Ciao, sono Massimo Fini, sono uno scrittore e giornalista. In Siria si
riproduce esattamente la situazione libica. C’è effettivamente un
malcontento in Siria dopo tanti anni di dittatura di Assad, ma sono
stati mandati, come sono stati mandati in Libia, agenti provocatori
inglesi, francesi, fornite le armi a questi rivoltosi e può finire più o
meno come è finita in Libia, dove solo un dittatore poteva tenere
insieme realtà tribali infinite, realtà tribali religiose, etniche
completamente diverse, è un po’ come era in Iraq con Saddam, perché
l’Iraq è stata un’invenzione cervellotica degli inglesi, hanno messo
insieme tre comunità che non avevano niente a che vedere tra di loro:
curdi, sunniti e sciiti e quindi solo un potere molto forte, in questo
caso particolarmente sanguinario.Adesso
c’è una lotta tra sunniti e sciiti. A parte il fatto che gli americani
hanno regalato parte dell’Iraq all’Iran, sono la maggioranza degli
sciiti, contraddicendo una politica di 25 anni anti-iraniana. Lo schema è
lo stesso e credo che l’esito sarà più o meno lo stesso. L’attacco alla
Siria ha un interesse maggiore per il cosiddetto Occidente perché è un
preludio all’attacco all’Iran che nella visione occidentale, non si
capisce bene perché, è il capostipite dell’asse del male, semplicemente
perché è un modo diverso, un mondo diverso, c’è una teocrazia che non è
una democrazia, ma non è neanche una dittatura.
Per quanto riguarda le manifestazioni che in questi giorni si
susseguono, questo documentario (su Maometto, ndr) è semplicemente una
scintilla, un pretesto. C’è in giro, ed è ovvio, un odio antiamericano
per le ingerenze continue e costanti dell’America e di tutto
l’Occidente. In realtà la cosa non è di oggi, è circa un secolo che
l’Occidente si inserisce in quel mondo. Dopo gli attentati terroristici a
Londra, il sindaco di Londra che si chiamava Livingstone “il Rosso”,
molto amato dai suoi cittadini dice: “Sì, gli attentati terroristici
sono una cosa terribile, inaccettabile, ma se la Gran Bretagna avesse
dovuto subire 100 anni di ingerenze dal mondo musulmano, credo che io
sarei un terrorista britannico”.
Certamente il problema è che continuamente, sia dal punto di vista
proprio militare che economico - perché naturalmente abbiamo interessi
etc., - ma anche dal punto di vista ideologico continuiamo a premere su
questo mondo, perché si omologhi al nostro. La questione della donna è
esemplare, si vorrebbe che la donna musulmana diventasse come quella
occidentale. Ora il mondo musulmano si regge su un particolare ruolo
della donna, è la loro storia, potranno cambiarla, forse, ma devono
cambiarsela loro, non noi imporgliela, è come se un ipotetico Ayatollah
venisse qui e dicesse: “Voi non avete nessun rispetto della dignità
della donna, perché la esibite a pezzi e bocconi in pubblicità, nei film
etc., la vendete come quarti di bue in macelleria”, noi gli diremmo: “Caro Ayatollah, il problema, ammesso che sia un problema, ce lo risolviamo noi, non sei tu che devi venire a insegnarcelo!”.
Oltre al fatto delle armi, degli interessi, parlo per l’Occidente in
buonafede, c’è questa convinzione di avere i valori migliori, i valori
assoluti, che abbiamo non solo il diritto, ma il dovere di portare agli
altri mondi, ai mondi altri, diversi dal nostro, che è una concezione
assolutamente totalitaria, tanto più grave perché viene da un mondo che
si dice e si crede liberale – democratico. E’ molto ingenuo pensare
che i propri valori, perché propri, sono assoluti e i migliori, anche
un Nuer del sud del Sudan potrebbe dire la stessa cosa… C’è questa
continua invadenza del mondo occidentale nei mondi altri, l’Africa in
questo modo è stata distrutta perché i neri africani avevano culture
molto raffinate, belle, ma non essendo monoteisti, erano anche fragili
da un certo punto di vista, l’Islam che ha una cultura molto forte cerca
di resistere.
Questo lo dico, non ho nessuna particolare simpatia per la cupa
religione musulmana, non ho simpatia per nessuna delle tre grandi
religioni monoteiste, però questi hanno una forza che i neri del centro
Africa non avevano e quindi tentano di resistere.
Quindi quali potrebbero essere i tempi o cosa dovrebbe succedere? Lo
diceva persino Luttwak, giornalista americano molto vicino alla CIA, in
un’intervista alla stampa dell’altro giorno che gli occidentali
dovrebbero smetterla di ingerirsi nelle vicende del mondo arabo –
musulmano. Poi c’è la vicenda gravissima dell’Afghanistan che non viene
quasi considerata, perché gli afgani sono sì musulmani, ma non sono né
arabi, né cristiani, né ebrei, quindi se ne può fare carne di porco.
