Con
l'inizio della campagna elettorale il Pd, che teme di perdere
elettorato di sinistra verso Grillo, ha accusato lo showman genovese di
fascismo. Noi abbiamo scritto questo articolo
che dimostra come se c'è qualcuno che, nel momento in cui dà del
fascista agli altri, è connivente con le destre è proprio il Pd.
E
quando il segretario del Pd chiama l'istituto Luce, il gruppo
Repubblica-Espresso, risponde. Ecco quindi che dai media di De Benedetti
parte la campagna su Grillo "fascista" e "razzista". Ma l'istituto
Luce di oggi non si serve dei cinema di una volta, con le pellicole in
bianco e nero. Funziona invece come un gioco di rimandi tra giornale,
sito, social network, titoli e commenti. E funziona grazie alle tecniche
di marketing virale, quelle che fanno crescere l'attenzione su un
fatto, su un commento piuttosto che un altro. Andiamo a vedere sul
campo. Il 2 settembre da uno dei blog dell'istituto Luce-L'Espresso
parte questo post
e quasi in contemporanea il post viene citato su youtube, dove acquista maggiore visibilità
Per
chi passa in rete tra un link e l'altro il messaggio è chiaro. Grillo
istiga la polizia a picchiare i marocchini. Bersani ha ragione. Visto
che il dibattito su Grillo fascista è di quelli caldi, si confida nella
comunicazione spontanea della rete per diffondere il messaggio e il suo
significato.
Nel link su youtube
prima di tutto si omette completamente che lo spettacolo citato di
Grillo è del 2006. Dimenticanza? Il marketing virale, citare su più
spazi da fonti ritenute affidabili, insegna che meno particolari si
mettono nella notizia più questa può entrare nella scia degli argomenti
più discussi. Fatto sta che si trattava di uno spettacolo e non di un
comizio di addirittura 6 anni fa (anche in Bersani e Ezio Mauro è
difficile distinguere lo spettacolo dal comizio ma è altra questione).
Omettere questo particolare, con la campagna in atto oggi, è buttare
benzina sul fuoco.
C'è un altro piccolo particolare però. Siamo andati a vedere lo spettacolo integrale.
Dal
minuto 49.00 in poi Grillo inizia un attacco contro il ministro
Giovanardi e le sue posizioni sulle droghe leggere e sulla canapa. Poi
continua con una polemica con il ministro sul concetto di “dipendenza”
dal mandato dei suoi elettori. Infine lo critica perché ha raccolto
firme a favore di due carabinieri e un poliziotto di Sassuolo colti a
pestare un marocchino durante un arresto ripreso e finito in rete su un
famoso video che fece il giro del mondo. Questo è il contesto in cui
dal minuto 51.00 Grillo fa una serie di battute, brutte e infelici, sul
fatto che semmai, invece di farsi riprendere in pubblico, i
carabinieri potevano portarlo in questura “e dargli due schiaffetti”
senza farsi vedere.
Questo il testo preciso: "Vuoi
dare una passatina a un marocchino che rompe i coglioni? Lo prendi, lo
carichi in macchina· senza che ti veda nessuno, lo porti un po’ in
caserma e gli dai magari due schiaffetti. Lo fanno. Ma in mezzo alla
strada non è possibile, oggi con un telefonino fanno succedere un
casino. L’immagine di quel telefonino lì è andata a un miliardi di
musulmani…"
Una battuta stupida e
pericolosa in un paese che ha visto la mattanza della Diaz, i casi
Cucchi e Aldrovandi e le numerose morti insabbiate nelle carceri (di
cui Grillo stesso è stato tra i primi accusatori del sistema
carcerario). Senza contare che proprio in quella città dove ha fatto
lo spettacolo, Bologna, qualche anno dopo si è scoperto che fra le
forze dell’ordine c’era un nucleo in combutta con neofascisti che
facevano i giustizieri della notte e pestavano da anni gli immigrati.
Lo scorso agosto invece, sempre a Bologna, sono stati arrestati 4
poliziotti perché pestavano e rapinavano gli immigrati irregolari con
la certezza che tanto, visto il loro status, non li avrebbero mai
denunciati.
Grillo, dunque, ci mette
del suo per strappare facili applausi e tenersi in equilibrio fra il
suo elettorato trasversale da destra a sinistra che spesso deve nutrire
con battute ad effetto che vogliono sentirsi dire, ma è altrettanto
chiaro che siamo di fronte anche ad una campagna di falsificazione
della realtà da parte dell'Istituto Luce-Repubblica/Espresso.
E
nell'immediato funziona. I sondaggi del primo settembre, ad una
settimana dalla campagna del Grillo "fascista", mostrano l'M5S in calo.
Con un pur sempre ragguardevole 15%.
Noi
conosciamo il gruppo Repubblica-L'Espresso. Ha costruito la favola dei
successi del governo Monti, proprio quando l'economia è crollata a
precipizio, ha difeso contro ogni evidenza le (si fa per dire) ragioni
della Tav, della polizia a difesa della Tav, di qualsiasi genere di
strazio e ristrutturazione liberista. Ce lo ricordiamo BENE anche a capo
di una campagna razzista, di quelle vere, assieme a Veltroni per
l'espulsione dei romeni dall'Italia dopo un grave fatto di cronaca a
Roma.
L'istituto Luce detto
Repubblica-Espresso non è ne di destra ne di sinistra. E' un'impresa
che vende notizie di bassa qualità, quando non palesemente false, che
fa sinergia con il littorio PD, un partito interessato solo a rimanere
negli equilibri di potere. Anche a costo di distruggere l'Italia.
Su
Grillo si può, e si deve, dire di tutto. Perché un partito che si
candida ad essere il secondo, o il terzo, soggetto politico italiano
deve essere messo ad analisi anche seriamente critica. Specie quando
ondeggia tra destra e sinistra come un sonnambulo. Ma non bisogna, allo
stesso modo, farsi ingannare da un prodotto della propaganda
dell'Istituto Luce Repubblica-L'Espresso. Roba falsa e letale come un
panino di McDonald.
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