Narra un aneddoto della politica francese che il primo presidente
socialista appena eletto, durante gli anni '20, andò a trovare il
governatore della Banca di Francia come immediato atto di cortesia.
Durante il colloquio il presidente elencò, per presentarsi, le politiche
sociali previste dal suo programma. Il governatore della Banca di
Francia stette ad ascoltarlo interessato, fece domande nel dettaglio,
poi disse "un programma interessante. Vede per costituzione la banca di
Francia governa il 95% del bilancio dello stato. Lei il restante 5%.
Auguri".
Una volta viste le misure di austerità del governo Hollande, del tutto in linea con l'impostazione liberista del
predecessore, questo aneddoto torna alla memoria. Non si può
ricostruire adesso, se il discorso del governatore della Banca di
Francia degli anni '20 ad Hollande sia stato fatto prima o dopo le
elezioni. O se Hollande ne fosse già consapevole. Oppure se qualche
conversazione con la signora Merkel sia stata particolarmente
illuminante.
Fatto sta che il segnale politico delle elezioni greche
e francesi del maggio di quest'anno, ovvero "basta con il
neoliberismo", è stato rovesciato di segno. A giugno la ripetizione
delle elezioni greche è stata vinta da Nuova Democrazia. A settembre il
programma di Hollande risulta perfettamente in linea con il liberismo
europeo.
Quello della Francia è un segnale forte, che vale anche per
la SPD tedesca: le sinistre socialdemocratiche dell'eurozona
confermano così il loro allineamento all'Europa della governance
liberista
Fonte
Come volevasi dimostrare, Hollande è l'Obama di Francia.
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