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19/07/2021

Sempre più difficile ottenere giustizia per le vittime bergamasche del Covid


Il comitato dei parenti delle vittime del Covid nel bergamasco denuncia l’ennesimo tentativo di non fare chiarezza su quanto è successo in quella zona durante la prima fase della pandemia.

Infatti, a colpi d’emendamento, si sta progressivamente riducendo il limite d’azione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle vicende legate alla pandemia.

Ieri, un emendamento di PD, 5 Stelle e LeU, votato dalla maggioranza, ha limitato il periodo temporale su cui la commissione indagherà al 30 gennaio 2020, escludendo quindi tutto quanto riguarda la successiva gestione della pandemia nel bergamasco.

In pratica, la commissione parlamentare è, a questo punto, incaricata d’indagare solo sulle origini della pandemia, verosimilmente collocate nella lontana Cina, ignorando tutto quanto è in seguito successo in Italia. Tra l’altro sulle origini della pandemia in Cina stanno già indagando organismi più adatti a farlo, come l’OMS.

Il parlamentare di LeU, Mimmo Stumpo, ha giustificato tale emendamento dicendo che il compito con cui nacque la commissione era l’indagine sulle origini della pandemia, mentre sulla sua gestione è già in atto un’indagine della Magistratura volta ad accertare le eventuali responsabilità nel disastro pandemico.

Di pare ben diverso l’avv. Consuelo Locati, del Comitato parenti delle vittime del Covid nel bergamasco, che ha denunciato l’approvazione dell’emendamento che limita l’indagine della commissione al 30 gennaio del 2020 come un accordo tra PD, LeU e Lega per coprire le responsabilità, per i primi del ministro Speranza e, per l’ultima, della regione Lombardia guidata dal leghista Fontana.

Ciò che appare certo è che sta diventando sempre più difficile per i familiari delle vittime della pandemia avere chiarezza sulle responsabilità della strage nel bergamasco. Infatti, il voto parlamentare sulla Commissione d’inchiesta giunge due giorni dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha impedito l’accesso ai documenti attraverso cui si potrebbe comprendere perché, all’inizio della pandemia, furono inviate in Val Seriana diverse centinaia di militari che dovevano vigilare sull’istituenda zona rossa, ma che furono ben presto ritirati quando essa non fu dichiarata.

Sappiamo che tale decisione causò la morte di migliaia di persone.

Ci chiediamo quando mai le vittime della strage nella bergamasca, di cui ricordiamo le agghiaccianti immagini dei camion militari che trasportavano corpi che il cimitero di Bergamo non poteva accogliere, avranno giustizia.

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