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05/06/2014

Obama, la Nato, le armi


Il premio Nobel per la pace Barak Obama vuole liberare un’altra volta l’Europa a 70 anni dal D Day. E ci avverte sul nuovo fronte di guerra: non più il nazi-fascismo d’allora, non più il comunismo sovietico della Cortina di Ferro, ma sempre il nemico di Mosca anche se convertito al libero mercato.

Si chiama ‘European Reassurance Initiative’ ed è il piano da un miliardo di dollari che Barak Obama ha annunciato per rafforzare la presenza militare americana nell’Europa orientale. Risposta alla “strategia aggressiva” messa in campo da Mosca nella crisi dell’Ucraina. La sicurezza di quest’area – ha detto l’inquilino della Casa Bianca – “è fondamentale per la stessa sicurezza degli Stati Uniti”.

Il presidente Usa, appena sbarcato a Varsavia, non perde tempo. L’obiettivo fondamentale di questa sua nuova missione in Europa è quella di rassicurare gli alleati dell’Europa dell’est, Paesi che si sentono sempre più’ minacciati dalla Russia. E che temono di trovarsi alle prese con crisi simili a quella di Crimea. Questo non rassicura i vecchi alleati Nato che non gradiscono una nuova Guerra Fredda.


E per dare sostanza alle sue parole, Obama la spara grossa: un miliardo di dollari per aumentare il numero delle truppe Usa presenti sul territorio - nostro - ovviamente per aiutare gli alleati sul piano della formazione militare e strategica. Ma non solo. Il piano Obama prevede di ricollocare delle strutture Usa e una partecipazione della marina alle operazioni Nato nel Mar Nero e nel Baltico. Guarda guarda.

E se non bastasse, rafforzare le difese delle ex repubbliche sovietiche come la Georgia la Moldavia e la stessa Ucraina. Lo sforzo maggiore realizzato dagli Stati Uniti in Europa negli ultimi decenni, soprattutto dopo che l’attenzione Usa sembrava essersi spostata più verso l’area del Pacifico, in chiave anti Cina. La European Reassurance Initiative sarà presentata ufficialmente al Congresso dal Pentagono.

Nel frattempo voi, cari amici europei, mettete mano al portafogli e aumentate le spese militari, e chi se ne frega della vostra crisi economica. Ovviamente applaude il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che tra l’altro ha spiegato come ci siano “segnali di un inizio del ritiro delle truppe russe al confine con l’Ucraina”. Anche se – ha scoperto – “ci sono ancora migliaia di soldati lungo la frontiera”.

Perché - questa è la notizia - 70 anni dopo l’aver liquidato Hitler e Mussolini, “la libertà non è garantita in Europa”. Lo afferma Barack Obama parlando a Varsavia. Ma per fortuna c’è il bravo ragazzo americano molto ben armato. E gli Usa - per pura generosità - ”Sono impegnati al fianco del popolo ucraino”, ha detto Obama. ”Non solamente per i prossimi giorni o settimane ma negli anni a venire”.

A Bruxelles fa da altoparlante replicante di Obama il ministro della difesa Chuck Hagel, che batte spudoratamente cassa con gli alleati europei. Gli Usa stanno facendo la loro parte, ma nel vertice Nato in Galles a settembre gli europei “devono arrivare avendo preso misure nella giusta direzione” cioè, invertire la riduzione degli investimenti-difesa che “minacciano l’integrità Nato”. Gli F35 made in Usa per cominciare.

Fonte

Obama sta mettendo il cappello sulla destabilizzazione ucraina e lo sta facendo in modo esemplare, soprattutto se si pensa a quelli che erano gli interessi imperialistici che la UE pensava di coltivare nel cortile russo dando man forte ai fascisti di Kiev.

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