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03/01/2017

Un saluto a mons. Hilarion Capucci. Ha combattuto per la giusta causa palestinese

Con mons. Capucci abbiamo condiviso tanti momenti di lotta e di discussione per la libertà e la dignità del popolo martire di Palestina. Esiliato in Italia da circa 40 anni, ci siamo incontrati tante volte in occasione di manifestazioni, di convegni a Roma e altrove. L'ho accompagnato in alcune sue visite in Sicilia (ricordo una presso i suoi confratelli di Piana degli Albanesi), abbiamo condiviso, ad Atene, nel 1988, (vedi richiamo e foto) la drammatica esperienza della "Nave del Ritorno dei palestinesi".

E' morto senza potere rivedere Gerusalemme, la città delle tre religioni, la città della Pace, oggi occupata dagli israeliani. E' morto con la dignità di uomo e di religioso. Ha combattuto pacificamente per una Causa giusta. Di Lui ce ne ricorderemo!

"Ad Atene erano convenute circa 1500 persone, la gran parte vecchi rifugiati palestinesi e famiglie cacciati dalle loro case dopo la prima guerra arabo-israeliana del 1948 e dispersi nei campi profughi di Giordania, Siria, Libano ed Egitto.

Ad accompagnarli in questa pericolosa missione, che il governo di Shamir considerava “una compagnia di assassini” da bloccare con ogni mezzo, c’erano centinaia di rappresentanti di partiti, sindacati, giornalisti, di associazioni umanitarie e pacifiste di molti paesi in gran parte europei e occidentali.

Sapevamo che oltre alla solidarietà la nostra funzione su quella nave sarebbe stata anche quella di scudo umano per scoraggiare la reazione violenta degli israeliani.

La delegazione italiana era composta: dal sottoscritto (per il PCI), da Raniero La Valle (per Sin. Indipendente), La Chiara (per PSI), Nordio (Acli), Ferrucci (Ass. giuristi democratici).

Vi erano anche diversi giornalisti fra i quali ricordo: F. Isman, (Messaggero) L. Tersini (Tg3), I. Gagliano (Tg2), G. Berenson (Repubblica) e un giornalista dell’Ansa.

Con noi viaggiò anche mons. Hilarion Cappucci, da lungo tempo esiliato a Roma per imposizione del governo d’Israele al Vaticano, che – come altri profughi palestinesi – desiderava ritornare nella sua terra."

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