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09/09/2012

Movimento 5 Stelle, un'analisi ragionata

Siccome da qualche settimana a sta parte il pettegolezzo sul Movimento 5 Stelle tira più del consueto pelo di fica e siccome all'orizzonte dell'informazione di grande scala non si profila alcun analisi fatta con tutti i crisimi del caso (per capirci quelle che trovare su La7 nel programma di Formigli non sono analisi) ho ben pensato che valesse la pena condividere coi 4 gatti che leggono queste pagine un'articolo redatto da una fonte che seguo con interesse da alcuni mesi.
Mi auguro sappiate apprezzarlo come effettivamente merita (personaggi con una simile onesta intellettuale sono autentiche mosche bianche, in ogni epoca)


Visto la piega che ha preso la discussione forse è meglio che dia una risposta collettiva. Vedo che in molti si sono accalorati immediatamente sui due fronti, detrattori ed estimatori (ma direi adoratori) di Grillo, c’è chi pensa che io propenda per Grillo per ragioni di vicinanza personale (quale? Grillo non l’ho mai incontrato e Casaleggio non so come è fatto), c’è chi definisce il mio pezzo “indegno di essere letto e spazzatura di regime” (perché “il M5 stelle non morirà MAI” sic!). Poi c’è chi mi dà del “complottista”, chi ritiene fondati i timori di Grillo e chi li ritiene pura sceneggiata vittimista. Però, salvo alcuni interventi più equilibrati, si tratta il più delle volte di affermazioni secche e non sostenute da un ragionamento esplicito. Mi sembra che Grillo stia scatenando la consueta tifoseria da un lato e dall’altro e che tutto questo esprima una notevole diseducazione a discutere con pacatezza e prendendo le dovute distanze dall’argomento in discussione.Comunque, questo è un sito che non pratica censure –salvo quelle penalmente rilevanti- ed io continuerò a pubblicare tutti i commenti, compresi quelli di chi parla di un articolo che non ha letto (per lo meno non per intero).
Peraltro, vedo che gli attacchi polemici vengono sia da una parte che dall’altra e questo mi tranquillizza: un giorno (di molti anni fa), uno dei miei maestri di giornalismo, mi disse: “se scrivi un pezzo che è attaccato sia da un lato che dall’opposto, va benissimo: vuol dire che sei stato equilibrato, preoccupati se i dissensi vengono solo da una parte: vuol dire che forse sei stato troppo sbilanciato”.
Prima di venire al punto principale, qualche puntualizzazione non guasta:
mai detto che Grillo è incapace di dire bugie e che debba esser creduto sulla parola: sfogliate tutto quello che ho scritto e trovatemi una frase che autorizzi a dire una sciocchezza del genere.
Mai detto che è impossibile che Grillo abbia voluto fare uno spot a buon mercato facendo la vittima. Possibilissimo che le cose stiano così, ma perché dovrebbe essere impossibile il contrario e cioè che si tratti di qualcosa di più serio? Io non giuro sulle parole di Grillo (che peraltro non ha detto nulla di preciso, ma ha fatto un riferimento molto vago), semplicemente ritengo di praticare l’arte laica del dubbio. Ma qui vedo che ci sono molti “credenti” che la laicità non sanno dove sta di casa;
Non ho mai detto che Grillo ha avuto segnali o minacce per cui ecc. ecc, ho solo avanzato come pura illazione questa idea dichiarandola tale. Tutto qui.
In fondo, mi pare che ci siano alcune cose molto difficili da contestare:
a-il M5s è in una fase di forte espansione elettorale con pronostici (forse troppo generosi) che lo stimano al 20%;
b-questa nuova presenza non è affatto gradita da nessuna forza politica
c-ciò accade in un momento delicatissimo di crisi economico-finanziaria (in cui sono in ballo interessi colossali) e di intensa destabilizzazione politica
d-in questo paese il delitto politico non è affatto una novità
e-esiste un precedente che presenta inquietanti somiglianze ed è quello di Colouche.
