Il Ministro Cancellieri pensa di dare una buona notizia, annunciando che gli sbarchi di clandestini in Italia sono passati dalla stima di 60.000 persone del 2011 alle appena 8000 del 2012. Un crollo dell'87%.
Pensa anzitutto di far fare una bella figura al governo, che in virtù di chissà quale ignota operazione miracolosa
avrebbe "fermato" gli sbarchi; pensa di far felici i cittadini che
finalmente sono liberi dagli "immigrati che ci rubano il lavoro".
In realtà sta dando a tutti una pessima notizia: in Italia non ci vengono più neanche i disperati, consci oramai che di lavoro non ce n'è più neppure da "rubare". Nemmeno regalato, neanche gratis, neppure lo schiavismo ormai riesce ad arginare la disoccupazione dilagante.
Così, se ne vanno a sbarcare altrove. Insieme a loro, hanno raggiunto la stessa conclusione molti altri ex-immigrati che se ne tornano a casa
o si trasferiscono: rumeni che preferiscono far la fame in Romania che
nelle nostre baraccopoli, bengalesi che fanno le valigie e scappano a
Londra, dove c'è un futuro per i loro figli (che studiano in ottime
scuole), di albanesi non c'è quasi più traccia.
Qualcuno avrà voglia di festeggiare ugualmente. Gli immigrati se ne vanno finalmente fora dai ball. Il problema, però, è che andati via loro rimaniamo noi: e qualcuno dovrà pur occuparle, quelle belle baraccopoli rimaste sfitte.
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