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13/09/2012

C'era una volta Hollande

Narra un aneddoto della politica francese che il primo presidente socialista appena eletto, durante gli anni '20, andò a trovare il governatore della Banca di Francia come immediato atto di cortesia. Durante il colloquio il presidente elencò, per presentarsi, le politiche sociali previste dal suo programma. Il governatore della Banca di Francia stette ad ascoltarlo interessato, fece domande nel dettaglio, poi disse "un programma interessante. Vede per costituzione la banca di Francia governa il 95% del bilancio dello stato. Lei il restante 5%. Auguri".
Una volta viste le misure di austerità del governo Hollande, del tutto in linea con l'impostazione liberista del predecessore, questo aneddoto torna alla memoria. Non si può ricostruire adesso, se il discorso del governatore della Banca di Francia degli anni '20 ad Hollande sia stato fatto prima o dopo le elezioni. O se Hollande ne fosse già consapevole. Oppure se qualche conversazione con la signora Merkel sia stata particolarmente illuminante.
Fatto sta che il segnale politico delle elezioni greche e francesi del maggio di quest'anno, ovvero "basta con il neoliberismo", è stato rovesciato di segno. A giugno la ripetizione delle elezioni greche è stata vinta da Nuova Democrazia. A settembre il programma di Hollande risulta perfettamente in linea con il liberismo europeo.
Quello della Francia è un segnale forte, che vale anche per la SPD tedesca: le sinistre socialdemocratiche dell'eurozona confermano così il loro allineamento all'Europa della governance liberista

Fonte

Come volevasi dimostrare, Hollande è l'Obama di Francia.

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