La discussa decisione della Corte Costituzionale della Romania di annullare il primo turno delle elezioni presidenziali a pochi giorni dal ballottaggio. Azzeramento del processo elettorale, e delega al governo che verrà (parlamento neo eletto) di stabilire una nuova data per le votazioni. Causa di questo pasticcio? Al primo turno aveva vinto a sorpresa Călin Georgescu, indipendente di destra critico della NATO dato per vincente anche al ballottaggio con l’europeista Elena Lasconi.
Cosa c’è dietro tanto pasticcio?
La sentenza della Corte è arrivata sulla base di documenti ‘di intelligence’ -spionaggio-, che sospettano una interferenza da parte di Mosca a favore di Georgescu, nei sondaggi in netto vantaggio rispetto alla sfidante, se il ballottaggio ci fosse stato. L’ingerenza russa si sarebbe manifestata utilizzando migliaia di account sui social per manipolare l’opinione pubblica, sfruttando piattaforme come TikTok e Telegram. I Social dopo i manifesti elettorali ed i comizi, più o meno ciò che accade ovunque in maniera più o meno intensa. Ovviamente, dopo la clamorosa decisione della Corte Suprema, Georgescu si è arrabbiato definendo il verdetto “un colpo di Stato formalizzato”.
Il coinvolgimento degli Stati Uniti in Romania
Al momento, non c'è nessuna prova legalmente ammissibile che degli account su TikTok (evidentemente il più seguito in Romania), possano aver avuto un impatto tale da modificare il processo elettorale. Reazioni negative insospettabili anche in Italia, con Paolo Mieli che sul Fatto, arriva a dire, “In Romania elezioni annullate solo perché rischiava di vincere il ‘nemico’. E i liberali non dicono nulla. A questo punto spero che prevalga il filorusso Georgescu”. Molto peggio le rivelazioni del giornalista investigativo statunitense Lee Fang su Substack, come ci riporta Roberto Vivaldelli su InsideOver. “Le critiche di Georgescu all’Alleanza Atlantica durante la campagna elettorale, “hanno allarmato i funzionari statunitensi e della NATO”, ricordando che la Romania è il punto di partenza per i programmi di addestramento dei piloti ucraini e la realizzazione della più grande base NATO in Europa”, che sorgerà nei pressi dell’attuale base militare “Mihail Kogalniceanu”, che verrà ampliata, vicino a Costanza.
La reazione del Dipartimento di Stato USA
A quel punto, spiega il noto giornalista, entrano in partita i giganti di influenza occidentali. Think tank e ONG finanziate dagli Stati Uniti attraverso i programmi di aiuti esteri dell’USAID -il National Endowment for Democracy (NED) e il Dipartimento di Stato-, si sono mosse per ‘favorire’ la decisione della Corte Suprema rumena. La presunta ingerenza russa, denunciata da organizzazioni come GlobalFocus e Funky Citizens, ONG finanziate da USAID, NED e dall’Ambasciata statunitense a Bucarest. Nei giorni precedenti alla sentenza della Corte Suprema, queste organizzazioni hanno operato per delegittimare il risultato elettorale, con accuse rivolte a piattaforme social come TikTok per la diffusione di contenuti pro-Georgescu.
Fiumi di denaro dagli Usa alle ONG anti-Georgescu
Tra le ONG finanziate dagli Usa che c’è anche Expert Forum, la quale ha ipotizzato che TikTok abbia violato i propri termini di utilizzo consentendo la diffusione di contenuti pro-Georgescu durante le elezioni. Il direttore dell’organizzazione, ha dichiarato che alcuni account TikTok pro-Georgescu erano stati creati nel 2016, suggerendo che ciò fosse la prova di una “operazione a lungo termine”. I registri federali mostrano che l’Ambasciata degli Stati Uniti a Bucarest apprezza molto l’Expert Forum a cui ha elargito un flusso costante di denaro. L’ultimo contratto assegna al gruppo 79.964 dollari per sviluppare una “soluzione integrata contro il regresso democratico in Romania”. E loro a quanto pare sono stati davvero bravi.
Troppo antiamericani? Sentite il seguito
E non è finita qui, perché l’ingerenza degli Usa nel processo elettorale della Romania è ben più ampia, insiste e documenta Roberto Vivaldelli. L’accusa di aver impiegato account falsi su TikTok per ottenere consensi e diffuso “disinformazione” proviene dalla ‘Association for Technology and Internet’, che è a sua volta membro dell’European Digital Rights (EDRi), che si definisce “la più grande rete europea che difende i diritti e le libertà online”.
Ma la parte più interessante riguarda i finanziatori di questa rete, come la solita Open Society Foundations del magnate liberal George Soros, l’Omidyar Network del fondatore di eBay Pierre Omidyar, la Ford Foundation, la MacArthur Foundation, e molte altre. “Ingerenze buone” e non cattive (e ad oggi presunte) che verrebbero da Mosca. Lo schema ci riposta indietro di almeno vent’anni, alla Serbia di Milosevic e alle successive ‘rivoluzioni arancione’ collaudate prima in Georgia, e poi a salire e con esiti variabili in Bielorussia, in Ucraina, a chi sa dove altro.
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