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30/01/2023

Guerra in Ucraina - La maggioranza degli italiani ancora contraria all'invio di armi

Se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, è arrivata una ulteriore conferma che la maggioranza della popolazione nel nostro paese non è d’accordo con governo e parlamento nell’inviare ancora armi all’Ucraina. E che soprattutto vuole che la guerra cessi a qualunque costo, anche quello di bypassare la leaderhisp ucraina.

Un nuovo sondaggio di Euromedia Research, presentato dalla sua direttrice Alessandra Ghisleri, conferma infatti che la maggioranza degli italiani (il 52%) rimane contraria all’invio di armi all’Ucraina.

Il campione intervistato si schiera anche contro un eventuale intervento della Nato nel conflitto. E la maggioranza relativa pensa che la guerra finirà con un cessate il fuoco negoziato con la Russia che poi sarà imposto a Kiev. Le opzioni che raccolgono maggiori consensi sono quelle di: “Negoziare con i russi un cessate il fuoco alle spalle degli ucraini per imporlo agli aggrediti” (38,2%), “ridurre il sostegno militare a Kiev per convincere Zelensky dell’impossibilità di vittoria” (25,6%), “entrare in guerra per salvare l’Ucraina e distruggere la Russia a rischio di distruggere anche se stessi” (8,4%). Un quarto degli intervistati “non sa e non risponde” (27,8%).

Solo un terzo degli intervistati (33,9% ) ritiene doveroso il sostegno all’invio dei carri armati tedeschi Leopard 2 all’Ucraina, mentre il 58% è contrario in quanto vede in questa scelta la possibilità di un inasprimento del conflitto. Il 68% degli intervistati si dice contrario anche a un eventuale intervento della Nato nella guerra.

Gli italiani sentono il conflitto in Ucraina ancora lontano, ma tra i giovani la percezione è assai diversa: il 15,8% sente vicine le ostilità della guerra e il 51% le sente addirittura prossime.

La Ghisleri ha spiegato nel programma Rai “Porta a Porta” che la percezione che è peggiorata rispetto a un altro sondaggio – sempre a cura di Euromedia Research – effettuato a metà dicembre, nel quale i dati erano indubbiamente più improntati all’ottimismo rispetto ad adesso e che la percentuale di contrari all’invio di armi è aumentata rispetto a dicembre. Mentre i favorevoli sono leggermente in calo nonostante la propaganda di guerra a televisioni unificate.

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