È in via di approvazione alle Nazioni Unite la definizione di antisemitismo avanzata dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance, Alleanza Internazionale per il Ricordo dell’Olocausto), organizzazione intergovernativa presente in 31 Paesi.
L’estensore di quella che in seguito è diventata comunemente nota come definizione di antisemitismo dell’IRHA, compresi gli esempi ad esso associati, è stato l’avvocato statunitense Kenneth S. Stern.
Tuttavia, in una testimonianza scritta presentata al Congresso USA, lo stesso Stern ha denunciato che la sua originaria definizione è stata utilizzata per uno scopo totalmente diverso da quello per il quale era stata pensata. Secondo Stern, in principio era stata ideata come una “definizione provvisoria” con l’obiettivo di cercare di standardizzare la raccolta di dati sull’incidenza dei delitti d’odio antisemita in Paesi diversi. Non è mai stata pensata per essere utilizzata come lo si sta facendo ora. Nello stesso documento Stern condanna specificatamente come improprio l’uso della definizione per questi scopi, citando in particolare la restrizione alla libertà di parola nelle università della Gran Bretagna, e riferendosi come esempi alle università di Manchester e di Bristol.
Negli ultimi anni, la lotta contro l’antisemitismo è stata sempre più strumentalizzata dal governo israeliano e dai suoi sostenitori nel tentativo di delegittimare la causa palestinese e mettere a tacere i difensori dei diritti palestinesi. Sviare la necessaria lotta contro l’antisemitismo in funzione di un tale programma minaccia di svilire questa lotta e quindi di screditarla e indebolirla.
L’antisemitismo deve essere smascherato e combattuto indipendentemente da qualsiasi pretesto, nessuna espressione di odio per gli ebrei in quanto ebrei dovrebbe essere tollerata in nessuna parte del mondo.
Ma la lotta contro l’antisemitismo deve essere affrontata in termini di principi, per evitare di vanificare il suo scopo. Attraverso gli “esempi” che fornisce, la definizione IHRA confonde giudaismo con sionismo, presupponendo che tutti gli ebrei siano sionisti e che lo stato di Israele nella sua realtà attuale incarni l’autodeterminazione di tutti gli ebrei. Siamo profondamente in disaccordo con questo. La lotta contro l’antisemitismo non deve essere trasformata in uno stratagemma per delegittimare la lotta contro l’oppressione dei palestinesi, la negazione dei loro diritti e la continua occupazione della loro terra.
Qui di seguito il testo della lettera che alcune associazioni italiane hanno inviato al governo italiano e alle Nazioni Unite
L’estensore di quella che in seguito è diventata comunemente nota come definizione di antisemitismo dell’IRHA, compresi gli esempi ad esso associati, è stato l’avvocato statunitense Kenneth S. Stern.
Tuttavia, in una testimonianza scritta presentata al Congresso USA, lo stesso Stern ha denunciato che la sua originaria definizione è stata utilizzata per uno scopo totalmente diverso da quello per il quale era stata pensata. Secondo Stern, in principio era stata ideata come una “definizione provvisoria” con l’obiettivo di cercare di standardizzare la raccolta di dati sull’incidenza dei delitti d’odio antisemita in Paesi diversi. Non è mai stata pensata per essere utilizzata come lo si sta facendo ora. Nello stesso documento Stern condanna specificatamente come improprio l’uso della definizione per questi scopi, citando in particolare la restrizione alla libertà di parola nelle università della Gran Bretagna, e riferendosi come esempi alle università di Manchester e di Bristol.
Negli ultimi anni, la lotta contro l’antisemitismo è stata sempre più strumentalizzata dal governo israeliano e dai suoi sostenitori nel tentativo di delegittimare la causa palestinese e mettere a tacere i difensori dei diritti palestinesi. Sviare la necessaria lotta contro l’antisemitismo in funzione di un tale programma minaccia di svilire questa lotta e quindi di screditarla e indebolirla.
L’antisemitismo deve essere smascherato e combattuto indipendentemente da qualsiasi pretesto, nessuna espressione di odio per gli ebrei in quanto ebrei dovrebbe essere tollerata in nessuna parte del mondo.
Ma la lotta contro l’antisemitismo deve essere affrontata in termini di principi, per evitare di vanificare il suo scopo. Attraverso gli “esempi” che fornisce, la definizione IHRA confonde giudaismo con sionismo, presupponendo che tutti gli ebrei siano sionisti e che lo stato di Israele nella sua realtà attuale incarni l’autodeterminazione di tutti gli ebrei. Siamo profondamente in disaccordo con questo. La lotta contro l’antisemitismo non deve essere trasformata in uno stratagemma per delegittimare la lotta contro l’oppressione dei palestinesi, la negazione dei loro diritti e la continua occupazione della loro terra.
Qui di seguito il testo della lettera che alcune associazioni italiane hanno inviato al governo italiano e alle Nazioni Unite
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Al Ministro degli Esteri Italiano, Antonio Tajani
Al Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, Maurizio Massari
Oggetto: adozione della definizione dell’antisemitismo proposta dall’IHRA all’esame della Assemblea Generale dell’ONU il 27 Gennaio 2023, giorno di commemorazione dell’Olocausto designato dall’Assemblea Generale dell’ONU
Come associazioni della società civile in Italia auspichiamo che si arrivi ad una soluzione giusta e pacifica in Medio Oriente e siamo nel contempo consapevoli dell’espansione di opinioni razziste ed antisemite in Europa ed Italia, ma anche preoccupati dell’uso arbitrario e fortemente politicizzato, da parte dei successivi governi israeliani, che si fa della “definizione operativa” proposta dall’IHRA, (Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto) nel 2016.
