L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha fatto sapere di essere a conoscenza delle accuse della Russia in merito all’ipotesi che l’Ucraina intenda condurre una “provocazione” con l’impiego di una “bomba sporca”, ed è pronta a ispezionare due siti nucleari su invito diretto delle autorità ucraine. Lo ha annunciato l’Aiea tramite una nota, precisando che una delle due strutture in questione è già stata ispezionata dall’Aiea il mese scorso.
“L’Aiea si prepara a visitare i due siti nei prossimi giorni. Lo scopo delle visite di salvaguardia è di individuare ogni eventuale materiale e attività nucleare non dichiarati”, afferma la nota. Secondo i media russi, i siti in questione sarebbero l’impianto minerario Vostochny nella città di Zhovti Vody nella regione di Dnepropetrovsk, l’impianto chimico di Prydneprovsky a Dneprodzerzhinsk e l’Istituto per la ricerca nucleare di Kiev.
Il rischio che Kiev usi una “bomba sporca” sarà all’ordine del giorno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite oggi o domani, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il quale ha sottolineato che “le smentite infondate dei colleghi occidentali secondo cui si tratta di falsità e che la stessa Russia intende fare qualcosa di simile per incolpare in seguito il regime del presidente ucraino Vladimir Zelensky non sono serie”.
Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu nei giorni scorsi aveva avvertito i suoi omologhi britannici, statunitensi, turchi e francesi della minaccia ucraina, ma Washington, Londra e Parigi, hanno respinto gli avvertimenti della Russia come false accuse.
Intanto negli Stati Uniti cresce l’opposizione politica al coinvolgimento degli Usa nella guerra in Ucraina. Dopo le numerose dichiarazioni venute in tal senso dagli ambienti repubblicani, anche nel Partito Democratico cominciano ad emergere voci dissidenti verso la linea guerrafondaia condotta dall’amministrazione Biden.
Il Washington Post ha reso pubblica una lettera a Biden del Congressional Progressive Caucus, una corrente parlamentare progressista del Partito democratico, nella quale si chiede una svolta nella politica dell’amministrazione e la ricerca di una soluzione negoziale al conflitto in Ucraina. La lettera, firmata da decine di congressisti democratici di orientamento progressista, afferma che “dato il livello di distruzione causato da questa guerra all’Ucraina e al mondo, oltre al rischio di una catastrofica escalation, crediamo sia anche nell’interesse dell’Ucraina, degli Stati Uniti e del mondo di evitare il protrarsi del conflitto. Per questa ragione – prosegue la lettera inviata al presidente Biden – ti sollecitiamo a legare il sostegno militare ed economico che gli Stati Uniti hanno concesso all’Ucraina con una spinta diplomatica proattiva, rinnovando gli sforzi tesi a cercare un quadro realistico per un cessate il fuoco”.
La lettera ha innescato immediate tensioni all’interno del Partito democratico in cui i circoli vicini a Biden hanno chiesto ai dissidenti di rettificare. E in effetti lo hanno fatto ma il segnale è stato inviato.
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