La madre di Andrea Rocchelli, il reporter italiano indipendente ucciso nel 2014 in Donbass dalle truppe banderiste di Kiev, ha annunciato di aver fatto appello al Tribunale dell’Aja.
La famiglia di Andrea Rocchelli ha infatti deciso di non rassegnarsi alla sentenza della Corte di Cassazione che aveva assolto in via definitiva il comandante neonazista dell’esercito ucraino Vitaly Markiv, cancellando così la precedente condanna di quest’ultimo a 24 anni con l’accusa di aver diretto l’attacco che causò la morte del reporter italiano e far tacere una voce scomoda che documentava i crimini dell’esercito di Kiev e delle milizie ucraine contro la popolazione russofona del Donbass.
La madre di Andrea Rocchelli, Elisa Signori, attraverso un intervento sul sito di Articolo 21 spiega il punto sulla situazione e le iniziative che intende intraprendere: “Sono passati 8 anni e 7 mesi da quell’attacco e il delitto è tuttora impunito. Nel frattempo la magistratura italiana ha esaminato la vicenda in un processo in tre gradi, svoltosi tra il 2018 e il 2021, a carico del miliziano Vitali Markiv, accusato di concorso in omicidio, e contro lo Stato ucraino come responsabile civile dell’attacco.
Dopo una condanna a 24 anni comminata in primo grado, la Corte d’appello ha concluso con un’assoluzione per un vizio di forma nella raccolta delle testimonianze e la Cassazione ha confermato tale conclusione. Ma le motivazioni delle sentenze di I e II grado di giudizio sono state concordi nell’indicare nell’esercito ucraino e nella GN i responsabili del deliberato attacco con armi pesanti contro i giornalisti, civili inermi”.
L’atteggiamento delle istituzioni ucraine su questa vicenda non è mai cambiato.
“Hanno respinto ogni addebito nella vicenda: dapprima – ricostruisce Elisa Signori – eludendo e boicottando ogni richiesta di indagine, poi, a processo avviato, denigrando la magistratura italiana come asservita al governo russo, costruendo ad arte una narrazione autoassolutoria e in ogni modo cercando di influenzare il processo nel suo corso.
Infine, a processo concluso, glorificando con grande impegno mediatico l’operato dell’esercito e della Guardia Nazionale, eroi e benemeriti della difesa della patria dai suoi nemici interni ed esterni”.
“L’escalation militare avvenuta nel 2022 ha però suscitato un interesse nuovo. Il 2 marzo 2022 – prosegue la madre di Rocchelli – è stata creata un’apposita commissione, presieduta dal procuratore Karim Ahmad Khan, che esaminerà e indagherà sui crimini di guerra commessi in Ucraina da chiunque a partire dal novembre 2013 sino ad oggi.
Ciò costituisce una svolta e in tale prospettiva riteniamo, noi, la famiglia di Andrea Rocchelli, che la sua uccisione, quella cioè di un civile inerme, annientato mentre compiva il proprio lavoro di fotogiornalista, sia di pertinenza di tale commissione e meritevole di un’indagine volta a ristabilire verità e giustizia”.
La madre di Rocchelli annuncia quindi di aver “sottoposto il caso all’attenzione del tribunale dell’Aja convinti – scrive – che si tratti di un atto dovuto, giusto e necessario, perché il tempo passato e l’attuale tragedia dell’Ucraina non sbiadiscono la brutalità di un attacco di forze armate regolari contro un bersaglio civile, non ne mutano il senso di un attacco alla libertà dell’informazione, né attenuano le responsabilità di chi l’ha ordinato, eseguito, avallato”.
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