Molti colleghi ebrei hanno condiviso la loro opposizione all’adozione di questa definizione, che non combatterebbe l’antisemitismo, ma minerebbe “la difesa e l’applicazione della legislazione internazionale da parte dell’ONU nel caso dei rapporti Israelo-Palestinesi”.
Molte personalità e organizzazioni ebree rigettano la definizione dell’antisemitismo proposta dall’IHRA per il voto alla Assemblea Generale dell’ONU, perché è stata e sarebbe utile solo come arma politica per lo Stato di Israele, assimilando tutti gli ebrei sotto il suo ombrello e colpevolizzando ogni dissenso legittimo contro le politiche di tutti i suoi successivi governi. Qui il testo della loro posizione:
Per diversi anni la definizione operativa di antisemitismo dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) è stata sistematicamente utilizzata per false accuse di antisemitismo contro i critici del regime israeliano. Serve a proteggere Israele, non gli ebrei. La sua formulazione si adatta bene a questo ruolo politico per armare false accuse, come documentato in un rapporto, “The IHRA Definition at Work” (la Definizione Operativa IHRA). Il governo israeliano ha esteso tali false accuse contro gli organismi delle Nazioni Unite e le relazioni degli esperti che difendono il diritto internazionale e i diritti umani contro l’oppressione israeliana in Palestina.
Ad esempio, Israele ha imposto un “regime di apartheid” di discriminazione razziale al popolo palestinese, secondo un rapporto del 2017 di un organismo delle Nazioni Unite, redatto da Richard Falk, un ex investigatore dei diritti umani delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, e Virginia Tilley, docente di scienze politiche alla Southern Illinois University. Il loro rapporto è stato falsamente denunciato come antisemita. Questa denuncia si è servita degli esempi allegati alla definizione dell’IHRA, per cui chiamare Israele “una costruzione razzista” è presumibilmente antisemita.
Più recentemente Gilad Erdan, ambasciatore israeliano all’ ONU, ha denunciato l’ agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) e la Corte Penale Internazionale come antisemiti. Ora chiede che l’Assemblea Generale ONU (UNGA) adotti la definizione IHRA che verrebbe utile per legittimare le false allegazioni.
Per queste ragioni numerosi studiosi internazionali hanno collegialmente chiesto all’ UNGA di respingere la definizione IHRA.
Nel suo rapporto la prof.ssa E. Tendayi Achiume, rapporteur speciale ONU sulle forme contemporanee di razzismo “cautela nell’ affidarsi alla definizione operativa IHRA come strumento per e all’ interno dell’ONU e delle sue entità costitutive”
Dal 2018 la definizione IHRA è stata contrastata da piu di 40 gruppi ebraici in tutto il mondo.
Vi preghiamo di respingere l’errata definizione dell’IHRA che mina il mandato delle Nazioni Unite per il diritto internazionale e i diritti umani.
Firmato da David Cannon, Chair of Jewish Network for Palestine (JNP) per International Jewish Anti-Zionist Network (IJAN), JNP, Jewish Socialists’Group (JSG) e Jewish Voice for Labour Jewish Network for Palestine (JVL).
Ricordiamo anche che la stessa definizione IHRA è per altro stata inizialmente proposta come definizione operativa e senza forza vincolante, ma tuttavia viene spesso utilizzata con potere vincolante dalle istituzioni di molti Paesi.
Più di 350 studiosi internazionali che lavorano nel campo dell’antisemitismo, che sono ebrei, israeliani, palestinesi e mediorientali, hanno chiesto di respingere l’errata definizione dell’IHRA che mina il mandato delle Nazioni Unite per il diritto internazionale e i diritti umani, dettagliando le potenzialità di uso strumentale della definizione, senza essere efficace nel diminuire l’antisemitismo. https://jerusalemdeclaration.org.
Egregio Ministro ed egregio Ambasciatore, alla luce di quanto sopra riteniamo che l’Italia, pur avendo nel 2020 accolto la definizione IHRA inclusi i suoi esempi (https://www.governo.it/sites/governo.it/files/documenti/documenti/Presidenza/NoAntisemitismo/StrategiaNazionale/StrategiaNazionaleLottaAntisemitismo_def.pdf), debba modificare la propria posizione facendosi promotrice presso l’ONU di politiche di contrasto all’antisemitismo meno criticabili e più condivisibili anche dalle organizzazioni e dagli studiosi ebrei sopra citati.
Mille grazie per la vostra cortese attenzione
Associazione in Italia degli Amici dei Prigionieri Palestinesi
ALKEMIA – ATS
Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese Onlus
BDS Italia
Comitato con la Palestina nel Cuore
Cultura e libertà
Defense for Children, Italia
Forum Palestina
Medicina Democratica, onlus
New Weapons Research Group, odv
ODV Salaam Ragazzi dell’Olivo, Comitato di Trieste
Per non dimenticare – ODV
Rete Bioregionale Italiana
Rete romana di solidarietà con il Popolo Palestinese
ULAIA ARTESUD ODV
USB - Unione Sindacale di Base
Fonte
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