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05/04/2021

Con la zona rossa a oltranza i più colpiti sono sempre bambini e adolescenti

C’è un punto che sfugge al discorso dominante del virus, quello imposto dai media a proposito della sua pericolosità assoluta, e cioè che, mentre c’è il virus, continuano a esistere tutte le altre malattie, anche molto gravi. E, in questo periodo, alcune di queste malattie si sono anche aggravate, proprio a causa di un effetto collaterale del virus stesso. Una è sicuramente l’ansia, la depressione, i disturbi mentali che colpiscono i giovanissimi. Queste parole, tratte da un articolo uscito alla fine di marzo, ci dovrebbero far pensare:
Non era mai successo. Posti letto occupati al massimo della loro capienza da settimane. Ragazzini con disturbi mentali in aumento vertiginoso, netto innalzarsi delle richieste di aiuto. “Se continua così alla fine dell’anno avremo più di 500 ricoveri e oltre 7.000 bambini in attività diurna”, spiega Stefano Vicari responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Questo aumento c’è stato con la seconda ondata della pandemia, da ottobre a oggi. Siamo in affanno. E siamo preoccupati”.
Non c’è solo il Covid, è questo che il discorso ufficiale sta dimenticando: il Covid, per via collaterale, provoca innumerevoli danni e malattie. Gli ospedali sono in affanno non solo per il virus, ma anche per le malattie mentali che lo stesso virus sta provocando. O meglio, non il virus, ma una gestione sbagliata di questa emergenza. Una gestione incentrata esclusivamente sull’allarmismo, sulla paura, sulla diffusione mediatica della paura stessa, del dolore, dell’angoscia, della morte, sui lockdown e sulle “zone rosse” prolungate a oltranza. Le vittime designate di questa politica e di questa assurda campagna mediatica sono le persone più fragili psicologicamente e, naturalmente, i bambini e gli adolescenti. La zona rossa a oltranza, la chiusura prolungata delle scuole, la cessazione di qualsiasi attività sportiva e di gruppo ha segnato nel profondo un’intera generazione di giovanissimi, dimenticati e additati dai media come pericolosi ‘diffusori’ del virus, segregati in casa perché possibili ‘contaminatori’ di genitori e nonni.

Interessante è leggere anche questa parte dell’articolo già citato:
Nella prima ondata nella primavera del 2020 abbiamo assistito a una riduzione di richieste: perché è stata vissuta con più ottimismo, stavamo sui terrazzi a cantare, urlavamo ce la faremo, pensavamo che si sarebbe risolto tutto con l’estate. Ma a ottobre i genitori sono tornati al lavoro e i ragazzi sono rimasti a casa soli, solissimi, e hanno dovuto gestire il tempo in maniera autonoma e senza guida. I ragazzi hanno bisogno di relazioni per poter crescere sani, la relazione è fondamentale. Nessuno da adolescente parla con mamma e papà: c’è bisogno degli amici, dei compagni di classe e di banco. Dei bambini e degli adolescenti non ne parla nessuno: durante il lockdown si parlava dei runner e dei diritti dei cani. E loro? Dimenticati”.
Dimenticati: questo è un errore da non ripetere adesso, assolutamente. In conclusione, da quanto osservato finora emerge una e una sola cosa: la grave responsabilità di una classe dirigente che non sa tutelare i propri cittadini. Non sa garantire un’assistenza sanitaria adeguata né per le cure al Covid né per le cure mentali, in special modo, ai bambini e agli adolescenti che – non dobbiamo dimenticarlo – sono importantissimi. Una classe dirigente che è capace solo di veicolare allarmismo mediatico per mascherare le sue gravi responsabilità e che invece dovrebbe essere processata per crimini contro l’umanità. Non possiamo più accettare questa situazione: è ora di dire veramente “basta”.

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