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05/12/2014

Campi d’addestramento del Califfato in Libia fronte casa nostra

Sono gli Usa che avvertono: ‘Ci sono campi d’addestramento dell’Isis installati nell’est della Libia’. Il Canale di Sicilia e poi c’è l’Italia. Lo ha detto il generale David Rodriguez, comandante delle forze Usa per l’Africa. La coalizione si vanta dei ‘successi’, Assad smentisce, l’Iran bombarda.

Lo Stato Islamico ha stabilito dei campi di addestramento nell’Est della Libia. Il generale David Rodriguez, comandante delle forze Usa per l’Africa, è preciso: ‘Saranno circa duecento i jihadisti che vengono addestrati in quei campi’. Ma cerca di consolare il mondo aggiungendo che gli Stati Uniti ‘li stanno monitorando con attenzione’. Si tratta di un fenomeno nuovo, ha detto il generale, aggiungendo che al momento non si prevedono raid aerei contro tali campi, anche se si tratta di un’ipotesi su cui si sta discutendo. Segnale di avvertimento, insomma, visto che sulla Libia è caos.

Intanto una discutibile (per utilità) riunione ministeriale dei 60 Paesi che compongono la coalizione anti-Isis a Bruxelles ci racconta che la campagna della coalizione contro lo Stato islamico comincia a ottenere risultati, ‘la sua avanzata in Iraq e in Siria è stata fermata’. ‘Le forze irachene e le forze del governo regionale del Kurdistan - prosegue la nota - con il sostegno dei raid aerei della coalizione, stanno riguadagnando terreno in Iraq’. In attesa di riscontro concreti veniamo a sapere che i 60 ‘hanno ribadito il loro impegno su diversi fronti e a lungo termine per indebolire e sconfiggere l’Isis’

Cinque le linee di lotta della Coalizione dei 60.
1) migliorare lo sforzo militare;
2) fermare il flusso di combattenti stranieri;
3) tagliare l’accesso al finanziamento;
4) affrontare la questione degli aiuti umanitari;
5) delegittimare l’Isis.
A detta loro, in appena due mesi e mezzo la coalizione ha fatto ‘progressi significativi contro l’Isis’, ha sostenuto il segretario di Stato Usa. ‘Abbiamo fermato lo slancio e indebolito le finanze ma le azioni militari non bastano per distruggere l’Isis: va colpita l’ideologia. Il loro messaggio di odio - sostiene Kerry - va messo in discussione nelle moschee di tutto il mondo’.

Voce contrastante, anche se non invitata a Bruxelles, quella del presidente siriano Bashar al Assad che, un po’ più vicino al problema ‘Califfato’, afferma invece che i raid aerei sono inefficaci, senza ‘risultati reali’. Più o meno come detto da alcuni generali americani. Intanto l’offensiva sul campo non si ferma, anche se muta progressivamente lo scenario. Ora anche caccia iraniani sono impegnati nei bombardamenti sulle postazioni dell’Isis in Iraq. Lo conferma il portavoce del Pentagono, dopo che la tv Al Jazeera ha mostrato immagini di F-4 in zona; stesso tipo di quelli dell’esercito iraniano.

‘Abbiamo indicazioni che l’Iran ha condotto attacchi aerei contro l’Isis in Iraq’ ha detto Kirby a Abc News. Pare che gli attacchi aerei siano stati condotti contro postazioni dei jihadisti nella provincia di Diyala, nell’est dell’Iraq, al confine con l’Iran. Kirby ha poi precisato che i raid di Teheran sono condotti in maniera indipendente, gestiti dal governo iracheno, e non coordinati con gli Usa. ‘Non è cambiato nulla riguardo alla nostra politica di non coordinare le nostre attività con gli iraniani’, dice il Pentagono. Bugie diplomatiche (Assad e Iran vietati) con gambe corte da muoversi come lombrichi.

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