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17/10/2022

L’uso reazionario di Van Gogh e dell’arte

Ciò che è imperdonabile è proprio l’atto di ridurre la ricerca della Bellezza, quella vera e non quella di plastica, ad oggetto.

Non è il danno in sé che mi fa orrore è, piuttosto, l’obiettivo contro il quale si sono scagliate la due ragazzette: Vincent Van Gogh.

Non posso perdonare l’atteggiamento borghese e reazionario di ridurre la ricerca della verità ad oggetto. È esattamente ciò che vuole questo potere, quelle multinazionali che loro dicono di combattere.

Vincent Van Gogh rappresenta proprio la purezza della ricerca umana, la capacità che solo le persone straordinarie hanno di restare fedeli a se stesse senza cedere al compromesso.

In questo le ragazzine ed i loro osannatori, sono caduti perfettamente nella trappola comunicativa del marketing diventando tutti funzionali al sistema.

Come dire: vedete? Vi lasciamo pure imbrattare il vetro che si trova davanti ai Girasoli, vi diamo il vostro quarto d’ora di celebrità. L’importante è che vi teniate lontano dai veri luoghi del potere. È ciò che il Post Modern definisce “la società dello spettacolo”.

E, nel contempo, vi permettiamo, simbolicamente, di attaccare la ricerca della verità, perché voi avete dato ragione a coloro che considerano un quadro solo un oggetto.

Hanno fatto lo stesso quest’anno con Dostoevskij, con Stravinskij, con Kandinskij. Ecco, non c’è cosa più reazionaria e borghese di contrapporre l’arte alla vita.

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