Ha appena aperto un giornale che si presenta come "progressista", ma
trova modo di sponsorizzare un libro impiastrato da Stefano Delle
Chiaie.
Davvero singolare la scelta "politica" dell'ex redattore de "Il
giornale" di Feltri, foglio della destra berlusconiana, poi passato
nell'entourage de "Il fatto quotidiano" per uscirne poi in polemica con
le presunte "inclinazioni grilline" di Antonio Padellaro e Marco
Travaglio (altro ex de "Il giornale", pur se con Montanelli e prima
dell'acquisto da parte del Cavaliere).
Ha aperto "Pubblico",
foglietto che cerca di farsi spazio nell'affollatissimo - ma poco
acquistato - supermercato dell'informazione di "centrosinistra
perbenista". E come se non sapesse nulla della storia d'Italia accetta
di postfatare nientemeno che uno sproloquio scritto di Stefano Delle
Chiaie, detto "er Caccola", protagonista assoluto della stagione stragi
di stato-servizi segreti-Cia, fuggito in Spagna e poi nella Bolivia del
dittatore Banzer. Il "Condor" che risuona anche nel titolo, ricordiamo, è
un'evocazione diretta dell'"Operazione Condor" con cui la Cia
concretizzò la volontà statunitense di "sradicare" i movimenti comunisti
dall'America Latina.
Una scivolata? No, una provocazione
professionale tra due provocatori di diversa specializzazione. Telese
nell'informazione, Delle Chiaie nei bassifondi della marginalità
politica. Non possiamo dimenticare infatti, che l'"esplosione"
giornalistica di Telese non è avvenuta con qualche scoop o pezzo ben
scritto, ma per un libro "compassionevole" sulla destra fascista degli
anni '70 ("Cuori neri"). Tratto comune tra i due commensali? Per
entrambi bisogna "superare la divisione tra destra e sinistra", creando
"cose" dominate dalla destra estrema (capitali incerti, composizione
spuria, idee vaghe contro qualche "-ismo" cambiabile a piacere, ecc),
cui abbocca qualche deficiente proveniente dalla "sinistra".
Possibilmente "estrema", così si può cucinare il piatto in cui Delle
Chiaie ha inzuppato il biscotto "conto terzi" per una vita: gli "opposti
estremismi" utili per mantenrre il potere ben ancorato al "centro"
(ieri la Dc, oggi il "montismo"). Insomma, un teorico-pratico
dell'infilitrazione; un precursore di quelle tecniche che
successivamente sono state sviluppate in modo diffuso, grazie a anche
alla dabbenaggine di movimenti e partiti di sinistra che hanno smarrito
la consapevolezza di sé e del mondo in cui si trovano a vivere.
Stavolta
però la cosa non è passata sotto silenzio grazie a molti compagni,
democratici e vecchi partigiani calabresi, che si sono precipitati a
contestare il vecchio fascista sempre in piedi (stavolta non c'era, come
a Roma, Sandro Provvisionato; altro "dietrologo" professionista che si
dichiara "di sinistra" e che potete vedere nella prima foto al tavolo
con Delle Chiaie).
Stupisce, in negativo, la scelta de "Il Manifesto"
di collocare la notizia tra le brevi di pagina 6. Un posto quasi
invisibile ai più. Peccato, hanno perso un'altra occasione (speriamo per
loro che non sia l'ultima) per fare un'informazione di sinistra e
segare le gambe in partenza a un foglietto che si presenta come
"concorrente" sullo stesso terreno, ma con un occhio fermo alla
"governabilità". Ovvero all'ala "montiana" del Pd.
Ecco il trafiletto nascosto, con la notizia secca.
"L'aquila, il condor, er caccola e la pasionaria nera da una parte.
Partigiani e sindacalisti dall'altra. E in mezzo Luca Telese. Finisce
quasi in rissa la presentazione dell'ultimo libro di Stefano Delle
Chiaie, «L'Aquila e il Condor», organizzata dall'associazione culturale
di estrema destra Furor nella sala consiliare della Provincia. L'evento
fa infuriare i partigiani e la Cgil. In una nota l'Anpi ha contestato
l'iniziativa e attaccato la presidente Wanda Ferro (Pdl, già
missina). «Abbiamo appreso della presenza del fascista plurinquisito
Delle Chiaie a Catanzaro - dice Mario Vallone, presidente provinciale
Anpi -. Stendiamo un velo pietoso su alcuni partecipanti. Il fatto grave
sono le Lezioni di Storia della Presidente della Provincia». Delle
Chiaie è arrivato in Calabria per presentare il suo libro incentrato
sugli anni di piombo visti con gli occhi di un protagonista: dalla
strage di piazza Fontana a quella di Bologna passando per il golpe
Borghese. Nel mirino dei contestatori finisce anche il direttore di
Pubblico, autore della postfazione del libro. Il nome di Delle Chiaie,
fondatore di Avanguardia Nazionale oggi ottantenne, appare in tutte le
vicende più controverse del Paese, ma anche in attività paramilitari in
Sudamerica. Aspetti che agli occhi dei partigiani hanno reso indegna
l'ospitalità offerta da Ferro, definita dall'Anpi "rappresentante fino a
prova contraria di un'istituzione democratica che lei può presiedere
grazie alla lotta dei partigiani che hanno liberato l'Italia dalla
dittatura fascista». (Silvio Messinetti)."
Fonte
Telese è proprio un opportunista di gran caratura se riesce a passare con tanta leggerezza dall'elogio di Enrico Berlinguer al reggere il catetere a Stefano Delle Chiaie.
Nessun commento:
Posta un commento