Tutto questo non dimostra che l’ipotesi che si prepari un attentato contro Grillo sia vera, ma solo che essa può essere verosimile. Perché dovrebbe essere uno scandalo prendere in considerazione questa ipotesi, magari poco probabile? C’è nulla che dice che questo è impossibile?
Ma, si dice, se Grillo avesse ricevuto minacce (magari la classica lettera anonima con due pallottole dentro) le sbandiererebbe ai quattro venti. Non è così: per conoscenza personale so che ci sono avvertimenti o soffiate che giungono in forma tale da non poter essere assolutamente usati in sede pubblica, magari perché chi ti dice qualcosa è un amico che non vuoi compromettere. D’altro canto, proprio questo dovrebbe far escludere che Grillo abbia voluto fare uno spot: se avesse voluto, la cosa più facile era spedirsi una lettera anonima di quel tipo. Peraltro, insisto: non è Grillo che ha detto di aver ricevuto minacce o soffiate, ma una mia illazione su come interpretare una uscita di quel genere che, qualsiasi cosa si possa pensare di Grillo, sin qui non aveva fatto.
Poi posso essere d’accordo –l’ho scritto già diverse volte e l’ho ripetuto anche nella replica ad uno dei post- sul fatto che Grillo usa toni tali per cui non dovrebbe stupirsi di certe reazioni, sul fatto che spesso vada sul pesante, che abbia una notevole dose di egocentrismo. E mi pare, peraltro, di non avergli mai risparmiato critiche politiche: chi non ci crede vada a rileggersi i diversi pezzi che ho scritto in proposito.
Precisato tutto questo, temo che nella tensione da bar dello sport che si scatena ogni volta in cui si fa il nome del comico genovese, mi pare che si siano persi i due punti politici che contano e sui quali vorrei discutessimo, possibilmente in modo più pacato.
Primo: piaccia o no, il segmento più consistente dell’opposizione è rappresentato oggi dal M5s e questo accade nel pieno di una crisi economica di portata epocale. Altrove questo ha portato all’affermazione di forze politiche socialiste di sinistra o comuniste (Grecia, Portogallo, Islanda, in una certa misura Germania e Francia), o formazioni fascistoidi (Fn in Francia, Alba d’oro in Grecia, per non dire della Finlandia ecc.). In Italia si è verificato un caso del tutto anomalo: questo ruolo è stato assunto dal M5s, che calamita consensi tanto a destra quanto a sinistra. Le analisi dei risultati elettorali dicono che i voti del M5s provengono, nell’odine di grandezza, dall’ astensione, dall’Idv, dal Pd, dalla Lega e da Rifondazione-Sel (mentre poco rilevanti sembrano i flussi dal Pdl e dall’Udc): un singolare incrocio di flussi destra sinistra (ma con la seconda nettamente in testa) che fa del M5s qualcosa di unico in Europa (i Piraten sono parzialmente simili ma hanno rilevanti  differenze e non raggiungono quelle cifre). Questo pone il problema di capire il perché da noi accada questo. Io credo che ci siano ragioni molto complesse e variegate.  E ci sono sia i meriti di Grillo e demeriti degli altri.
Occorre riconoscere al comico genovese (sia che lo si trovi simpatico sia che lo si trovi detestabile) che ha saputo usare in modo magistrale le nuove forme di comunicazione web. D’accordo: ha potuto giovarsi delle consulenze di Casaleggio -che non vuol dire poco- della sua notorietà personale, degli spettacoli che fa in tutta Italia; tutto vero, ma poi ha saputo usare tutto questo al meglio; il che non vuol dire che i contenuti delle sue proposte politiche siano necessariamente condivisibili. Si può criticare quanto si vuole la cultura politica di Grillo, tacciandola di populismo, ambiguità ecc (e ne discuteremo), resta il fatto di una abilità che merita d’essere osservata e studiata. Per restare su questo punto, avete mai visto i siti del Pd e di Rifondazione: sono più grigi e noiosi di Telebucarest ai tempi di Ceausescu. E non è che al Pd manchino i soldi per farne una cosa decente.
