Cresce in Israele la chiamata alla rioccupazione di Gaza. Dopo la
dichiarazione, rilasciata ieri dal ministro degli Esteri israeliano Avigdor Liebermann a Channel 2, di non avere altre alternative se non la rioccupazione totale della Striscia, oggi il ministro dell’Intelligence Yuval Steinitz ha rincarato la dose. “Presto o tardi – ha dichiarato Steinitz al network Channel 10 – dovremo prendere il controllo di Gaza per sbarazzarci del regime di Hamas. Non
c’è bisogno di occuparla stabilmente, basta rimuovere da Gaza chi spara
razzi contro di noi. Quando verrà il momento – e il momento è molto
vicino – l’operazione dovrà essere rapida“.
Il modello auspicato da Steinitz sarebbe quello dell’operazione “Scudo di difesa” del 2002, in piena seconda Intifada,
quando “Israele riprese il controllo di Jenin, Tulkarem ed Hevron solo
temporaneamente: siamo andati lì, ci siamo liberati dei terroristi e ce
ne siamo andati. Ora quelle aree sono molto più sicure”. Un’operazione
che, con i suoi strascichi durati fino al 2006, ha ucciso circa 5 mila
palestinesi, secondo il Centro palestinese di statistica, oltre a un
migliaio di israeliani. Oltre ai feriti e ai danni permanenti
al territorio, l’operazione ha avuto l’effetto di aumentare
vertiginosamente gli insediamenti israeliani illegali intorno alle città
più calde, con Nablus, Tulkarem ed Hebron letteralmente circondate
dalle colonie.
A riprova della necessità di rioccupare Gaza, Avigdor Liebermann ha
ricordato questa mattina su Facebook la tragedia del ritiro dalla
Striscia – avvenuto nel 2005 per volontà dell’allora primo ministro Ariel Sharon
– come “uno dei capitoli più difficili della storia di Israele, che ha
causato una frattura interna e un trauma enorme agli 8.600 residenti di
Gush Katif (il blocco costituito da 17 colonie illegali situato nel sud
della Striscia di Gaza, a est di Khan Younis, stabilito a partire dal
1968 per volontà di Yigal Allon, convinto del fatto che unire gli
insediamenti e bloccare la continuità palestinese fosse vitale per la
sicurezza degli israeliani, ndr) buttati fuori dalle loro case. Alcuni
di essi – prosegue Liebermann nel suo post – non si sono mai ripresi
dalle sofferenze subite a causa di quell’esperienza”.
Il portale Arutz Sheva ha riportato anche le parole
di Sharon, che all’epoca assicurava quelli che erano contro il
disimpegno da Gaza che non ci fosse niente da temere: al primo problema
che Israele avesse dovuto affrontare con Gaza, l’esercito avrebbe potuto
tranquillamente rientrare. E riprenderne il controllo. “Niente
di più sbagliato – continua Liebermann nel suo post – Gaza,
dall’Intifada, si è trasformata in un regno del terrore”. Per questo,
secondo Liebermann, l’unica soluzione è rioccupare interamente la
Striscia.
Non sarà così facile ricatturare i territori a lungo occupati, a detta dei miliziani presenti a Gaza. Le brigate al-Quds, braccio armato della Jihad Islamica, hanno diffuso oggi un video su Youtube
nel quale si rivolgono in ebraico agli israeliani, ai loro governanti e
all’esercito, avvertendoli di non tentare di entrare a Gaza. Il
messaggio per i cittadini israeliani è quello di “non lasciarsi
comandare da leader estremisti, impegnati solo a intraprendere guerre e
assolutamente non intenzionati a vivere in pace” e di “fuggire dalla
nostra terra e cercarne una per voi”. Il messaggio ai soldati è stato
altrettanto chiaro: “non sarete mai sicuri in Palestina”.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento