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21/12/2022

Perù - Il punto di vista del Partico comunista peruviano sulla situazione del Paese

Traduciamo e pubblichiamo questo articolo di Manuel Guerra, segretario generale del Partito Comunista del Perú, sulle sfide politiche apertesi dopo la destituzione di Pedro Castillo il 7 dicembre e lo sviluppo di una poderosa contestazione popolare.

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Affrontare le sfide

Nel tentativo di uscire dall’angolo in cui si trovava, Pedro Castillo ha fatto ricorso a un golpe, un atto che ha rappresentato il suo suicidio politico, consegnando la sua testa su un piatto d’argento all’ultra-destra, che fin dall’inizio del suo governo ha agito senza sosta per estrometterlo o rimuoverlo dall’incarico.

Era inutile che facesse concessioni, che facesse passi indietro, che avallasse il modello consegnando posizioni chiave a operatori neoliberali, che assumesse una politica di sottomissione all’imperialismo statunitense, che tradisse le aspettative popolari abbandonando le promesse elettorali.

Con la nomina di Dina Boluarte alla presidenza della Repubblica e la composizione dell’attuale gabinetto, si apre un nuovo scenario più fluido. Si è aperto un nuovo scenario in cui la destra ha ripreso le redini del governo.

Il problema per questo settore è che, con il posto vacante di Castillo, per mano di un Congresso corrotto e mediocre, si sono messi in difficoltà da soli. Il Congresso, corrotto e mediocre, ripudiato dalla stragrande maggioranza del popolo peruviano, ha scatenato la reazione di un’ampia fetta del popolo peruviano.

L’indignazione popolare è scesa in piazza in piazza reclamando la cacciata dell'intera classe politica, l’immediata convocazione di elezioni generali e l’insediamento di un’Assemblea Costituente come meccanismo per la rifondazione della Repubblica.

L’esplosione popolare è deflagrata spontaneamente, non tanto per chiedere la reintegrazione di Pedro Castillo alla presidenza, quanto per chiedere cambiamenti reali, una questione che la destra e i demagoghi in carica non possono risolvere.

L’aspetto positivo della crisi è che mette in luce i problemi di fondo, rivela chiaramente le diverse posizioni delle classi e le loro rappresentanze politiche, apre opportunità ed espone a sfide, genera vuoti e riordini, apre la strada alla creazione di un nuovo sistema politico e alla politicizzazione delle masse; un palcoscenico in cui si svolge una lotta serrata per condurre il movimento verso un determinato risultato.

È necessario impegnarsi in questa battaglia con determinazione, per prendere parte attiva alla lotta di classe che si sta acuendo e approfondendo. È possibile che questo risultato avvenga attraverso un canale elettorale, con un vantaggio momentaneo per la destra, se si tiene conto della debolezza dei settori della sinistra (...) con le enormi difficoltà nell’articolarsi di solidi livelli di unità.

Ma il problema di fondo non si limita alla situazione attuale. Chi aspira ad aprire una nuova direzione per il nostro Paese deve lavorare instancabilmente nel presente senza smettere di guardare all’orizzonte.

La crisi e la decomposizione del modello neoliberale non si risolveranno nel breve periodo, né con elezioni anticipate. Il fattore fondamentale dell’accumulazione strategica di forze è la lotta per una nuova Costituzione che rifondi la Repubblica. È in quest’ottica che dobbiamo lavorare affinché le battaglie di oggi siano orientate in questa prospettiva.

L’Assemblea Nazionale dei Popoli (ANP) deve diventare lo spazio unificante dei settori sociali, politici e culturali in lotta. Deve essere organizzata in ogni regione, provincia e centro di massa, superando la visione e i metodi sindacalisti imposti in modo burocratico.

Inoltre, dobbiamo ricostruire l’unità della sinistra e del progressismo con un lavoro di base e non solo con incontri ai massimi livelli. La dinamica della lotta di classe ci richiede un profondo rinnovamento, ampiezza di vedute, coerenza tra ciò che predichiamo e ciò che facciamo.

Un altro Perù è possibile, uniti possiamo raggiungerlo!

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