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19/01/2023

Palermo, Genova, Livorno: si moltiplicano gli incidenti nei porti italiani

USB: ecco il frutto della privatizzazione delle banchine

In questi giorni, purtroppo, dobbiamo segnalare una serie d’incidenti avvenuti sulle banchine del porto di Genova e di Palermo. Tutto ciò senza dimenticare i fatti avvenuti nel porto di Livorno poco meno di un mese fa. Questi avvenimenti hanno in comune il fatto di aver coinvolto navi attraccate nei porti sopra menzionati.

A Palermo la nave traghetto la Superba, ha preso fuoco per via di un probabile cortocircuito in un container frigo. A bordo vi erano 184 passeggeri e se l’incendio fosse divampato in alto mare oltre che a rendere più complicato il salvataggio dei passeggeri e dei marittimi si sarebbe corso il rischio di conseguenze ben più gravi come, peraltro già successo anni fa.

Al terminal Messina di Genova una nave ormeggiata contenente al proprio interno ecoballe (rifiuti) si è posta su di un fianco per un errore di galleggiamento rischiando di colpire la Paceco (GRU) e di farla cadere. Incidente simile ad un altro verificatosi sempre nello stesso terminal anni prima. In quel caso la gru venne effettivamente colpita crollando.

Pochi giorni fa un traghetto della Tirrenia ormeggiato presso la banchina delle riparazioni navali, sempre a Genova, ha rotto gli ormeggi andando ad urtare il traghetto vicino.

Ricordiamo che incidenti di questo tipo sono già accaduti in passato come nel caso di Livorno qualche settimana fa, dove per il forte vento la nave Eco Valencia ruppe gli ormeggi andando ad urtare la banchina adiacente e anche in questo caso fortunatamente non vi furono grosse conseguenze.

Questa serie di gravi incidenti ci portano a fare una riflessione che riguarda la continua privatizzazione delle banchine, soprattutto da parte dei vari armatori di turno, che si vantano di investire milioni di euro mentre ci si trova davanti navi con seri problemi di sicurezza.

Continuiamo e continueremo a denunciare che la privatizzazione è il problema e non è di certo la soluzione. Lasciare nelle mani di un vero monopolio di privati il patrimonio storico, economico e sociale dei nostri porti non sta portando i risultati a lungo promessi ma sta permettendo solo di riempire le tasche di imprenditori a discapito di lavoratori e cittadini che dal porto hanno tratto ricchezza per la propria comunità creando posti lavoro e tenendo vive le proprie città.

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