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30/12/2022

La pandemia differenziata

Nella confusione totale il governo Meloni si arrabatta come può tra vincoli europei, promesse elettorali irrealizzabili, tic fascisti (su rave, scioperi, anniversari, ecc.) e tafazzismo quasi comico. Le sedute notturne al Senato, per arrivare in tempo all’approvazione definitiva della “manovra”, fra “ghigliottine”, emendamenti e “ad oltranza”, testimoniano della difficoltà di mettere insieme la rava e la fava.

Le cose più pericolose, per i ceti popolari, sono quelle di cui meno parlano i media mainstream (flat tax per gli autonomi, reddito di cittadinanza, pensioni tagliate, sanità spinta scientemente al collasso finale, spese militari in fantasmagorico aumento, ecc.).

E solo queste meriterebbero decine di articoli,che cerchiamo di redarre o riprodurre (le nostre forze sono, ahinoi, ancora limitate).

In generale, possiamo dire che come sempre i fascisti al governo mettono in atto le stesse politiche padronali pretese dai liberisti “liberali”, ma con quel tocco in più di autoritarismo che sembra – anche ai “liberali” – diventare “necessario” quando la crisi preme alle porte e l’esagerazione nell’impoverire i poveri potrebbe generare resistenze indesiderate.

Ma ci sono anche gli aspetti comici, o quasi, su cui si esercitano anche i liberisti-liberali, magari facendo finta di non essere sulla stessa lunghezza d’onda dei “nostalgici” al governo.

In questi giorni tutti i media di regime hanno adottato la linea di tre anni fa, agli albori della pandemia da Covid-19, sparando a raffica titoli sulla “sindrome cinese”, i “milioni di morti”, l’”inefficacia dei vaccini di Pechino” rispetto a quelli euro-atlantici, ecc..

Il copione è noto: la Cina è il prossimo nemico dell’Occidente neoliberista, dunque bisogna metterne in luce la cattiveria, l’aggressività (anche se Pechino, al contrario degli Usa non ha mai invaso nessuno...), la pericolosità, e al tempo stesso l’inefficienza, la debolezza, la stupidità.

È noto anche che la strategia “zero Covid” adottata a inizio pandemia in Cina aveva fortemente limitato la diffusione del virus e delle vittime, mentre in tutto l’Occidente dilagavano contagi e morti (quasi un milione e centomila nei soli Stati Uniti, sui 100 milioni di ammalati). Ma al prezzo di continui lockdown che hanno messo spesso in difficoltà – oltre all’economia di Pechino – la continuità della forniture in una serie di comparti produttivi a livello globale.

Le prime proteste di massa contro i lockdown ripetuti hanno portato Xi Jinping e gli altri dirigenti a “mollare la presa”, riducendo ai minimi termini le misure di prevenzione, forse facendo affidamento sul relativamente elevato tasso di vaccinazione della popolazione (vedi la grafica qui sotto).

Inevitabile a quel punto l’esplosione dei contagi, la pressione sul sistema ospedaliero e l’aumento rapido del numero dei morti, specie nelle fasce di popolazione più anziana. I virus, ovviamente, non fanno differenza tra regimi politici o modelli economici...

Ma la misura più dirompente è stata certamente l’abolizione dei limiti all’ingresso e all’uscita dal paese, eliminando la quarantena obbligatoria per chi arriva dall’estero.

La parte “comica” – si fa per dire – è che nell’Occidente neoliberista sta accadendo da mesi la stessa cosa. Qui in Italia, in particolare, non si rendono più noti il numero dei contagi e delle ospedalizzazioni, mentre solo il numero dei morti fa qualche volta capolino nelle cronache (si viaggia ben oltre i 100 al giorno, in queste settimane).

La situazione è quindi quasi paradossale. Qui e lì si sta adottando quasi la stessa strategia (sbagliata), ma la “narrazione” deve colpire comunque “il nemico”.

Per un governo cripto-”no vax” non ci poteva essere coincidenza più imbarazzante. Con enorme fatica, tante polemiche e molta “originalità” era appena stato fatto passare – nel “decreto anti-rave”! – un codicillo per riammettere in servizio i medici che avevano rifiutato di vaccinarsi.

A contorno, da settimane, nessuno parla più di tamponi obbligatori, di quarantena (più o meno lunga), in ossequio alla linea ufficiale di governo e imprese: il virus è finito.

Maledetti cinesi...

Nelle stesse ore i primi aerei cominciano ad arrivare di nuovo dalla Cina e, viste le notizie da laggiù, il ministro della Salute Schillaci ha disposto l’obbligatorietà dei tamponi antigenici obbligatori per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina. Nel caso di positività – uno su due, dicono le cronache – scatta anche l’obbligo di quarantena.

Il risultato è chiaro. Se sei positivo ma vieni dalla Cina, indipendentemente dalla nazionalità, sei pericoloso, contagioso e da isolare.

Se ti sei contagiato in Italia – indipendentemente dalla nazionalità – ssst!, puoi andartene in giro tranquillo e nessuno ti chiederà nulla.

Dite voi come sta di cervello un governo che si inventa la pandemia differenziata...

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