti
contro quello che chiamano “l’assedio” di Arsal. L’enclave
sunnita a una manciata di chilometri dalla Siria, nella valle della
Bekaa dominata da Hezbollah, lo scorso week end è stata isolata dagli
abitanti della vicina cittadina a maggioranza sciita di Labwe. Il
blocco con barricate di sabbia ha tagliato fuori Arsal, che ospita
migliaia di profughi siriani, dal resto del Paese ed è arrivato dopo
giorni di lanci di razzi contro Labwe. Secondo gli abitanti, gli
attacchi sarebbero opera di jihadisti che hanno base proprio nell’area
di Arsal, una rappresaglia per l’avanzata militare delle truppe di
Assad, che stanno riconquistando le città in mano ai ribelli.
Le proteste sono arrivate fino a Beirut, dove un manifestante
è morto negli scontri con le forze di sicurezza che hanno usato
munizioni vere e gas lacrimogeno per disperdere la folla. Gli
abitanti dei quartieri sunniti della capitale hanno eretto barricate e
sono riusciti a bloccare la principali vie di comunicazione tra le aree
meridionali e il centro. Altri blocchi stradali, rimossi oggi
dall’esercito, hanno interrotto i collegamenti nelle zone settentrionali
di Minnieh e di Akkar, nella Bekaa occidentale e anche al Sud,
roccaforte di Hezbollah, sull’autostrada che collega Sidone a Beirut.
A Tripoli, invece, ieri è stata rotta la tregua tra sunniti e
alawiti-sciiti che da tre anni si combattono in una guerra parallela a
quella siriana. Un’esplosione, rivendicata oggi dal gruppo Jund
Ossama, ha colpito un veicolo militare vicino alla facoltà di Scienze,
nell’area di Al-Qobbe, ferendo due soldati. Ne sono seguiti scontri, con
un morto, tra gli alawiti di Jabal Mohsen e i sunniti di Bab al Tebbeneh, i due rioni rivali protagonisti di un’annosa faida che ha fatto almeno 12 vittime negli ultimi scontri.
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