di Francesco Dall'Aglio
In attesa di capire se e quanto la visita di Zelensky a Washington sia stata fruttuosa (al momento pare di no, ma mancano ancora due giorni al termine ultimo), questa che allego è la storia che ci racconteremo per consolarci, ora che le notti si allungano e il vento soffia freddo (ce la siamo sempre raccontata, in fin dei conti, ma ora c’è l’avallo di “una fonte a conoscenze di una valutazione desecretata dell’intelligence USA fornita al Congresso“, che è la versione giornalistica di “hanno detto a mio cugino“): la Russia avrà anche vinto la guerra, ma ha perso l’esercito e le future capacità militari.
In questo articolo pubblicato dalla CNN si danno, letteralmente, i numeri: secondo il rapporto di cui sopra la Russia ha perso l’87% delle truppe originariamente impiegate nell’invasione dell’Ucraina, per un totale di 315.000 soldati, 2.200 carri armati e 4.400 blindati, e soprattutto la guerra “ha drasticamente mandato indietro di 15 anni gli sforzi russi di modernizzare le sue forze di terra“, e si tira avanti “rilassando gli standard di reclutamento e pescando nelle scorte di vecchio materiale dell’era sovietica“.
Nell’articolo si citano anche alcune valutazioni del National Security Council, tra cui questa: “Da quando ha lanciato la sua offensiva a ottobre, stimiamo che l’esercito russo abbia sofferto più di 13.000 perdite lungo l’asse Avdiivka-Novopavlivka e più di 220 veicoli da combattimento“.
Cominciamo dall’ultima affermazione e leviamocela di mezzo subito, perché non ci interessa molto: “lungo l’asse Avdiivka-Novopavlivka” ci saranno in tutto 20.000 uomini, quindi che ne siano morti 13.000 pare difficile da credere, soprattutto considerando che i russi continuano ad avanzare ed è difficile farlo se sei morto.
Passiamo alla seconda affermazione (la modernizzazione rimandata di 15 anni, il vecchio materiale sovietico). Già ne abbiamo accennato l’altro ieri: l’esercito russo si è modernizzato in maniera straordinaria in questo anno e mezzo, il budget per la difesa è più che raddoppiato come più che raddoppiata è la produzione di materiale bellico.
Lo stesso David Axe, che abbiamo imparato a conoscere nei mesi passati, il 6 ottobre su Forbes rifletteva sul fatto che se la Russia da qualche mese sta perdendo più T-90 che altri modelli di carro è perché ne manda di più al fronte, segno che ne produce di più: “i russi stanno perdendo più T-90 perché hanno più T-90 da perdere” – questo senza considerare le nuove varianti del T-72 e del T-80, le nuove ottiche, i sistemi di contromisura elettronica eccetera eccetera. Via anche la seconda affermazione.
Passiamo alla prima, che in prospettiva è la più importante. Come sempre, dobbiamo in primo luogo fare i conti con l’ambiguità semantica del termine “casualties“, perdite.
Si intendono i morti, o il complesso morti/feriti/prigionieri? Perché se si intende il complesso è una cifra sicuramente esagerata ma non del tutto campata in aria, considerando il rapporto 1:4 o superiore tra morti e altro.
Se si intendono solo i morti è una cifra che non ha senso, ovviamente, ma sempre più delle cifre fornite dal Ministero della Difesa ucraino che, nel bollettino di stamattina, riporta che le FFAA russe hanno perso dall’inizio dell’invasione a oggi 341.500 uomini (nessuna ambiguità, morti), 5.682 carri armati, 10.594 blindati e 324 aerei.
Mi lascia sempre basito il fatto che le valutazioni di Mediazona, organo di stampa assolutamente antigovernativo, vengono sempre riportate per assolutamente veritiere TRANNE quando si tratta del loro conto dei morti, che quantificano in 38.261 alla metà di novembre (qui in inglese. I grafici sono scomponibili e molto interessanti, ma sistematicamente ignorati dai nostri “analisti”).
Ma facciamo finta per un momento che le cifre riportate dalla CNN, e magari anche quelle del Ministero della Difesa ucraino, siano vere. Mettiamo che davvero le FFAA russe abbiano perso quasi 350.000 uomini, oltre a tutto il materiale puntigliosamente elencato.
Quante perdite hanno avuto le FFAA ucraine? Perché per valutare l’andamento del conflitto mi servono le perdite di entrambi gli eserciti, non solo quelle di uno solo, e i nostri media (e le autorità ucraine) si guardano bene dal dare qualsiasi cifra al riguardo.
La domanda che ci si dovrebbe fare per davvero non è quanti morti hanno avuto i russi ma, anche se volessimo accettare i numeri in libertà che abbiamo riportato, come mai i russi sono ancora in Ucraina e non si riesce a sloggiarli?
Delle due l’una, e sono entrambe brutte da dire in pubblico: o la controffensiva è stata organizzata male e gestita peggio, con livelli di incapacità criminali, o le perdite ucraine sono molto più alte di quelle russe, catastroficamente più alte.
Come al solito, tertium non datur.
P.s. In Italia, naturalmente, i media non dubitano affatto della “numerologia” yankee, e quindi titolano (per esempio il Corriere della Sera): “Il rapporto dell’intelligence Usa: la Russia ha perso 315.000 dei 360.000 uomini che aveva all’inizio della guerra“. Praticamente sta avanzando con l’armata degli scheletri resuscitata da Aragorn…
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