I numeri, tutti i numeri, ci dicono che quanto è accaduto in questi giorni in Germania e Belgio è il più serio campanello d’allarme sugli effetti materiali dei cambiamenti climatici.
Nessuno adesso potrà fare più finta di niente e gli stessi accordi di Parigi sul clima – come sostiene il Rapporto dell’IPCC – andranno rivisti radicalmente perché totalmente insufficienti ad invertire la tendenza. E questa tendenza all’infarto ecologico del pianeta è destinata a ripetere sempre più frequentemente e rapidamente i “record” negativi, sia per le anomalie termiche di calore sia per i rovesci di pioggia sulla terra.
In tale contesto appaiono irricevibili le resistenze delle multinazionali dell’automotive nell’assumersi le proprie responsabilità nei cambiamenti produttivi necessari.
Chi contesta che i disastrosi eventi meterologici in Germania in fondo non siano una novità così allarmante, ricorda che anche tra maggio e giugno del 2016, dopo numerosi giorni di pioggia incessante, una serie d’inondazioni colpì gran parte dell’Europa centrale.
In quel caso i paesi maggiormente colpiti da questi disastri furono Francia e Germania, ma ci furono eventi significativi anche in Austria, Belgio, Romania e Moldavia. I lander tedeschi più colpiti furono, oltre a Nord Reno-Vestafalia e Renania-Palatinato come in questi giorni, anche la Baviera, l’Assia e il Baden Wuttemberg. Ma nel 2016 il numero delle vittime fu di 20 persone. Oggi è quasi otto volte tanto.
In Germania il bilancio provvisorio delle vittime delle devastanti alluvioni è già salito a 156 morti. L’ultimo bilancio della polizia locale parla di 90 vittime nel land della Renania-Palatinato e 43 in quello del Nord Reno-Vestfalia. Ma non è ancora chiaro il numero dei dispersi.
L’ultima stima fornita dal ministero dell’Interno di Berlino riferisce di 1.300 persone di cui è impossibile stabilire la sorte poiché le linee telefoniche sono saltate in molte delle zone interessate. In tutto il Paese 165 mila persone sono rimaste senza energia elettrica e 600 chilometri di linee ferroviarie sono stati danneggiati dalle piogge torrenziali.
In Rheinbach-Todenfeld (Rhein-Sieg-Kreis nel Nord Reno-Westfalia) sono stati rilevati 158 litri per metro quadrato in 24 ore – la maggior parte dei quali è caduta in un periodo di tempo breve.
Il servizio meteorologico tedesco ha fornito i dati sulle precipitazioni piovasche, e in base ai dati ufficiali riportati dal Deutscher Wetterdienst, ha rilevato quanta acqua si è rovesciata sulla terra in 72 ore:
182,4mm di pioggia a Nachrodt-Wiblingwerde
175,7mm di pioggia ad Hagen
174,9mm di pioggia ad Altena
161,6mm di pioggia a Werdohl
160,4mm di pioggia a Neuenrade
Le ricerche dei dispersi sono in corso. Gli elicotteri dell’esercito stanno recuperando le persone che hanno cercato riparo sui tetti. A Sinzig l’acqua ha invaso il pianoterra di un centro per disabili, uccidendo 12 pazienti.
Nel Nord Reno-Vestfalia la località di Erftsadt-Blessem, a circa 40 chilometri da Colonia, è stata travolta da una frana. “Le case sono state in gran parte spazzate via e alcune sono crollate. Diverse persone mancano all’appello”, riferiscono le autorità locali, che non sono riuscite a fornire informazioni più precise a causa delle difficoltà di comunicazione con l’area interessata.
Dalle abitazioni superstiti continuano a giungere chiamate d’emergenza, in quanto i residenti non hanno lasciato i loro appartamenti o vi sono tornati nonostante l’alluvione. Al momento l’evacuazione del centro abitato sarebbe possibile solo per via nautica e i soccorritori non sono in grado di raggiungere tutte le persone in situazioni di emergenza. A complicare i soccorsi ha contribuito la rottura di un gasdotto.
Duramente colpito anche il Belgio dove si contano 27 morti e un’altra ventina di dispersi.
Nei pressi del confine con il Belgio, continua a suscitare preoccupazione la diga di Rurtalsperre, che rischia di cedere. I villaggi circostanti sono stati evacuati. Le fortissime precipitazioni hanno aperto una breccia larga un metro in una diga nel Canale Juliana, nel comune olandese di Meerssen, al confine con il Belgio.
L’elevato livello raggiunto dalle acque della Mosa minaccia inoltre una diga nella città belga di Maaseik, nella provincia di Limburg, dove sei comuni sono stati evacuati. In Vallonia 21 mila persone sono senza elettricità. Nella città di Verviers è stato imposto il coprifuoco per evitare saccheggi. I residenti di Liegi sono stati esortati a lasciare le case o, se impossibilitati, trasferirsi al piano superiore delle proprie residenze.
Migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni anche nel Sud dell’Olanda.
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