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05/08/2013

Erdogan mette le mani sull’esercito e punta al presidenzialismo

Il Consiglio Supremo militare turco, presieduto dal premier Recep Tayyip Erdogan, ha nominato i nuovi comandanti in capo di esercito, aeronautica e marina militare.

Alla guida delle forze di terra è andato il generale Hulusi Akar, considerato anche il favorito per la carica di Capo di stato maggiore alla scadenza del mandato dell'attuale responsabile, Necdet Ozel, nel 2015; il viceammiraglio Bulent Bostanoglu e il generale Azin Ozturk sono stati nominati a capo rispettivamente di marina e aeronautica. Secondo gli analisti le nomine provano il crescente controllo dell'esecutivo sulle forze armate: Erdogan ha infatti opposto il suo veto al candidato favorito alla guida dell'esercito, generale Bekir Layonku, perché ritenuto troppo vicino agli ambienti dell’opposizione e accusato di essere contiguo ai settori militari che avrebbero organizzato un presunto tentativo di golpe contro il governo, il cosiddetto piano "Ergenekon", oggetto di un processo la cui sentenza è attesa per domani e che vede sul banco degli imputati 275 persone.

Dopo aver rafforzato il controllo dell’esercito Erdogan ora punta a una revisione rapida della Costituzione che gli conceda maggiori poteri anche se sembra per ora adottare una posizione più morbida sul suo obiettivo storico di una riforma presidenzialista. La Commissione parlamentare che sta scrivendo la nuova costituzione turca continuerà a riunirsi anche durante la pausa estiva. Tutte le formazioni politiche sono d'accordo sulla necessità di modificare la Carta introdotta dai militari dopo il golpe fascista del 1980, ma rimangono molti gli articoli su cui i partiti non hanno trovato un compromesso. L'annuncio del primo ministro che le modifiche in senso presidenzialista della carta non sono più una "linea rossa" ha dato nuovo slancio ai lavori della commissione che potrebbe arrivare a un accordo entro la riapertura del parlamento il primo ottobre. I deputati del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) erano già pronti a partire per le vacanze, ma dopo l'invito dello stesso primo ministro a continuare a lavorare hanno fatto marcia indietro. L'obiettivo è arrivare a un accordo sul almeno 80 articoli della nuova costituzione entro l'estate per poi sottoporli al parlamento a inizio ottobre e nel caso non vengano approvati proclamare un referendum costituzionale. Il referendum potrebbe tenersi dopo l'elezione del presidente della Repubblica e prima delle elezioni politiche del 2015, ha detto martedì Mustafa Sentop, vice-segretario dell'Akp e membro della Commissione. Sono passati 20 mesi da quando la "Commissione di compromesso costituzionale" si è riunita per la prima volta, ma dal 19 ottobre 2011 l'Akp e gli altri tre partiti rappresentati in parlamento – dove vige uno sbarramento del 10% - hanno trovato un compromesso solo su 60 articoli su 177. Troppo pochi per il premier Erdogan che ha chiesto ai suoi parlamentari e ai partiti d'opposizione di lavorare "senza pregiudiziali e in tempi rapidi". Un invito che sembra aver dato nuova energia al lavoro della commissione che, dopo una fase di stallo, lunedì ha raggiunto un accordo su vari articoli relativi a diritti fondamentali, sistema giudiziario e libertà personali. Se approvata, la nuova costituzione turca sancirà che "tutti hanno il diritto di vivere in pace e di essere protetti dalla violenza". Per adempiere alla nuova norma il parlamento turco dovrà dotarsi di nuove leggi per prevenire e nel caso punire "crimini e discorsi d'odio" verso un particolare gruppo sociale e promuovere la "cultura della pace". Trattative ancora in alto mare invece sulle riforme istituzionali. Erdogan ha annunciato all'ultimo congresso del suo partito che non sarà lui il candidato premier dell'Akp alle prossime elezioni. Il primo ministro mira invece a concludere la sua carriere politica da Capo dello stato, ma non prima di una riforma della Costituzione in senso presidenzialista. La netta opposizione del Partito repubblicano del popolo (Chp) rende questa ipotesi complicata, ma secondo il quotidiano Hurriyet, Erdogan potrebbe ora puntare a una soluzione di compromesso: "l'Akp ritirerà la sua proposta di (istituire) un sistema presidenziale e proporrà invece l'idea del "semi-presidenzialismo" scrive Goksel Bozkurt. Per il giornalista se neanche questa proposta dovesse essere approvata dal parlamento allora la nuova costituzione sarà sottoposta a un "referendum a risposta multipla" che preveda un quesito singolo dove i cittadini dovranno scegliere tra l'attuale sistema parlamentare e il presidenzialismo.

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