Nella regione della penisola coreana la tensione continua ad essere altissima e i missili continuano a volare, finora ancora in forma dimostrativa e senza vittime né danni, ma è evidente che l’asticella della tensione sia salita di un altro scalino. Mentre l’attenzione dell’Occidente è concentrata sulla guerra in Ucraina e contro la Russia, in Asia il piano inclinato ormai da mesi sembra subire accelerazioni inquietanti.
Lo scenario evoca quello distopico, ma non del tutto, dell’ultimo libro di Ken Follet “Per niente al mondo”, dove la Terza Guerra Mondiale viene innescata proprio in Asia dalle tensioni e dagli incidenti tra Corea del Sud, Corea del Nord, Giappone, Cina e Stati Uniti.
Questa mattina, infatti, aerei da guerra della Corea del Sud hanno lanciato tre missili aria-terra oltre il confine marittimo tra le due Coree, in risposta al lancio da parte della Corea del Nord di almeno un missile balistico a corto raggio oltre la medesima linea di demarcazione.
Lo hanno riferito le forze armate sudcoreane, secondo cui il missile nordcoreano – parte di una salva di almeno dieci missili balistici lanciati dal Nord nelle scorse ore – si sarebbe inabissato a soli 60 chilometri dalla costa della Corea del Sud. Il presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, ha promesso oggi una risposta “rapida e ferma” alle “provocazioni” di Pyongyang.
La Corea del Nord ha lanciato almeno dieci missili balistici a corto raggio nel Mar del Giappone oggi, 2 novembre, in risposta a una esercitazione aerea su vasta scala intrapresa questa settimana da Corea del Sud e Stati Uniti. Il lancio dei missili ha innescato un allarme aereo nell’isola sudcoreana di Ulleung, al largo della costa orientale della Penisola. Uno dei missili, infatti, ha valicato il confine marittimo di fatto tra le due Coree, concludendo il suo volo a breve distanza dalle acque territoriali sudcoreane.
Il ministro della Difesa del Giappone, Yasukazu Hamada, ha riferito nel corso di una conferenza stampa che almeno due missili nordcoreani si sono inabissati all’esterno della zona economica esclusiva giapponese, a circa 150 chilometri dal sito di lancio. Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha nuovamente definito “inaccettabili” i lanci di missili della Corea del Nord, che ne ha effettuati ben 28 dall’inizio del 2022.
Pyongyang ha avvertito che gli Stati Uniti e la Corea del Sud pagheranno un “prezzo terribile” se decideranno di utilizzare la forza contro il Paese, e ha ribadito l’accusa ai due Paesi di preparare una invasione tramite le massicce esercitazioni militari congiunte intraprese negli ultimi mesi.
Pak Jong-chon, segretario del Comitato centrale del Partito del Lavoro nordcoreano, ha sollecitato Washington e Seul a porre fine alle “provocazioni militari” contro Pyongyang. In caso di aggressione, ha affermato Pak, le forze armate nordcoreane condurranno la loro “missione strategica senza esitazione, e Stati Uniti e Corea del Sud pagheranno il peggior prezzo nella storia”, ha affermato Pak, aggiungendo che “nella situazione attuale, sarebbe un grave errore considerare queste parole come un mero avvertimento”.
Corea del Sud e Stati Uniti da lunedì 31 ottobre hanno iniziato esercitazioni aeree congiunte su vasta scala con l’impiego di circa 240 velivoli da combattimento. L’esercitazione “Vigilant Storm” si protrarrà sino a venerdì 4 novembre. La Corea del Sud ha mobilitato in tutto ben 140 aerei da combattimento, inclusi F-35A, F-15 ed F-16. Gli Stati Uniti, invece, prendono parte alla manovra con un centinaio di aerei da combattimento, inclusi cacciabombardieri F-35B – la versione a decollo corto e atterraggio verticale del velivolo – di stanza in Giappone. Tramite la manovra, Corea del Sud e Stati Uniti annunciano di voler rafforzare ulteriormente la deterrenza nei confronti della Corea del Nord.
La Corea del Nord ha proseguito nelle ultime settimane i lanci di proiettili d’artiglieria nelle “zone cuscinetto” in prossimità del confine marittimo di fatto tra le due Coree. Lo ha riferito lo stato maggiore congiunto delle forze armate sudcoreane, secondo cui l’Esercito nordcoreano ha lanciato oltre 900 proiettili d’artiglieria di diverso calibro e tipologia dallo scorso venerdì 14 ottobre. Nei giorni scorsi Pyongyang ha puntato l’indice contro le esercitazioni militari intraprese dalla Corea del Sud, definendo le manovre d’artiglieria un “avvertimento” e una “rappresaglia” nei confronti di Seul. Un comunicato dello stato maggiore dell’Armata del popolo coreano riferisce che l’Esercito ha adottato “potenti contromisure militari” alle esercitazioni sudcoreane. L’agenzia nordcoreana KCNA riferisce che il portavoce dello stato maggiore di Pyonyang ha intimato a Seul di interrompere immediatamente le “sconsiderate provocazioni” nella Penisola coreana.
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