Dopo la
condanna di Sallusti si sono quindi riscoperti, nel centrodestra come
nel centrosinistra, i principi illuministici della libertà d'opinione.
Si è chiesta la grazia per il direttore del Giornale e ci si è
domandati se si può finire in carcere per un'opinione. Francamente
tutto questo ci ricorda le affermazioni sul rischio di violazione della
costituzione americana in caso di chiusura di siti nazisti negli Usa.
Il
Giornale è una testata che, da quando è l'organo del berlusconismo
militante, attacca la libertà di espressione di chiunque intimidendo e,
come abbiamo visto, falsificando. Attacchi e dossieraggi che si
pretendono essere fatti in nome della libertà di espressione. La lista
delle nefandezze, di violazioni della libertà e della dignità altrui del
Giornale di Sallusti, e prima ancora di Feltri, è troppo lunga per
essere citata. E' comunque sufficiente evocarla per negare qualsiasi
solidarietà al direttore del Giornale.
Risulta
oltretutto perlomeno indecoroso che il dibattito sulla libertà di
espressione in Italia si risvegli attorno a Sallusti. Davvero siamo
all'Ancien régime: esiste un regime di garanzie per il notabilato e uno
stato permanente di arbitrio nei confronti del popolo. Infatti il
dibattito pubblico gira intorno al fatto che una legge vecchia, superata
e ingiusta per molti, sia applicata al direttore de Il Giornale. Fino
ad oggi però andava bene, probabilmente non aveva mai colpito così in
alto ma solo qualche direttore di giornali o siti d'informazione
indipendente.
Non bisogna abboccare
alle lenze degli illuministi fuori tempo massimo, quelli che hanno
voltato le spalle tutte le volte che in questo paese i diritti si
violavano davvero: nessuna solidarietà a Sallusti.
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