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20/12/2022

USA - Altro che recessione in vista: il risparmio è già crollato

di Guido Salerno Aletta

Negli USA, il risparmio delle famiglie è crollato da un eccezionale 26,4% del secondo trimestre del 2020, quando l'economia fu bloccata per il Covid, al 2,8% del terzo trimestre di quest'anno. In tutte le statistiche degli anni precedenti, solo nel terzo trimestre del 2005 fu più basso, con il 2,4%: anche allora la Fed cominciò ad alzare senza sosta i tassi di interesse per frenare la corsa dei mutui immobiliari e la crescita dei prezzi delle case. Le famiglie più povere non ce la fecero a resistere: l'aumento dei tassi si rifletteva pesantemente sulle rate dei prestiti, che divennero troppo pesanti per essere rimborsati.

Il default dei debiti sub-prime delle famiglie americane del settembre del 2008 cominciò così, da lontano.

Le Banche Centrali sono miopi, e non da ora: per governare la dinamica dell'economia, aumentando o diminuendo i tassi di interesse, oppure immettendo o ritirando liquidità, si accontentano di guardare i dati dell'inflazione, della domanda interna e della produzione.

In America, una considerazione particolare viene rivolta al tasso di disoccupazione: se è pari o inferiore al 4%, significa che l'economia corre sostenuta. In questi casi, se c'è un tasso di inflazione superiore al 2%, occorre mettere un freno ed alzare i tassi di interesse, se del caso riducendo la liquidità sul mercato vendendo i titoli in portafoglio.

C'è un dato ulteriore che andrebbe tenuto sotto stretto controllo: il risparmio delle famiglie come percentuale del reddito disponibile. Questo risparmio, in genere precauzionale, è influenzato sia dall'andamento del reddito sia dalla propensione al consumo: le famiglie più abbienti hanno maggiori possibilità di risparmiare rispetto a quelle più povere.

C'è stato un evento di eccezionale impatto economico e sociale, a partire dal secondo trimestre del 2020: il blocco delle attività economiche per via della epidemia di Covid cui gli Stati hanno cercato di ovviare offrendo sostegni straordinari alla popolazione ed alle imprese con integrazioni dei redditi e garanzie sui prestiti.

Le restrizioni necessarie per evitare i contagi hanno ridotto drasticamente gli acquisti delle famiglie, riflettendosi contabilmente in una eccezionale propensione al consumo: risparmiavano così tanto solo perché non potevano spendere.

Si è creata una bolla di liquidità che si è andata sgonfiando e poi rigonfiando rapidamente, seguendo esattamente il ritmo stagionale dell'epidemia: nei mesi estivi, quando l'attività economica poteva riprendere per via della minore virulenza del contagio, la liquidità scendeva per poi risalire con la stagione invernale.

Dal primo trimestre del 2021, quando era risalita al 20,4% dopo essere calata al 13,7% alla fine del 2020, la percentuale di risparmio sul reddito disponibile è diminuita costantemente: la fiammata dei prezzi al consumo, dai combustibili per le vetture alle bollette elettriche ai generi alimentari, ha "asciugato" velocemente tutto il risparmio eccessivo accumulato in precedenza. Questo è stato il gigantesco trasferimento di risorse monetarie che è stato determinato dall'inflazione.

In pratica, finora i prezzi non sono scesi ed i consumi non sono diminuiti solo perché le famiglie hanno dato fondo alle risorse accumulate come risparmio eccezionale.

Ma ora questa capacità di risparmio rispetto al reddito è crollata e l'effetto del rialzo dei tassi, arrivati al 4%, può essere drammatico anche a causa della forte dinamica degli acquisti di immobili che è stata determinata dalla fase precedente della politica monetaria, con i tassi di interesse che erano stati portati a zero.

Le famiglie americane che si sono indebitate a tassi eccezionalmente bassi per acquistare immobili possono essere schiacciate dalla morsa degli aumenti: i prezzi al consumo da una parte ed i tassi di interesse sui mutui dall'altra.

Tutte, comunque, vedono crollare il loro risparmio in percentuale del reddito.

Più che un campanello di allarme, è la sirena di una nave che suona a ripetizione di fronte ad un iceberg: ma non è l'iceberg che si sposta per evitare la collisione.

È la rotta della nave che va cambiata, prima che sia troppo tardi.

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