La sua assenza era quasi una stonatura. Proprio lei, la seconda banca degli Stati Uniti, tenuta fuori da uno dei club più esclusivi della finanza internazionale. Una vera ingiustizia. Ora però è entrata almeno in lista d'attesa per ottenere l'iscrizione. Il circolo in questione riunisce i responsabili della truffa del secolo, quella dei mutui subprime, da cui nel 2008 è partito l'effetto domino che ha generato la crisi globale. L'istituto in attesa di tesseramento è Bank of America (BofA).
Ieri il dipartimento di Giustizia degli Usa e la Sec (la Consob americana) hanno avviato in sede civile due cause parallele per frode nei confronti di BofA e di due sue controllate, accusate di aver ingannato gli investitori nel 2008. Il copione è lo stesso già sentito varie volte negli ultimi cinque anni: le banche avrebbero nascosto agli investitori i rischi connessi all'acquisto di titoli derivati legati ai mutui immobiliari subprime. In particolare, non sarebbe stato comunicato alla clientela che oltre il 70% di quei prodotti proveniva da intermediari esterni al gruppo bancario e quindi era molto più esposto al rischio default. I titoli nel mirino delle autorità americane valevano in tutto 850 milioni di dollari.
La replica di Bank of America non si è fatta attendere. Secondo l'istituto - che promette battaglia in tribunale - quei derivati erano rivolti a investitori "sofisticati" e avrebbero perfino garantito un ritorno migliore rispetto a titoli analoghi. L'autodifesa si riassume in una frase: “Non siamo responsabili del crollo del mercato immobiliare”.
Il caso riguarda oltre mille mutui venduti tra gennaio e febbraio 2008 a cinque investitori, tra cui la Federal Home Loan Bank di San Francisco e Wachovia, banca rilevata durante la crisi da Wells Fargo. Il dipartimento di Giustizia ritiene però che il numero di mutui finiti in default sia troppo alto e "non possa essere spiegato solo con la crisi del mercato immobiliare degli ultimi anni".
Intanto, il Presidente in persona è intervenuto nel dibattito sulla riforma del sistema di finanziamento e di garanzia dei mutui. Secondo Barack Obama, bisogna ridurre il coinvolgimento pubblico e aumentare al contempo i capitali privati: sarebbe "inaccettabile" tornare "al sistema della bolla destinata a scoppiare, che ha causato la crisi finanziaria" ed è necessario "mettere fine all’era del salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac", ovvero i due colossi del credito ipotecario nazionalizzati durante la crisi.
Ma come funziona(va) il sistema (suicida) della bolla? La truffa dei subprime va analizzata su due piani. Il primo è quello della vita reale, in cui le banche americane spingevano i loro clienti a usare le case come bancomat, accendendo mutui immobiliari in serie. Ad ogni prestito che ottenevano (bastava chiedere), i debitori estinguevano il mutuo precedente e, avendo ottenuto dagli istituti un importo superiore (perché nel frattempo il prezzo delle case era salito), intascavano la differenza. Appena i prezzi delle case hanno smesso di crescere, naturalmente, il giocattolo si è rotto. Milioni di americani si sono ritrovati con debiti impossibili da ripagare e sono stati sfrattati.
Ora, le azioni legali sono notizia recente, ma è scorretto pensare che fin qui Bank of America sia stata immune allo tsunami dei subprime. Anzi, lo scorso inverno l'istituto ha accettato di pagare qualcosa come 11,6 miliardi di dollari a Fannie Mae per archiviare un pesantissimo contenzioso. La grana era iniziata con l'acquisto della Countrywide Financial, vera regina della truffa dei mutui, che è già costata a BofA circa 40 miliardi di dollari.
Ma non basta. A gennaio Bank of America figurava anche nella lista dei 10 colossi di Wall Street (fra cui anche JP Morgan, Citibank e Wells Fargo) che hanno siglato un accordo con le autorità americane, accettando di pagare in tutto 8,5 miliardi come risarcimento per i pignoramenti facili a danno delle famiglie americane.
Entrambi i precedenti si sono risolti quindi in un patteggiamento. Forse anche le nuove cause avranno il medesimo epilogo, ma non è questo il punto cruciale. I risarcimenti sono importanti per gli americani e per gli investitori. Al resto del mondo, invece, interessa che gli Stati Uniti riescano finalmente a varare una riforma seria per evitare che negli anni si gonfino nuove bolle assassine. Anche se i membri del club, lungimiranti come al solito, non saranno d'accordo.
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