Un tempo c’era il governo Conte, poi è arrivato Draghi a mettere ordine su via della seta e altre bazzecole come spartizione fondi europei e sblocco licenziamenti.
Mentre l’epidemia riprende vigore e milioni di italiani sono ancora scoperti si scopre un altro altarino: la Spagna, paese UE che non usa Coronavac Sinovac tuttavia lo riconosce, adeguandosi così ai criteri ONU. L’Italia, invece, non riconosce tale vaccino.
Il risultato incide direttamente nella possibilità di movimento e di scambi con la Repubblica Popolare Cinese e con il Sudamerica dove è stato prevalente l’utilizzo di questo vaccino inserito nel programma internazionale CoVax.
Il risultato è che un cittadino latinoamericano vaccinato può andare senza problemi in Spagna, ma venire in Italia diventa quasi impossibile tra norme variabili, tamponi e quarantene, lo stesso vale per un impresario cinese che vorrebbe venire in Italia per affari, o per un lavoratore italiano che lavora in Cina o li deve recarsi, oltre a colpire la nutrita comunità cinese in Italia.
Anche un gran numero di italiani residenti in Argentina (dove viene utilizzato Sputnik V) e in Uruguay, immunizzati con Sinovac, restano penalizzati da questa politica scellerata e strumentale sul riconoscimento dei vaccini, di essi si ricorderanno giusto quando i nostri politici avranno bisogno del voto degli italiani all’estero.
Ciò crea anche enormi problemi alle famiglie divise dall’Oceano, milioni di italiani di origine che vivono tra Argentina, Uruguay e altri Paesi dell’area e in generale a chi ha affetti o familiari fuori UE.
In Italia abbiamo una classe politica di arruffoni e servi degli USA, ma una classe dirigente non la sappiamo più immaginare.
PS: il vaccino Coronavac Sinovac in realtà mostra una buona protezione dai casi gravi, lo stesso dicasi per Sputnik V, ma queste decisioni non riguardano aspetti sanitari, quanto piuttosto interessi economici e geopolitici.
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