L’altro giorno dei droni hanno scambiato delle donne che stavano
raccogliendo nel bosco, nella foresta, mi pare che stessero raccogliendo
pinoli, per un gruppo di talebani. Hanno sparato e ne hanno uccise 13,
noi siamo i grandi difensori della dignità della donna, non mi sembra
un buon modo per difendere la donna, poi questo avviene perché siamo
diventati talmente vigliacchi che non mandiamo fuori le truppe di terra,
lì la cosa è avvenuta perché c’è un attacco talebano a un avamposto,
mandiamo fuori gli aerei e sempre più spesso i droni che sono aerei
senza pilota, senza equipaggio, comandati a 10 mila chilometri di
distanza e facciamo queste cose. Per gli afgani questo modo di combattere è talmente vigliacco che per
loro è inconcepibile e quindi ha compattato intorno ai talebani anche
gente che talebana non era affatto, per cui sono diventati moltissimi,
oggi praticamente quasi tutto il popolo afgano. Questo modo di
combattere è una delle ragioni per cui l’Occidente sta perdendo la
guerra in Afghanistan.
C’è un bel libro di Pellizzari che si intitola “La battaglia al tempo delle more”
che racconta molto bene - lui è stato sul campo a lungo dal 1974
inviato de “Il Messaggero” come questa mentalità occidentale si scontri
con un’altra mentalità che è completamente diversa e
che noi non riusciamo assolutamente a capire e è il motivo per cui
tutti gli eserciti, anche più forti britannico, sovietico, adesso questo
occidentale, poi finiscono per essere sconfitti, qui ci vorrà più tempo
perché la sproporzione di armi tra i due schieramenti, questi hanno le
armi, è un esercito robotico, ipertecnologico, ipersofisticato.
La mia generazione è costretta a rimpiangere tutto, anche la vecchia
Unione Sovietica, nel senso che l’Unione Sovietica faceva da
contraltare. Le due superpotenze in qualche maniera si paralizzavano a
vicenda. Se voi notate dal 1989 da quando crolla l’impero sovietico, gli
Stati Uniti e gli occidentali hanno inanellato 8 guerre, prima Guerra
del Golfo, Bosnia, guerra alla Serbia, tra le più incomprensibili,
almeno per noi europei, Afghanistan, Iraq, Somalia, poi ancora Somalia
attraverso l’Etiopia e poi la Libia, poi adesso si preparano a attaccare
in qualche modo la Siria e poi come obiettivo finale c’è l’Iran.
C’è il fatto che essendo il mondo occidentale assolutamente in crisi,
non solo economica, ma in crisi totale di valori, la guerra è da sempre
uno dei modi per uscire da una crisi economica. L’industria bellica è un
volano dell’economia, loro hanno bisogno di svuotare arsenali sulla
pelle della gente, degli uomini, delle donne, dei bambini, non gliene
frega assolutamente un cazzo alla cultura superiore. Quello che fa
orrore in tutta questa faccenda è che se fosse una sana politica di
potenza, dichiarata come tale: “Tu hai il petrolio, io lo voglio!”
E’ sempre mascherata invece da principi etici, principi morali, è
l’ipocrisia di queste guerre che secondo me è la cosa più ripugnante!
Noi facciamo la guerra con cattiva coscienza, non la dichiariamo, la
chiamiamo in altro modo per azioni umanitarie, non credo che le persone
ci caschino più. Questo è ciò che fanno le leadership occidentali,
prendiamo l’Italia, c’è un art. 11 che è chiarissimo che noi ripudiamo
la guerra, a meno che non sia di difesa, naturalmente, come è ovvio,
com’è giusto e siamo in Afghanistan con 4.200 soldati, facciamo guerre
di aggressione che non potremmo fare secondo Costituzione, ma la
Costituzione è in realtà una carta straccia che si manipola come si
vuole, che credo sia uno dei motivi della serpeggiante rivolta in Italia
contro la politica.
La libertà ha un valore se si conquista con le proprie mani, la
rivoluzione libica è fallita perché in realtà non l’hanno conquistata i
rivoltosi, l’hanno conquistata i bombardieri Nato, nel caso della Siria
se c’è una guerra civile, a un certo punto chi ha veramente l’appoggio
della popolazione finisce per prevalere, quindi è una forma in realtà
molto più democratica, se vogliamo, a un certo punto si assesta in
qualche modo. Così non si assesta niente, cova sempre qualcosa sotto, è
come è successo in Egitto, in Egitto c’era un’autentica rivolta
popolare, è stata trasformata in un golpe militare, poi adesso è stato
eletto questo fratello musulmano il quale però non è libero di muoversi,
siccome l’esercito egiziano riceve finanziamenti enormi dagli Stati
Uniti, è una specie di duarchia.
Se l’Egitto o la Tunisia o qualsiasi altro Paese di quell’area si sente
musulmano, è musulmano, Finché questi non ci attaccano, non c’è nessuna
ragione di attaccare, che poi è la teoria della guerra preventiva di
Bush. Fonte
Nessun commento:
Posta un commento