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21/10/2022

La meteora Liz Truss già fuori dal sistema solare

L’assenza di idee e di analisi della situazione concreta non si riempie copiando dalle esperienze passate. Vale per i “vetero emme-elle”, come per gli orfani di Trotsky, ma anche per i neoliberisti duri e stupidi.

La premier britannica Liz Truss si è dimessa dopo soli 45 giorni dalla nomina. La notizia starebbe già nel fatto che si tratta del più breve mandato di sempre nel Regno Unito.

La Truss paga il programma economico di drastici tagli fiscali – un must per tutti gli imbecilli al servizio delle imprese (avete mai sentito parlare di flat tax?) – che ha mandato onde d’urto sui mercati e diviso il suo Partito Conservatore, appena sei settimane dopo la nomina.

Parlando davanti al suo ufficio al numero 10 di Downing Street, Truss ha ammesso di non poter mantenere le promesse fatte quando si è candidata a leader dei conservatori, avendo perso la fiducia del suo partito.

«Riconosco che, data la situazione, non posso mantenere il mandato per il quale sono stata eletta dal Partito Conservatore. Ho quindi parlato con Sua Maestà il Re per comunicargli che mi dimetto da leader del Partito Conservatore». Per le consuetudini della politica britannica, queste dimissioni si estendono anche al ruolo di primo ministro.

In una dichiarazione pubblica, la ormai ex leader dei Tory ha spiegato di essere arrivata al potere in un momento di grande instabilità economica e internazionale. Famiglie e aziende erano preoccupate di come pagare le bollette“. Ed anche “Sono stata eletta con il mandato di cambiare“, ma “data la situazione non posso farlo“. Ergo, ciao ciao...

Quasi comica la corsa per la successione, calcolando che a questo punto chiunque tra i Tories riesca ad entrare a Downing Street lo farà al punto più basso della credibilità del partito nell’opinione pubblica (dai lavoratori alla finanza della City) e quindi con la quasi certezza di dover lasciare a sua volta l’incarico nel giro di poco tempo.

I bookmaker non hanno aspettato a offrire le quote su chi sarà il prossimo inquilino di Downing Street. Secondo Betfair, l’ex cancelliere Rishi Sunak – l’uomo che era stato il rivale di Truss nella corsa del dopo Johnson – è il favorito (è dato 11/10). Dietro di lui, Penny Mordaunt data 7/2 e Ben Wallace, l’attuale ministro della Difesa, a 8/1.

Le probabilità del cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, sono 9/1, anche se uomini del suo entourage hanno già fatto sapere che non si candiderà per il dopo-Truss (l’uomo che è chiamato il “Draghi britannico” vuole evidentemente essere considerato un “tecnico” di alto livello e rimanere alla guida dell’economia, lasciando ad altri l’onere di mettere la faccia su una situazione disastrosa).

Sir Graham Brady, il presidente del Comitato 1922, il potente organismo di vertice dei Tory, ha assicurato che sarà eletto un nuovo leader conservatore entro il 28 ottobre e dunque ci sarà un nuovo premier il 31 ottobre, giorno in cui è prevista la presentazione della manovra da parte del Cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt.

Ma la situazione è talmente fuori controllo che da molte parti circola la voce che tra i candidati alla guida dei Tories possa addirittura resuscitare Boris Johnson, uscito di scena appena due mesi fa. Anche questa sarebbe un’eventualità completamente estranea allo “stile british”, e dà quindi l’idea di quanto sia impazzita la maionese a Londra.

Ovviamente gli altri partiti presenti in Parlamento (laburisti e liberali) chiedono le elezioni anticipate, in modo da sfruttare la serie di figuracce inanellate in pochi mesi dall’establishment conservatore. Ma questo è un dettaglio così scontato da non interessare quasi nessuno.

“I mercati” invece hanno apprezzato l’annuncio delle dimissioni: cresce il valore della sterlina e si riduce il rendimento dei Gilt decennali. Che roba, contessa: gli ultrà liberisti schifati pure dalla speculazione finanziaria!

Ma tranquilli. È solo un sistema alla frutta.

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