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08/04/2024

Da Trump a Stoltemberg espliciti inviti all’Ucraina a cedere territori in cambio di pace

Due voci stanno circolando in queste ore indicando che siano crescenti le pressioni degli “alleati” su Kiev per negoziare una pace con la Russia, anche cedendo territori come la Crimea e il Donbass.

Secondo quanto riporta il Washington Post, Donald Trump ha fatto conoscere il suo orientamento sulla possibile conclusione della guerra in Ucraina. “Premere su Kiev affinché ceda la Crimea e la regione di confine del Donbas alla Russia”. È questo secondo il WP il piano segreto di Donald Trump per mettere fine alla guerra fra Ucraina e Russia. L’ex presidente e candidato a riesserlo, ritiene che sia la Russia sia l’Ucraina “vogliono salvare la faccia e avere una via di uscita”. Trump è convinto anche che per alcune aree dell’Ucraina andrebbe bene essere parte della Russia.

Se le idee di Trump non sono proprio una novità, a sorprendere ancora di più sono state le affermazioni del segretario della Nato Stoltemberg rilasciate in una intervista alla BBC. “La maggior parte delle guerre finisce al tavolo delle trattative e l’Ucraina dovrà fare qualche concessione per fermare la guerra” è stata la dichiarazione a sorpresa del segretario generale della NATO, il quale per la prima volta dall’inizio della guerra tra Ucraina e Russia fa esplicito riferimento a concessioni da parte di Kiev per arrivare a una soluzione del conflitto. Stoltemberg non aggiunge dettagli se non che sarà Kiev a dover decidere quando, come e cosa concedere a Mosca.

“In ultima analisi deve essere l’Ucraina a decidere a quali compromessi è disposta a fare, dobbiamo permetterle di trovarsi in un a posizione in cui possano raggiungere un risultato accettabile al tavolo negoziale” ha spiegato il Segretario generale della Nato nell’intervista alla BBC, sottolineando che non sta spingendo Kiev verso alcuna concessione.

La Nato, dunque, dovrebbe aiutare l’Ucraina a non trovarsi in una situazione troppo sfavorevole al tavolo di trattativa con la Russia per una tregua o la pace, che non esclude però concessioni da parte di Kiev.

Va da se che il sostegno militare occidentale viene ritenuto fondamentale dal segretario della Nato per costringere la Russia a rinunciare agli obbiettivi di ulteriore occupazione di territori ucraini ma alla fine anche l’Ucraina potrebbe trovarsi costretta a qualche “tipo di compromesso”.

Dagli Usa e dal segretario della Nato (a fine mandato però) giungono segnali di cui Kiev e Zelenski dovranno tenere conto. Resta però l’incognita dei guerrafondai europei, soprattutto di Polonia, Baltici, Germania e Francia, i quali sembrano invece orientati ad una escalation contro la Russia piuttosto che sostenere ipotesi di negoziato. Hanno avviato il meccanismo dell’economia di guerra ed hanno sdoganato l’idea stessa del ricorso alla guerra nei propri paesi.

In questi anni ci si è trastullati spesso sull’idea che gli oltranzisti fossero gli Stati Uniti per poi scoprire che i fautori dell’escalation erano diventati più di casa a Bruxelles che a Washington.

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