Dopo lo choc, i funerali e la commozione, adesso la protesta, e le domande: il governo marocchino ha promesso di fare chiarezza sulle circostanze della morte di un pescivendolo, Mouhcine Fikri, stritolato da un camion per la raccolta e il compattamento dei rifiuti mentre – a quanto pare – stava cercando di opporsi a dei poliziotti che volevano sequestrargli la merce. In varie parti del Marocco la gente sta scendendo in piazza per manifestazioni spontanee e la sollevazione popolare riporta alla memoria i fatti della Tunisia, sei anni fa, quando il 18 dicembre del 2010 la scelta di un ambulante, Mohamed Bouazizi, di darsi fuoco per protesta contro gli abusi della polizia scatenò la sequela di proteste che diede vita alla cosiddetta "primavera araba" che portò alla caduta del pluridecennale regime filoccidentale.
Il governo di Rabat cerca quindi di correre ai ripari promettendo un'inchiesta che appuri i fatti ma in piazza, e sui giornali, monta la rabbia. "Il Marocco è in stato di choc. La morte atroce di un pescivendolo indigna il Rif e tutti i marocchini" scrive il quotidiano Akhbar Alyoum mentre un altro giornale, Al-Ahdath, titola tutta pagina: "Chi ha massacrato Mouchine?".
I fatti risalgono a venerdì sera, a Al-Hoceima (nord), nella regione montuosa del Rif. Domenica migliaia di persone hanno partecipato, in un clima di calma spettrale, ai funerali dell'uomo ma poi sono iniziate le proteste, prima ad Al Hoceima e poi anche altrove.
Particolarmente significativo il fatto che la protesta, nata nella zona berbera del Rif, stia estendendosi alle principali città del paese, da Casablanca, a Marrakesh a Rabat, con parecchie migliaia di persone che denunciano "l'assassino" e si ritrovano al grido di "siamo tutti Mouchine".
Un'inchiesta sui fatti è stata aperta dal ministero degli interni ma mentre il premier designato Abedelilah Benkirane sta ancora faticosamente cercando di formare un nuovo governo, della questione di occuperà direttamente il re Mohammed VI. "Sua maestà non vuole che incidenti del genere si ripetano" ha detto il ministro degli interni Mohammed Hassad riferendo delle "condoglianze del sovrano alla famiglia del defunto".
L'urgenza di contenere le proteste è anche dato dall'imminente apertura, a Marrakesh, della Cop22, la conferenza internazionale sul clima sotto egida Onu che si svolgerà tra il 7 e il 18 novembre nella città marocchina.
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