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06/07/2025

Gaza - Accordo di 60 giorni: tregua o cessate il fuoco?

Come era previsto Hamas ha accettato la proposta di cessate il fuoco a Gaza. Diverse fonti hanno rivelato gli aspetti più importanti dell’accordo, che include un programma per il rilascio di dieci prigionieri israeliani ancora vivi in cambio del rilascio di 1.000 prigionieri palestinesi tra cui più di 100 ergastolani.

La proposta americana prevede il rilascio di 10 prigionieri israeliani vivi e le salme di altri 15 prigionieri, lasciando ad Hamas il compito di determinare l’identità di coloro che saranno rilasciati. I prigionieri saranno consegnati in tre lotti separati nell’arco dei 60 giorni.

L’accordo prevede inoltre che decine di migliaia di camion carichi di aiuti potranno entrare nella Striscia di Gaza per tutta la durata del cessate il fuoco, mentre Israele insiste nel continuare a gestire centri di distribuzione di aiuti nella Striscia di Gaza meridionale.

La bozza proposta prevede inoltre che, a seguito del rilascio di otto prigionieri israeliani, Israele inizierà a ritirare le sue truppe da alcune aree nella Striscia di Gaza settentrionale, secondo mappe da concordare.

Il settimo giorno di tregua verrà implementato un ulteriore ritiro dalle aree meridionali, sulla base di mappe precedentemente concordate. È previsto che squadre tecniche elaborino mappe precise per determinare i confini dei ritiri durante negoziati urgenti che si terranno dopo l’accordo sul quadro generale dell’iniziativa.

Per quanto riguarda il futuro della guerra, i negoziati sulla fine della guerra possono essere completati dopo un periodo di 60 giorni, a condizione che siano condotti in buona fede. Ciò sarà garantito dagli Stati Uniti in qualità di garante di questa clausola.

Secondo il Canale 12 israeliano, non vi sono garanzie o impegni espliciti da parte di Israele per una fine definitiva della guerra.

È importante notare che, una volta entrato in vigore l’accordo, inizieranno nuovi negoziati per un cessate il fuoco permanente, basati su quattro assi principali:

1. Scambio dei prigionieri rimanenti

2. Accordi di sicurezza a lungo termine all’interno della Striscia di Gaza

3. Piani per la fase “postbellica” nella Striscia

4. Dichiarazione di un cessate il fuoco permanente e completo

Il decimo giorno di attuazione dell’accordo, Hamas fornirà tutte le informazioni disponibili sulla sorte dei prigionieri rimanenti, vivi o morti, insieme ai referti medici che ne confermeranno le condizioni di salute. In cambio, Israele si impegnerà a fornire un elenco dettagliato dei prigionieri palestinesi arrestati a Gaza dal 7 ottobre 2023.

Ci si aspetta che i mediatori – Stati Uniti, Egitto e Qatar – forniscano chiare garanzie che si svolgeranno negoziati seri durante il periodo di tregua specificato.

Punti di disaccordo

I punti di disaccordo più importanti ancora presenti, rivelati dai media israeliani, riguardano principalmente la richiesta di Hamas di un impegno esplicito a porre fine alla guerra. Tale impegno deve essere annunciato in un formato concordato, supervisionato dall’inviato statunitense Steve Witkoff e confermato da una dichiarazione ufficiale del presidente degli Stati Uniti.

Israele, nel frattempo, si rifiuta di rilasciare alcuni prigionieri palestinesi. Hamas chiede inoltre il ritiro israeliano dalle posizioni che controllava prima del crollo del primo accordo di cessate il fuoco, il 18 marzo.

Per quanto riguarda la distribuzione degli aiuti umanitari, Hamas respinge la continua presenza della Gaza Humanitarian Foundation, affiliata a Israele, e chiede che la distribuzione degli aiuti avvenga esclusivamente tramite le agenzie delle Nazioni Unite.

Da parte sua, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato, in dichiarazioni riportate da Channel 11, che il suo governo aveva accettato i termini dell’accordo e che era in attesa della posizione definitiva di Hamas.

Nel frattempo, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato martedì, tramite la sua piattaforma Truth, che Israele aveva accettato i termini necessari per un cessate il fuoco di 60 giorni, confermando che i mediatori stavano presentando la bozza finale dell’accordo. Ha aggiunto: “Spero che Hamas accetti questa offerta, perché l’alternativa sarebbe peggiore”.

Sabato sera, Hamas ha comunicato la sua positiva risposta, ma con alcuni punti da chiarire, ed ha chiesto ai mediatori maggiore chiarimenti. Ora la proposta ritorna per essere approvata dalla parte israeliana, e molto probabile che sia lo stesso presidente americano ad annunciare il raggiungimento di questo accordo, dopo il suo incontro con il primo ministro israeliano previsto per lunedì 7 luglio.

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