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11/04/2024

Mobilitazione nelle università. Stop agli accordi con Israele, per la Palestina

Ieri è stata una importante giornata di mobilitazione nazionale universitaria contro il bando del Ministero degli Esteri (MAECI), ogni collaborazione con Israele e la filiera bellica e per la Palestina libera!

Più di 30 atenei si sono mobilitati con presidi, flash mob e assemblee: un’altra vittoria è arrivata a Bari dove il Senato Accademico ha deliberato la non partecipazione al bando MAECI, mentre prosegue l’occupazione a oltranza della Federico II di Napoli, occupato simbolicamente il Politecnico di Milano mentre al Politecnico di Torino è stato ottenuto un senato accademico straordinario.

Durante la manifestazione sotto la Farnesina, una delegazione di studenti e docenti ha incontrato il Ministero degli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale portando le richieste di ritiro del Bando e di revisione degli accordi di ricerca scientifica per tecnologie ad uso duale.

A seguito dello sciopero indetto dall’USB centinaia le lezioni bloccate o dedicate ad un dibattito sulla questione Palestinese, diverse attività e servizi bloccati dai lavoratori, in via di verifica i dati di adesione allo sciopero.

La giornata di ieri ha segnato indubbiamente un passaggio importante: la comunità studentesca e accademica non sarà complice del genocidio contro i palestinesi e di Israele. Il bando MAECI è soltanto la punta dell’iceberg rispetto ai tantissimi accordi che legano il nostro sistema formativo e la ricerca con i conflitti in corso in tutto il mondo, per questo è importante rilanciare la necessità del Boicottaggio accademico in tutta Italia. La prossima tappa indicata sarà la seconda assemblea nazionale tra studenti, docenti e ricercatori che si terrà il 17 aprile.

Quanto accaduto in queste settimane, va letto in continuità con le mobilitazioni che negli ultimi anni hanno animato gli studenti nelle scuole, fa emergere la profonda crisi in cui versa l’intero sistema formativo: da strumento di emancipazione e progresso, rappresenta ora solo la riproduzione di un sistema di guerra, sfruttamento e oppressione. Per questo gli studenti intendono dare vita ad un profondo dibattito in un’assemblea seminariale nazionale, il prossimo 11 maggio, sull’urgente necessità di costruire una nuova formazione pubblica.

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