Persino Rifondazione (partito al quale ancora appartengo, per chi pensasse che sono passato al M5s), se non avesse speso cifre folli per mantenere una inutile torma di funzionari nullafacenti o un quotidiano illeggibile, ed avesse investito in questa direzione, oggi potrebbe disporre di uno strumento ben altrimenti efficace.
E questo ci porta ad un altro punto: Grillo sarà criticabile quanto vorrete, ma gli altri sono degli incapaci totali. Vogliamo prendercela con Grillo per le fesserie di Bersani o per quelle che sta facendo Vendola dissipando un consenso costruito in 4 anni di lavoro? In altrettanti anni di segreteria, Ferrero ha inanellato una impressionante serie di bestialità, poi ha proprio smesso di parlare (meglio così!) e Rifondazione -da almeno due anni- vegeta in una totale assenza di  iniziativa politica, perché mai dovrebbe accrescere i suoi consensi? A me piacerebbe che l’opposizione di oggi fosse schiettamente classista, internazionalista e libertaria, ma così non è e non posso inventarmi quel che non c’è.
Piuttosto, diciamoci la verità: nella stizza di tanti commenti, quanto c’è di frustrazione per i risultati che Grillo ha raccolto e che le formazioni della sinistra hanno mancato? Vogliamo prendercela con Grillo o con gli altri che non sanno fare il loro mestiere?
E veniamo al secondo punto politicamente rilevante: la fragilità politico-organizzativa di questo collettore dell’opposizione. Premetto che non essendo interno al movimento ho una conoscenza parziale delle sue dinamiche interne, però anche quello che si vede da fuori è sufficiente a capire che ci sono cose che non vanno e che il movimento non sopravvivrebbe alla scomparsa del suo leader (facendo tutti i debiti scongiuri ed augurandogli lunga vita).
Tanto per cominciare: sappiamo tutti che M5s non ha uno statuto e che sigla e simbolo sono proprietà personale di Grillo, che si riserva in ogni momento di ritirare a chiunque il diritto di usarli, decretandone così l’espulsione. Capisco che lui lo faccia con lo scopo di tutelare il movimento da infiltrazioni ed opportunismi, che non si ponga tanto come “capo” del movimento quanto come garante di esso, ma questo non cambia la sostanza. Alcuni simpatizzanti del M5s replicano sdegnati (con toni enfatici che mi ricordano da vicino i maoisti dei primi anni settanta) che il M5s “è forte e vincerà” e che sopravvivrebbe a Grillo. Sicuro?
Cari amici del M5s, immaginiamo che lui scompaia per una ragione naturale o no (rinnovando gli scongiuri), la proprietà del marchio passerebbe al suo erede testamentario o legittimario. Chi è? Non lo sappiamo e tantomeno sappiamo come l’erede userebbe questo potere. Magari proibirebbe a tutti l’uso di sigla e simbolo. Oppure immaginiamo che a succedergli sia Casaleggio: siete sicuri che il movimento accetterebbe la nuova leadership senza nessuna contestazione? E’ un’ ipotesi, siamo d’accordo, ma vogliamo prenderla in considerazione almeno teoricamente?
Poi ci sono altre questioni. In primo luogo il M5s –piaccia o no- ha tutte le caratteristiche di un movimento al seguito di un leader carismatico (e se qualcuno vuole che dimostri questa affermazione, posso farlo in un prossimo pezzo). E’ esperienza ormai consolidata storicamente che solo in pochissimi casi movimenti del genere sopravvivono al proprio leader-fondatore e questo è ancora più vero nel caso del M5s che non ha alcun ricambio. In concreto: chi può sostituire Grillo? Non esiste uno statuto, non esiste un gruppo dirigente nazionale, non esiste neppure un minimo di strutturazione omogenea sul territorio nazionale, sapete dirmi chi, in queste condizioni potrebbe assumere la rappresentanza legale e mediatica del movimento? Per di più, di un movimento che non ha alcuna omogeneità dal punto di vista della cultura politica: non ci vuole la palla di vetro per immaginare che il movimento andrebbe rapidamente in una miriade di pezzi.
