Lo “Stato Islamico” torna a colpire a Baghdad: ieri un attentatore suicida si è fatto saltare in area in un affollato mercato cittadino uccidendo almeno 35 persone. Secondo fonti della polizia, nell’attentato, avvenuto nel quartiere di Sadr City, sono rimaste ferite più di 60 persone. Distrutti diversi negozi. In alcuni video postati su Twitter (la cui veridicità al momento però non può essere confermata) si vedono diverse persone che provano a scappare dal mercato dopo l’esplosione.
Baghdad ripiomba così nel terrore: un attacco simile si era verificato nella capitale irachena lo scorso gennaio. Allora le vittime furono 32 rappresentando il più grave attentato degli ultimi tre anni. Un’esplosione aveva avuto luogo a Sadr City anche ad aprile, ma in quel caso la polizia disse che si trattò di un “incidente” di un veicolo che trasportava esplosivi.
In seguito a quanto accaduto ieri, il premier iracheno Kadhimi ha posto agli arresti il responsabile della polizia dell’area del mercato e ha annunciato l’apertura di un’indagine. L’attentato giunge a poche ore dal primo giorno della festività musulmana dell’Eid al-Adha (“festa del sacrificio”) quando le strade del mondo arabo – a partire dai mercati – sono più affollate del solito. L’esplosione avvenuta ieri conferma che, contrariamente a quanto annunciò in pompa magna il governo iracheno nel 2019, il “califfato” islamico non è mai stato veramente sconfitto.
Seppur con molta meno frequenza, cellule del cosiddetto “stato islamico” continuano a mietere vittime nel Paese. Ad aggravare il quadro c’è poi la grave crisi economica (acuitasi con il Covid) e il malcontento della popolazione irachena verso l’intera classe dirigente incapace di rispondere alle istanze dei cittadini. Tutti punti a favore dell’Isis che, nelle crepe e difficoltà del governo centrale, torna ad alzare la voce.
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