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17/03/2014

Meno male era piaciuto ai tedeschi: Die Welt attacca frontalmente Renzi

Questa notizia ha doppio valore. La prima è legata al forte dissidio esistente tra il governo Merkel e quello Renzi. La seconda al mondo da fiaba descritto dai media italiani: quello dove "Matteo" è ricevuto da Hollande per parlare della cravatta, dove la Merkel fa un profondo sospiro all'idea del piano di riforme di Renzi.

Cominciamo dalla prima.
Quest'estate, di fronte ad un governo Letta incapace, dal punto di vista tedesco, di accelerare le politiche di austerità, Angela Merkel invitò Renzi a Berlino. Una vera investitura diplomatica, testimoniata da un documento informale renziano sull'economia tutto filotedesco, che ha finito di affossare il governo Letta. Il punto è che Renzi, allo stesso tempo, era ed è anche espressione del capitalismo da bolla finanziaria di tipo angloamericano (si vedano i toni entusiastici, già oggi spenti, del Financial Times all'investitura reale di Renzi). Oggi, che l'incontro di Renzi con la Merkel non è più amichevole ma ufficiale, il governo tedesco fa il conto delle posizioni diplomatiche e di quelle che stanno dietro le quinte.

Allora, non a caso, Die Welt attacca frontalmente Renzi. Giova riportare che Die Welt non è solo un quotidiano influente filo Merkel, ma riporta anche le posizioni della Bundesbank e fa da mediatore tra le ragioni del governo e quelle della banca nazionale. Le posizioni d'attacco della Welt sono chiare ed abituali in questo genere di polemiche: il programma di Renzi comporta solo più debiti, l'Italia è il paese più indebitato dell'eurozona dopo la Grecia, le "riforme" di Renzi sono inefficaci.
I tanti governi Renzi contenuti nel governo Renzi (quello "rigorista", con Padoan, quello "prodebito" con Renzi, quello mediatore che va da Hollande) sono quindi avvertiti di fronte al solito crudo aut-aut della Merkel. Va anche aggiunto che, fin da subito, Il Mattinale (servizio stampa parlamentari FI, molto attendibile sulle posizioni di quel partito), ha parlato di possibile apertura al governo Renzi in nome delle politiche antiausterità.

Resta la disfatta dei media italiani: nel fine settimana, praticamente in coro, avevano presentato Renzi accolto trionfalmente a Parigi e lodato a Berlino. Nella stampa francese l' "evento" trova più o meno lo spazio della rubrica dell'oroscopo mentre da Die Welt si capisce quanto Renzi piaccia attualmente al governo tedesco.

L'Italia è in mano alla propaganda più scatenata. Cosa vuoi che sia.

Redazione - 17 marzo 2017 

Fonte

Oltre alla conclusione registrata schiettamente dai sempre ottimi livornesi, val la pena registrare che mai come oggi la politica italiana si è trovata tra l'incudine tedesco e il martello anglosassone, nell'improbo ruolo di far da cerniera tra interessi che non convergono ormai praticamente su nulla. Del resto non poteva andare diversamente ad una classe dirigente che dal dopo guerra vive a traino, prima degli americani (DC in testa) poi del sogno europeista (post comunisti in prima fila). Guarda caso entrambe le linee sono il dna portante del Fonzie nazionale.
Siamo dunque nella condizione di Don Abbondio "scortato" dai bravi: un vaso di coccio tra vasi di ferro (arrugginito).

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