Una settimana fa la Ue e la Nato hanno sottoscritto una nuova dichiarazione congiunta sulla cooperazione tecnologica e militare tra questi due apparati dell’imperialismo.
Sul piano dell’individuazione del nemico strategico, il documento comune Ue-Nato sottolinea quella che viene definita come una guerra “brutale della Russia all’Ucraina” e presenta la “crescente assertività della Cina come una sfida”.
In continuità con le precedenti dichiarazioni sottoscritte nel 2016 e 2018, la nuova dichiarazione Ue-Nato individua delle nuove aree in cui le due organizzazioni intendono rafforzare e approfondire la cooperazione.
In passato, sono stati introdotti nell’agenda comune le minacce e le guerre ibride o la mobilità militare (vedi Tav e corridoi ferroviari militari ) arrivando ad identificare addirittura 42 aree di cooperazione.
Il documento firmato il 10 gennaio individua nuove aree sulle quali concentrare gli sforzi di cooperazione politica, militare e tecnologica, in modo particolare nei seguenti settori: competizione geostrategica, protezione delle infrastrutture critiche, tecnologie emergenti, lo spazio e le implicazioni di sicurezza del cambiamento climatico; interferenze e manipolazione delle informazioni esterne.
Per quel che riguarda le tecnologie emergenti e la protezione delle infrastrutture critiche, la Nato e l’Ue stanno lavorando su varie iniziative. Nel vertice del 2021 a Bruxelles, la Nato ha lanciato il programma DIANA – l’acceleratore dell’innovazione in materia difesa della Nato (Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic) che prevede di insediare a Torino uno dei poli dedicato all’aerospazio e a progetti con TRL (Technology Readiness Level) 3-7.
Appare poi di particolare importanza strategica l’inserimento dello spazio tra i settori sui cui approfondire la collaborazione tra Ue e Nato. Occorre rammentare che nel 2019 la Nato ha riconosciuto lo spazio come nuovo dominio operativo definendone anche le ambizioni operative. Ma la Nato in quanto tale non possiede proprie capacità spaziali e utilizza quelle degli stati membri che ne sono dotati. Diversamente dalla Nato, l’Unione europea, tramite i programmi Copernicus e Galileo e nuovi investimenti si sta invece facendo largo tra i soggetti internazionali con capacità spaziali proprie.
In Europa, attraverso le attività della Ue e dell'ESA (agenzia spaziale europea), è in fase di definizione quella che viene individuata come governance spaziale europea. L’Ue presenterà nel corso di quest’anno una Strategia spaziale per la sicurezza e la difesa per operare in uno spazio diventato sempre più congestionato, competitivo e contestato.
L’esplicitazione di una partnership tra Nato e Ue su questo tema (con coinvolgimento potenziale anche dell’ESA) lancia un segnale di “affronto nello spazio” a quei paesi “rivali” già proiettati da tempo oltre l’orbita terrestre, come Russia e Cina.
Secondo la newsletter atlantista Affari Internazionali, la dichiarazione (di cooperazione Ue-Nato, ndr) “riconosce inoltre il valore di una difesa europea più forte e capace, complementare alla Nato e interoperabile con essa. Questo è un punto particolarmente importante considerate le difficoltà e le tensioni emerse tra gli europei su come interpretare il rafforzamento della difesa e dell’industria della difesa europee (...) In questo senso, è incoraggiante leggere nel 7° Rapporto sul progresso della cooperazione NATO-UE pubblicato a giugno 2022 che il dialogo e le consultazioni politiche tra le due organizzazioni sono state approfondite. Non si tratta di un dialogo facile, ma quanto mai necessario, per garantire la sicurezza dell’area euro-atlantica e delle sue democrazie”.
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