di Guido Salerno Aletta
Una volta, ormai tanto tempo fa, le Banche centrali usavano intervenire sul mercato solo per correggerne gli andamenti indesiderati.
Le decisioni arrivavano all'improvviso, senza mai alcun preannuncio, e le riunioni periodiche erano coperte da un riserbo assoluto. Veniva data pubblicità solo alle decisioni sui tassi di interesse, mentre le misure concrete di rifinanziamento delle banche non venivano rese pubbliche.
Gli operatori, quando si rendevano conto che qualcosa stava andando per il verso sbagliato, già si mettevano in allarme: si attendevano un intervento, ma non sapevano né quando sarebbe stato deciso né l'entità della manovra.
Le correzioni sul mercato, una volta che la decisione della Banca centrale veniva annunciata, erano immediate e significative. In pratica, era una sferza oppure una bastonata, a seconda che si dovesse sostenere la ripresa dell'economia oppure piombare un andamento eccessivamente spumeggiante delle Borse.
Gli studi economici hanno via via fatto modificare questa prassi, sostenendo che il mercato non va corretto a posteriori ma guidato a priori: è prevalsa un po' dappertutto la teoria della forward guidance.
Questa trasparenza è stata imposta anche alle società quotate, che non solo devono comunicare con regolarità i piani futuri con i risultati attesi, ma soprattutto annunciare immediatamente ogni evento che possa incidere negativamente sulla gestione.
Per i governi è lo stesso: fino al 1978, in Italia, il Consiglio dei ministri si riuniva una volta al mese. Da allora, invece, le convocazioni sono almeno settimanali, in genere di venerdì mattina, quando le Camere non tengono seduta per dare modo ai parlamentari di tornare ai rispettivi Collegi elettorali. Perché, sempre una volta, tanto tempo fa, si riteneva che il contatto con il territorio fosse indispensabile per rappresentare correttamente le necessità delle imprese e le esigenze dei cittadini: la funzione di articolazione sociale era prevalente rispetto alla stessa rappresentanza di partito.
In materia di bilancio, pure: rispetto al piano varato a dicembre per l'anno successivo, si facevano gli assestamenti necessari verso giugno. I decreti legge erano emanati solo in caso di straordinaria necessità ed urgenza, come si prevede in Costituzione. Di recente, non solo sono diventati la regola, ma si anticipa alla stampa e si discute dappertutto per settimane dei prossimi decreti: le misure si accatastano, si sommano, si correggono una dopo l'altra senza sosta: in materia di contrasto all'epidemia di Covid, i DPCM si sono susseguiti senza sosta, così come i Decreti per i Sostegni e di recente per gli Aiuti volti a ridurre gli oneri per le bollette elettriche che aumentano in continuazione.
I bonus fiscali sono diventati una prassi alluvionale: dal Bonus Bebè al Diciottesimo compleanno, dal Bonus Cultura al Monopattino, dal Bonus Facciate al 110% per le Ristrutturazioni edilizie finalizzate al risparmio energetico ed agli interventi antisismici, dal Bonus mobili ed elettrodomestici a quello per le Finestre a doppi vetri. Se ne propone ora anche uno per il Matrimonio.
Inutile dire che anche a livello europeo accade lo stesso: le decisioni in materia di risparmio energetico e di transizione ecologica sono continuamente aggiornate.
Le Banche centrali non fanno altro che annunciare sempre nuove misure, esprimere continue preoccupazioni, lanciare moniti ed allarmi: non c'è giorno che un esponente della Bce o della Fed non rilasci una intervista o che non intervenga ad una Conferenza.
Dei politici lo sappiamo bene: per loro, anche se si vota ogni cinque anni, il consenso misurato quotidianamente è tutto. Ogni giorno, anche per loro, ci sono le Conferenze stampa, i comunicati ed i tweet.
Un delirio comunicativo assorbe l'attenzione dei cittadini, che cercano di capire in continuazione che cosa succede e che cosa succederà.
La situazione è sicuramente complessa, ma questa componente agitatoria non aiuta affatto.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento