La ministra tedesca della Difesa Christine Lambrecht, socialdemocratica, dopo lunghi mesi di polemiche e critiche, non solo da parte dell’opposizione, si è dimessa dal suo incarico estremamente delicato in questa fase di guerra.
Lo scoppio della guerra in Ucraina, ha posto la questione della Difesa in primo piano nelle priorità della Germania, facendo emergere via via l’inadeguatezza di Lambrecht, che in passato si dichiarava come una pacifista.
Il cancelliere Olaf Scholz a febbraio dello scorso anno, ha annunciato la grande svolta della politica della Difesa aumentando vertiginosamente le spese militari e la Lambrecht è stata subito messa sotto attacco per una gestione troppo poco entusiasta della svolta.
Il gossip politico parla di incidenti per favoritismi verso il figlio e per dichiarazioni informali durante Capodanno, ma il fatto più grave e significativo è un altro.
Il 21 dicembre, il ministro della Guerra Christine Lambrecht aveva risposto alla domanda se l’Ucraina potesse sperare nella consegna di veicoli da combattimento della fanteria tedesca del tipo “Marder” dalle scorte industriali affermando che: “Non forniremo alcun Marder della Bundeswehr. Ne abbiamo bisogno.”
Ma quindici giorni dopo, il l6 gennaio, il suo ministero l’ha smentita annunciando che “l’iniziativa tedesco-americana per la consegna di veicoli corazzati per il trasporto di personale di tipo occidentale prevede che La Germania metterà Marder a disposizione dell’Ucraina come donazione da scorte industriali o della Bundeswehr”.
Era evidente che le pressioni Usa e Nato avevano prevalso e che per la ministra della Difesa tedesca, in tempi di guerra in Europa non c’era più futuro.
L’annuncio del nome del suo successore (uomo o donna) è atteso domani 17 gennaio, secondo Frankfurter Allgemeine Zeitung, che cita fonti governative. Tra i candidati a sostituirla ci sono il leader dell’Spd Lars Klingbeil, l’attuale ministro del Lavoro Hubertus Heil (Spd), Siemtje Möller, la 39enne socialdemocratica sottosegretario di Stato al ministero della Difesa.
Le dimissioni della ministra Lambert rivelano l’ulteriore tassello della profonda crisi delle classi dirigenti tedesche e della fragile coalizione di governo tra Spd, Liberali e Verdi che hanno messo in piedi.
Dopo i Verdi in piena bufera per la proteste ecologiste alla miniera di Lutzerath adesso anche la SPD naviga in acque agitate. La linea guerrafondaia fin qui seguita sta logorando l’esecutivo della Germania.
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