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21/10/2014

Libano - “Niente più rifugiati siriani”

“Il Libano non permetterà più l’ingresso di rifugiati siriani se non per urgenti motivi umanitari”. A dirlo è stato ieri il Ministro degli Affari Sociali libanesi, Rashid Derbas. “Chi transiterà per il valico siro-libanese sarà interrogato – ha aggiunto Darbas – i Ministeri degli Interni e quello di cui sono titolare decideranno poi se il caso rientrerà in una situazione di emergenza o meno”.

Il Ministro ha poi spiegato che queste misure, proposte dalla commissione ministeriale e adottate dal governo, avrebbero portato già i primi frutti perché “l’influsso dei rifugiati si è arrestato”. Le dichiarazioni rilasciate ieri da Derbas non sono una novità. Intervistato domenica dal quotidiano kuwaitiano al-Siyyasah, aveva infatti già lanciato un grido di allarme: “il Libano è stracolmo, non può contenere più rifugiati”.

La popolazione in Libano è cresciuta del 25% da quando, nel marzo del 2011, sono iniziate le proteste in Siria. Il “Paese dei Cedri” ha la più alta concentrazione pro capite di rifugiati: accanto ai 4 milioni di libanesi ci sono un milione e mezzo di siriani sfuggiti alla guerra. L’ingresso degli sfollati sta pesando notevolmente sul sistema educativo, sanitario e sociale libanese esacerbando le tensioni di una nazione già di per sé instabile.

La rappresentate in Libano dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), Ninette Kelley, è apparsa ieri preoccupata per la decisione di Beirut. “Per quanto ne sappiamo, le persone che chiedono lo status di rifugiato non vengono fatte entrare come succedeva in passato” ha affermato Kelley che ha poi aggiunto: “abbiamo assistito nelle ultime due o tre settimane a maggiori restrizioni. Un numero minore di persone viene da noi a registrarsi e questo dato è indice delle chiusure al confine”. L’UNHCR ha invitato gli stati occidentali ad accogliere un maggior numero di siriani così da alleggerire il costo sociale ed economico pagato principalmente dal Libano e dagli altri paesi mediorientali.
 
Il numero dei rifugiati siriani in Libano è cresciuto in modo costante dall’inizio del 2012. Tuttavia, i dati recenti forniti dall’Onu mostrano una diminuzione di circa 40.000 persone dalla fine di settembre.

Fonte

La decisione libanese, più che l'infamia della politica locale mette nero su bianco la costante inutilità delle istituzioni internazionali.
Con tutto quel che succede in Medio Oriente, perché ancora non esiste una missione ONU che si faccia carico, economicamente e logisticamente, delle esigenze dei rifugiati in terra libanese, supportata da un congruo numero di caschi blu con il mandato esplicito di tutelare la sicurezza di chi scappa dalle bombe e chi "accoglie" i rifugiati?
Una missione del genere, se ben gestita, avrebbe sicuramente contribuito a sgonfiare i settarismi libanesi, arginando il dilagare dello jihadismo oltre i confini iracheni e siriani.
Purtroppo, però, l'ONU viene bene solo quando la guerra per procura di turno ha bisogno di uno straccio di legittimità internazionale per trasformarmi in "missione umanitaria", protratta a colpi di cannone ovviamente.

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