L’intervista è di Michele Marelli
Nella misteriosa vicenda che
riguarda il film blasfemo sul Profeta Maometto, le cose che non tornano
sono parecchie. La sensazione che si sia cercato di provocare una
reazione a tutti i costi è forte…
Camilleri definirebbe l’autore di questo
film ‘mastro d’opra fina’. Come prodotto artistico è una schifezza
irripetibile, ma come operazione di guerra psicologica è assolutamente
impeccabile, da manuale direi.
Stando alla versione ufficiale, dietro a questo film ci
sarebbero unicamente tre copti di origine egiziana – Nakoula Basseley
Nakoula, Nasrallah Abdelmasih e Morris Sadek. Le sembra un’ipotesi
credibile?
Non diciamo cazzate. Per com’è stata
concepita e per la raffinatissima sensibilità psicologica dimostrata, si
tratta quasi certamente di un’operazione da Servizi Segreti. Quei tre
cretini dovrebbero innanzitutto spiegare dove hanno trovato i soldi per
fare questo film; ma, in ogni caso, se io – insieme a dieci amici –
trovassi dei soldi per girare un cortometraggio con l’obiettivo di
prendere a pesci in faccia l’Islam, potrei pure metterlo su YouTube ma
non è che automaticamente tutti se ne accorgerebbero. Se aspettassi il
passaparola, forse in cinque anni… Se una cosa del genere scoppia in
modo così repentino, significa che qualcuno, oltre ad averci messo dei
soldi, ha organizzato alla perfezione il lancio del film via web proprio
allo scopo di ottenere un’eco mediatica come quella che abbiamo visto.
Pare che il film fosse in rete
già dallo scorso giugno e che solo con la comparsa – circa due settimane
fa – di una versione sottotitolata in arabo si sia giunti allo scoppio,
decisamente repentino, di questa crisi. Strano, se si pensa che in
Paesi come la Libia e lo Yemen l’alfabetizzazione si attesta intorno al
50%…
Cerchiamo di capire, innanzitutto, chi
ci guadagna. Non può non colpire la coincidenza fra questa crisi e
l’avvicinarsi della possibile azione militare israeliana contro l’Iran.
Diciamo che la ‘minestra’ era preparata da un po’. Se è vero che il film
era stato caricato su YouTube già lo scorso giugno, probabilmente
questa cosa era ‘in viaggio’ già dalla scorsa primavera, se non
addirittura da prima. Qualche tempo tecnico per preparare questa
porcheria ci sarà pure voluto…
Tra l’altro pare che questo
misterioso produttore, Nakoula, si sia recato in Egitto alla ricerca di
fondi. Sarà un caso, ma la presenza dei Servizi Segreti israeliani in
Egitto è un fatto assodato…
Si può dire che lì stiano di casa…
L’interesse è chiaramente di chi auspica una frattura fra il Mondo
islamico e l’Occidente. È per questo che mi viene da pensare più agli
israeliani che agli americani. Questi ultimi puntano, semmai, più a una
rottura fra l’Iran e il Mondo arabo, giocando – con l’appoggio
dell’Arabia Saudita – sul crinale sunniti-sciiti. Qui invece
l’operazione ha mirato a spostare la spaccatura sulla contrapposizione
Occidente-Islam: l’intento è inequivocabilmente quello di impedire un
ponte col mondo islamico. Per quanto possa sembrare paradossale, gli
israeliani sono più interessati a un Medio Oriente fondamentalista che
non a un Medio Oriente che evolva verso forme di democrazia più o meno
simili a quelle occidentali. In un Medio Oriente tendenzialmente
filo-occidentale, democratizzato e secolarizzato, infatti, Israele
perderebbe gran parte della sua ragione d’essere.
Quando parla di un coinvolgimento israeliano in questa vicenda, a chi si riferisce?
Parlare di Israele in toto sarebbe un
errore. Ho in mente alcuni circoli di destra che, per esempio, non
vogliono saperne di alcun processo di distensione coi palestinesi e che
premono per un’operazione in Iran. Consideriamo poi un altro fatto: la
destra israeliana non ama Obama. Non le sembra strano che questa crisi
in Nordafrica e in Medio Oriente sia scoppiata a poco più di un mese
dalle Presidenziali americane? Di colpo Obama si è trovato tra le mani,
oltre a un Ambasciatore ucciso in un modo a dir poco atroce, una
situazione delicatissima: se non reagisce trasmette un’immagine di
debolezza, ma può forse reagire bombardando a cuor leggero le città di
un Paese che lui stesso ha contribuito a liberare da una dittatura?
Eppure, stando ai primi
sondaggi, sembra che Romney non abbia guadagnato terreno su Obama in
questa fase. Anzi, sembra che ci stia addirittura rimettendo…
Romney ci sta rimettendo perché è un inetto. Però, obiettivamente, lo ‘scherzo’ a Obama non è stato carino…
In questa operazione, secondo lei, quali altri attori potrebbero essere in gioco?
