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03/06/2024

“Non siamo in guerra con l’Italia ma con Israele e USA”

Il gruppo Ansarallah dello Yemen, più conosciuti come gli Houthi, non si ritengono “in guerra contro l’Italia” e pensano che la partecipazione italiana alla missione militare europea Eunavfor Aspides per la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso “non sia necessaria”.

Ad affermarlo ad Agenzia Nova è Nasr al Din Amer, funzionario di Ansarallah e responsabile dell’agenzia di stampa yemenita Saba.

“Non siamo in una guerra diretta con l’Italia e non vogliamo che sia coinvolta in nessuno scontro con noi su pressione degli Stati Uniti”, ha affermato Al Din Amer, aggiungendo che la partecipazione italiana alla missione Aspides (lanciata dall’Ue il 19 febbraio scorso) “non è necessaria, perché le navi italiane non sono un bersaglio delle nostre forze”. Il funzionario ha anche precisato: “Non prenderemo di mira le navi italiane fino a quando non saranno coinvolte nell’aggressione contro il nostro Paese”.

“Noi prendiamo di mira le navi israeliane o quelle dirette ai porti israeliani, così come le navi statunitensi e britanniche sullo sfondo della loro aggressione contro di noi”, ha spiegato a Nova il presidente del consiglio di amministrazione di Saba. Dalla metà di novembre scorso, gli Houthi hanno sferrato una serie di attacchi contro le navi commerciali e militari in transito nel Mar Rosso, nel Golfo di Aden e nel Mar Arabico, dirette o collegate in qualche modo a Israele.

Dal 24 maggio scorso, l’operazione militare degli Houthi è entrata nella sua quarta fase, a partire dalla quale il gruppo ha iniziato a “prendere di mira le navi di qualsiasi compagnia (di navigazione) che abbia a che fare con i porti israeliani”, secondo quanto affermato da Al Din Amer. Tuttavia, da novembre scorso gli Houthi non hanno attaccato soltanto navi israeliane o statunitensi, come annunciato, ma anche imbarcazioni battenti un’altra bandiera o appartenenti ad armatori di nazionalità diversa. Secondo il funzionario del gruppo, queste sono “accuse false e meramente accusatorie. I dettagli su tutti i nostri bersagli si basano su informazioni accurate”.

“La quarta fase è la più estesa finora, in quanto mira a isolare l’entità nemica sionista (Israele) in mare, imponendo sanzioni a qualsiasi compagnia abbia a che fare con i porti israeliani”, ha detto il funzionario degli Houthi, precisando che “le sanzioni sono volte a impedire la navigazione di qualsiasi imbarcazione che violi la decisione di divieto di transito nel Mar Rosso, nello stretto di Bab el Mandeb, nel Mar Arabico, o nelle aree per noi raggiungibili nell’Oceano Indiano o nel Mediterraneo”. “La quarta fase sarà seguita da una quinta fase che stiamo preparando e poi da una sesta, fino a quando non cesserà l’ingiusta aggressione israeliana contro Gaza”, ha concluso Al Din Amer.

Nell’ambito della missione UE Aspides, le navi della Marina militare dispiegate nel Mar Rosso hanno abbattuto una serie di droni a partire da marzo scorso. In particolare, la nave italiana Caio Duilio aveva abbattuto tre droni lanciati dagli Houthi nel Mar Rosso a marzo. Inoltre, la fregata Virginio Fasan, impegnata nella protezione ravvicinata di un mercantile commerciale europeo, aveva abbattuto un drone in prossimità dello stretto di Bab el Mandeb a fine aprile scorso, e aveva respinto l’attacco di un altro drone proveniente dai territori controllati dagli Houthi nello Yemen all’inizio di maggio.

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