Ammettiamo pure che la sparata di Grillo sia stata del tutto infondata, cosa impedisce che qualcuno molto interessato a togliersi dai piedi il M5s non inizi a vedere la cosa da questa angolatura?
D’altra parte, anche senza considerare un’ipotesi così drammatica, il M5s ha di fronte a sé il problema di come costituirsi in quanto soggetto politico, cioè, come scegliere i suoi rappresentanti istituzionali e come decidere la sua linea politica. Facciamo un esempio: come verranno scelti i candidati per le politiche e in che ordine di presentazione? Immagino la risposta: con una consultazione in web. Benissimo. Primo problema: le candidature si fanno sulla base di circoscrizioni territoriali, per cui la scelta dei candidati dovrebbe essere riservata, di volta in volta, agli aderenti a movimento della rispettiva circoscrizione. Ebbene, come farete tecnicamente a distinguere i voti interni ad una circoscrizione da quelli provenienti da fuori?
Secondo: come si fa ad evitare che una stessa persona voti più volte, magari usando diverse linee telefoniche e diversi Pc? Oppure: come si fa ad evitare che un organizzazione della malavita faccia blocco per imporre un candidato (magari il suo avvocato di fiducia)? O che un gioco del genere lo faccia un parlamentare oggi in carica, che sa di non essere ricandidato dal suo partito? Avete idea di quanti brogli si possono fare via web?
Sinora il M5s non ha avuto questo problema perché si è presentato in elezioni locali e ben pochi si aspettavano il successo che ha avuto, ma dovete considerare che da giugno ci sono diverse migliaia di persone che iniziano a pensare che, con poco sforzo, possono costruirsi una brillante carriera politica. E peraltro, con questo sistema, mi pare che qualche infortunio c’è già stato (parlo di Genova…)
Quando vi troverete primi nella consultazione una serie di mafiosi, politici trombati, carrieristi ecc. che farete? Non ci vuole molto a capire che Grillo deciderà sulla ammissione di ogni candidatura (è inevitabile che sia così), ma questo non pone problemi di democrazia? Tanto vale non fare questa sorta di primarie web o dire che hanno puro valore consultivo e che la decisione ultima spetterà solo a chi ha il possesso giuridico del simbolo.
Altro punto: una volta eletto un drappello parlamentare (che si annuncia pure nutrito) come si prenderà la decisione di votare, di volta in volta, sulle più diverse materie, dal testamento biologico alla politica estera, dalla spending review ai matrimoni omosessuali, dalle leggi sull’immigrazione alla riforma del codice di procedura penale (tutte materie, faccio notare, non presenti nell’attuale programma del M5s). Le soluzioni possono essere  quattro:
a-decide Grillo da solo e gli altri si adeguano, ma, in questo caso,  non avrebbe alcun senso parlare di democrazia e, comunque, ni  credo che neppure lo stesso Grillo lo vorrebbe
b-decide il gruppo parlamentare, ma questo è il massimo della delega e la fine del sogno della democrazia diretta via web ecc.
c-si lascia sempre libertà di coscienza a ciascun parlamentare, ma, in questo modo il movimento cessa di esistere come soggetto unitario e  si sbriciola in cento gruppetti
d-di volta in volta si promuovono referendum-web, ma con gli stessi pericoli di brogli di cui dicevamo e, soprattutto, con il rischio che, al quinto referendum, a votare restino tre gatti e mezzo perché gli altri si sono stufati.
Insomma, siete proprio sicuri di non dovervi porre il problema di una qualche formalizzazione del movimento?
Ed allora, anziché sbranarci fra simpatizzanti ed antipatizzanti di Grillo, perché non proviamo a discutere dei due problemi politici più importanti?

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