Io non escluderei l’ipotesi di una
‘manina’ americana riconducibile a quei settori legati ai petrolieri.
L’idea che abbiano dato una mano o che siano essi stessi i ‘committenti’
non è campata per aria. Non vedo, viceversa, la possibilità di
coinvolgimenti di altri Servizi Segreti. Nessun Servizio europeo, in un
momento di crisi come questo, si prenderebbe la briga di far scoppiare
un simile caos. I cinesi? Che interesse vuole che abbiano… I russi?
Quelli hanno già tanti problemi coi ceceni e la creazione del nemico
americano è roba da URSS, non da Russia di Putin… Gli iraniani…?
Trova così improbabile l’ipotesi
di un coinvolgimento dei Servizi Segreti iraniani? In effetti, questa
crisi sembra aver ricompattato l’opinione pubblica musulmana contro il
comune nemico americano, indipendentemente dalle divisioni fra sunniti e
sciiti…
Sì, è vero. Ma un’operazione simile, a
tre settimane da un possibile attacco israeliano in Iran, non avrebbe
alcun senso. Il tempismo fa pensare agli israeliani, non agli iraniani.
Ha in mente altre possibili ‘regie’?
Si potrebbe anche pensare a
un’operazione dei Fratelli Musulmani egiziani organizzata per mettere in
crisi l’Esercito e per mobilitare le masse verso un fondamentalismo
religioso lontano da uno sbocco di tipo democratico-occidentale. Ma è
un’ipotesi poco probabile…
La ‘pista egiziana’ non la convince?
Non è una pista campata per aria,
intendiamoci. Tuttavia, i Servizi Segreti egiziani – i cosiddetti
Mukhabarat – sono roba seria e, a quanto ne so io, sono controllati
dall’Esercito. Se i Fratelli Musulmani si fossero mossi in questo senso
(e dubito che siano così ‘raffinati’), i Mukhabarat l’avrebbero scoperto
e, a quel punto, l’obiettivo dell’operazione sarebbe stato chiarissimo.
Il piano, le garantisco, non sarebbe andato in porto.
Un gioco di sponda fra alcune frange dei Servizi Segreti americani e l’Intelligence israeliana legata alla destra, dunque?
È sicuramente un’ipotesi molto più convincente.
Quando parla di Servizi Segreti israeliani a chi allude?
È sbagliato pensare necessariamente al
Mossad. Esistono altri Servizi, come quello dell’Esercito, decisamente
più ‘cattivelli’. A confronto, quelli del Mossad sono i ‘buoni’ (quant’è
difficile usare quest’espressione…). È l’Esercito che in questa storia
ha un interesse maggiore a mantenere una tensione permanente, in modo da
restare un’istituzione intoccabile. Fino a quando permarrà una
situazione d’emergenza, infatti, l’Esercito potrà fare ciò che vuole.
Torniamo ai tre copti che
avrebbero prodotto il film blasfemo su Maometto. È probabile che siano
stati usati e che non abbiano la minima idea di chi siano in realtà le
persone per cui stanno lavorando?
Quando dico che il regista di questa
operazione è ‘mastro d’opra fina’ penso anche alla scelta della
‘faccia’. Tra tutti i possibili ‘candidati’ chi si è deciso di usare per
un’operazione di questo tipo? Tre copti. Così magari ci scappa pure un
bel massacro dei cristiani in Egitto. Ulteriore motivo per poter dire:
«Guardate i musulmani che carogne che sono»… Probabilmente si tratta di
tre imbecilli reclutati per l’occasione. Qualcuno avrà detto loro:
«Facciamo una cosa contro Maometto» e quelli ci sono cascati in pieno.
Se si fosse voluto creare un caos simile in Turchia, a metterci la
faccia sarebbero stati sicuramente tre armeni… Sotto questo punto di
vista, ripeto, è stata un’operazione perfetta.
Colpisce anche un altro fatto,
tralasciato dai più. Si parla di rivolte in tutto il mondo islamico,
eppure nella Penisola Arabica – ad eccezione dello Yemen – sembra che
non stia succedendo niente. In Arabia Saudita, in Qatar, negli Emirati
Arabi Uniti e in Oman nessuno si muove in difesa del Profeta…?
Questo ha colpito anche me. Tuttavia,
l’Arabia Saudita è un Paese poco popoloso, molto più controllato anche
per ciò che riguarda Internet e colpito solo in misura ridottissima
dalla Primavera Araba, mentre Qatar ed Emirati sono Paesi ad alto
reddito. In più, non dimentichiamo che in quella zona ci sono le basi
americane… Diciamo che le condizioni e gli interessi per tenere sotto
controllo la cosa ci sono. È la dimostrazione di un fatto: se non si
crea un ‘ponte’, la notizia non passa. A colpirmi è anche un altro
fatto: a muoversi maggiormente sono stati, guarda caso, i Paesi colpiti
dalla Primavera. L’impressione è che si tratti proprio di un’operazione
mirata…
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