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04/07/2025

La fretta di Milei per “regalare” Bertulazzi a Giorgia Meloni

L’estradizione di Leonardo Bertulazzi dall’Argentina all'Italia è in un passaggio determinante. Qui il comunicato stampa della comunità locale in sua difesa.

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In tempi record, la Corte Suprema di Giustizia ha deciso ieri pomeriggio l’estradizione del militante e attivista sociale italiano Leonardo Bertulazzi, residente in Argentina con la sua compagna da oltre 23 anni.

Appena pochi minuti dopo la decisione, la Polizia Federale si è presentata alla casa di “Leo”, dove stava scontando gli arresti domiciliari, e lo ha trasferito in una struttura di via Cavia, in attesa di concretizzare la richiesta di estradizione avanzata dall’Italia.

Sia la sentenza che l’operato della polizia violano palesemente il Diritto Internazionale in materia di asilo politico, poiché Leonardo è un rifugiato, nonostante i tentativi arbitrari di Milei e Bullrich di cancellare con un tratto di penna le norme fondamentali della Convenzione che protegge i perseguitati politici e che ha reso gloriosa l’Argentina per il suo impegno nella difesa dei diritti umani.

Il suo avvocato, Rodolfo Yanzón, ha ribadito che “Bertulazzi mantiene lo status di rifugiato presso l’ONU, poiché è in corso una causa presso il tribunale amministrativo su questa questione”.

Per questo, la decisione giudiziaria arbitraria di ieri, su misura per i governi fascisti di Argentina e Italia, lascia sconcertati.

Tra l’altro, l’ordine di arresto per estradizione è stato emesso dalla giudice María Servini de Cubría, la stessa che 22 anni fa aveva stabilito l’improcedibilità dell’estradizione perché Leonardo in Italia era stato processato in contumacia, senza alcuna possibilità di esercitare il diritto alla difesa.

Allo stesso modo, le massime corti di Parigi hanno respinto la richiesta italiana di estradizione per 10 compagni di Bertulazzi, contestando l’applicazione del processo in contumacia e ritenendo che la legislazione speciale italiana, promulgata negli anni ’70 per perseguitare i militanti politici, non garantisca il giusto processo.

Leo ha 73 anni, è liutaio e grafico, e un amato vicino del quartiere di Buenos Aires dove vive da 21 anni. Lo scorso febbraio, durante gli arresti domiciliari, ha avuto un ictus, e il tribunale non gli ha nemmeno permesso di uscire a camminare nonostante le indicazioni mediche per una migliore riabilitazione.

Buenos Aires, 2 luglio 2025

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